MONTESILVANO – Una cerimonia intensa, apertasi con il ricordo delle 28 vittime, di cui 19 italiane, ha celebrato ieri pomeriggio, nella sala Carlo Di Giacomo di palazzo Baldoni, a Montesilvano, l’anniversario della strage di Nassiriya. L’attentato, avvenuto il 12 novembre 2003 nel corso della guerra d’Iraq, viene ricordato dal 2008 nella città con un premio arrivato, dunque, alla undicesima edizione. Si tratta di una commemorazione che offre anche l’occasione di conferire riconoscimenti a persone, militari o civili, che si siano distinte per la propria attività e per il proprio operato, messo a disposizione per il benessere dell’intera collettività.
«É stata, come sempre, una manifestazione commovente», dice il sindaco Francesco Maragno, un doveroso omaggio a quei militari e civili che, lontano dalla propria terra, erano in Iraq per portare sostegno alle popolazioni. Ventotto morti, 50 feriti, anche gravi, per un vile attentato terroristico. Il nostro Premio è una iniziativa per ricordarli, ma anche per sottolineare il sacrificio di tutti i caduti nelle missioni internazionali per la pace. Ogni anno, quindi, cogliamo l’occasione di assegnare i riconoscimenti a persone, militari o civili, che si siano distinte per la propria attività e per il proprio operato, messo a disposizione per il benessere dell’intera collettività. Con molto piacere anche oggi», conclude il primo cittadino, «ho visto alcuni premiati intervenire con i propri figli, un modo emblematico per ricordare che sotto la divisa ci sono uomini e donne con affetti e sentimenti profondi, che si distinguono, in Italia e nel mondo, per una umanità che ci viene riconosciuta ovunque, durante le missioni internazionali e durante gli interventi nel nostro Paese e nella nostra città, per cui ringraziamo i nostri premiati anche con la nostra manifestazione».
Il premio Nassiriya 2018, l’Aquila d’argento, è stato assegnato al presidente emerito della Camera dei deputati, Irene Pivetti, al comandante generale della Guardia di finanza, Giorgio Toschi, al tenente dei Carabinieri Vittorio De Rasis, sopravvissuto a Nassiriya, al giornalista Rai Duilio Giammaria. Purtroppo, per improrogabili impegni sopravvenuti, non erano presenti né il generale Toschi, il cui riconoscimento è stato ritirato dal generale Flavio Aniello, comandante regionale della Guardia di finanza, né la presidente emerito della Camera che ha inviato un lungo e caloroso messaggio. Duilio Giammaria, invece, si è collegato in diretta Skype dagli studi Rai.
L’inno di Mameli e gli interventi musicali sono stati curati da due giovani allievi della Nuova Scuola Comunale di Musica: Guido Centorame, violino, e Silvia De Luca, arpa.
Molto vibrante è stato l’intervento del tenente dei Carabinieri, Vittorio De Rasis, che ha ricordato: «Non chiamateci eroi di guerra, non siamo andati a Nassiriya per combattere una guerra. Il contingente dei carabinieri in Iraq nel 2003 non era una forza di occupazione, la nostra era una presenza discreta e puntavamo al dialogo in quel momento di transizione verso la democrazia. L’Iraq stava uscendo dalla feroce dittatura di Saddam, ma noi eravamo vicini alla cittadinanza ed eravamo riconosciuti come gli unici in grado di tutelare l’ordine, la sicurezza della popolazione e i diritti civili. Eravamo apprezzati, accettati e infatti non pensammo minimamente che l’attentato potesse essere stato messo in pratica dagli iracheni. In seguito», ha concluso il tenente, gravemente ferito nel 2003, «venne dimostrato che la strage era stata ideata da terroristi esteri che volevano portare l’Iraq di nuovo nel caso e nella dittatura».
Al tenente De Rasis l’Aquila d’argento è stata consegnata dal sindaco e dal colonnello Marco Riscaldati, comandante provinciale Carabinieri
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