Scuola

Montesilvano, successo per la festa della Scuola Digitale

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Registrate  seimila presenze fra visitatori e scuole “standiste”

MONTESILVANO (PE) – Oltre 6 mila le presenze hanno animato il viaggio della Scuola digitale che dal 29 al 31 maggio ha fatto tappa nella città di Montesilvano. L’iniziativa è stata promossa dal MIUR come un momento di restituzione globale delle attività di formazione poste in essere attraverso il Piano nazionale scuola digitale (PNSD).

Le 25 tappe che toccano tutto il Paese si sono trasformate in vere e proprie kermesse animate dai nativi digitali . #Futura Pescara è stata all’altezza delle aspettative facendo registrare circa 2 mila presenze al giorno fra visitatori e scuole “standiste”. In 500 di 13 Nazioni europee hanno preso parte ai campionati di robotica.
Si è svolta ieri pomeriggio la cerimonia di chiusura di #Futura Pescara. Terra Reale 4.0, con l’attore Giorgio Pasotti.
Il sipario si era alzato il 29 maggio, al Pala Dean Martin, con le luci futuristiche di “Lux Arcana” che hanno rapito la platea e le esibizioni di studenti di ogni età, figli di una regione che con il mare e la montagna si candida ad essere terra del futuro.
“Vogliamo parlare della scuola digitale – ha ricordato Antonella Tozza, direttore dell’Usr Abruzzo – ma anche del digitale che incontra la scuola reale, in un modello di educazione proiettata verso il digitale ma che non deve perdere contatto con il mondo reale. Una coniugazione tra vissuto e percepito che non deve annullare la contestualizzazione. Per questo i temi scelti solo quelli di ‘Abruzzo Terra Reale’ che attengono alla realtà dell’Abruzzo come il turismo e la crescita sostenibile“.
Presente alla cerimonia di apertura anche Marinella Sclocco, assessore all’Istruzione della Regione Abruzzo: “Vogliamo dare ai ragazzi uno zaino pieno di strumenti che possano aiutarli a crescere in una realtà che cambia continuamente. Sono giornate di festa ma anche momenti per mettere attrezzi nuovi nei nostri zaini“.

Dal palco anche Simona Montesarchio, direttore generale del dipartimento per interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l’istruzione e per l’innovazione digitale del Miur, ha salutato le scuole e ha ricordato che la tre giorni rientra in un viaggio che sta percorrendo tutto il territorio italiano. Partito da Bologna infatti il percorso del PNSD ha fatto tappa a Catania e dopo l’Abruzzo giungerà a Brindisi. Saranno 25 in totale le iniziative didattiche e formative a livello territoriale per diffondere le azioni di innovazione didattica e digitale nella scuola italiana. E per raccontare le buone pratiche già attive in tanti istituti scolastici.

Gli studenti abruzzesi che con i loro docenti e i loro dirigenti scolastici hanno partecipato a oltre 20 iniziative fra workshop, mostre, dibattiti, vetrine tecnologiche, gare di droni, maratone progettuali e simulazioni di lavori negoziali.
I ragazzi si sono sfidati nel ‘Civic Hack Pescara’, il primo hackathon civico dedicato al futuro della citta’ e del territorio, e nelle sfide del consilium regionale Abruzzo, durante il quale gli studenti hanno simulato una seduta del consiglio regionale suddivisi in 6 gruppi con il compito di elaborare una legge sul turismo sostenibile. Disputato anche il ‘Womest’ la sfida dedicata alla promozione delle Stem tra le ragazze.
All’ITIS “Mattei” di Vasto è stato conferito, invece, il Premio regionale Scuola Digitale per la realizzazione di un museo virtuale con realtà aumentata dedicato al pittore e poeta Inglese di origini Abruzzesi, Dante Gabriele Rossetti

La manifestazione è stata arricchita anche da tavole rotonde destinate a docenti e dirigenti scolastici che hanno approfondito il ruolo delle tecnologie didattiche fra rischi e opportunità.
Chiaro il messaggio del presidente di Indire Giovanni Biondi per il quale “Una Lim non fa primavera”
Il capo dipartimento del Miur, Carmela Palumbo ha invece osservato che spesso le tecnologie vengono affrontate “in modo manicheo o superficiale“: “Da una parte c’è paura e diffidenza, dall’altro un atteggiamento fideistico – ha sottolineato – L’Italia è tra i primi Paesi ad aver sviluppato un piano di scuola digitale che si dipana nel tempo e si realizza in una serie di azioni organiche, coniugandosi con l’autonomia delle scuole“.

Un’azione che, secondo il presidente dell’Indire Giovanni Biondi, deve essere accompagnata dalla trasformazione degli ambienti di apprendimento: “Se non cambia l’ambiente di apprendimento le tecnologie sono delle suppellettili – ha dichiarato Biondi – Dobbiamo costruire spazi dove anche la formazione degli insegnanti sia immersiva, altrimenti si predica un futuro che rimane immaginario. Non possiamo pensare di motivare gli studenti solo con il fascino dell’insegnante. La scuola può cambiare solo se coglie le opportunità del linguaggio digitale“.
Ieri si è parlato invece delle sfide delle piccole scuole in una seconda tavola rotonda.
E’ stata anche l’occasione per lanciare un PON dedicato in maniera esclusiva alle piccole scuole che vivono problemi legati allo spopolamento e alla mobilità e ad un livello più basso delle performance come dimostrato dai risultati delle prove INVALSI che si discostano di tre punti dalla media nazionale. Il PON è il punto di approdo del manifesto realizzato da Indire sulle piccole scuole che muove da 15 idee
Eleonora Marchionni del Miur ha ricordato che la scuola deve essere centro civico, sviluppare un’educazione alla cittadinanza che possa concedere ai ragazzi la libertà di scegliere se rimanere o no nel proprio territorio. Per farlo bisogna sviluppare una sinergia con la produttività locale, incentivando una collaborazione tra la scuola e la realtà economica del territorio. La scuola è un presidio civile e culturale, se le scuole si svuotano, il territorio si spopola”.
“In questa ottica il modello delle ‘piccole scuole’ puo’ essere realmente alternativo a quello dei poli unici, a patto che sia rivoluzionato il modello di insegnamento: puntando sulle opportunità che offrono, a partire dalla loro specificità: tempi e spazi molto più ampi delle loro sorelle maggiori, una presenza più radicata nel territorio, al centro delle relazioni sociali della sua storia, e infine la possibilità di sviluppare un curriculo nuovo, meno sequenziale, più centrato sullo sviluppo delle competenze”, ha concluso la dottoressa Cirrillo, del Comitato aree interne della Presidenza del consiglio dei ministri, sottolineando che “le piccole scuole potrebbero diventare il luogo della sperimentazione vincente di una trasformazione della scuola nel suo insieme, che è prima di tutto luogo di confronto e di creazione di comunità, che non dovrebbe mai perdere la sua sinergia col territorio circostante”.

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