“Rinascimento della Materia” è il titolo dell’esposizione che inaugurerà domenica prossima 28 luglio e sarà disponibile fino al 25 agosto
PESCARA – Domenica prossima, 28 luglio alle ore 18.30 al Museo delle Arti, presso il Castello di Nocciano ci sarà l’inaugurazione della mostra di Luigi D’Alimonte. Dal titolo “Rinascimento della Materia” la stessa sarà aperta e quindi visitabile fino al 25 di agosto e l’ingresso è gratuito. Dopo il vernissage seguirà un aperitivo per tutti i presenti. Ingresso gratuito.
L’artista pescarese, classe ’67, ha scelto la pietra della Maiella come materiale per le sue innovative sculture, cercando di valorizzare un elemento “povero” imprigionato nella gabbia dell’artigianato artistico, liberandolo e proiettandolo nel mondo dell’arte contemporanea. “Rinascimento della Materia” indica il percorso di ricerca artistica compiuto da D’Alimonte per dare sempre nuove forme alle sue sculture dalle linee sinuose che si caratterizzano per l’estrema leggerezza visiva. L’artista vuole dissolvere il peso tattile della pietra elevandola verso l’alto, conducendo questo arcaico materiale verso nuovi orizzonti, alla ricerca di pareti verticali dove ancorare il ricordo di un ponderoso carico ormai snellito. Nelle opere assistiamo alla conversione della tradizionale pietra in nuovo linguaggio contemporaneo, capace di parlare all’animo umano e muovere i sentimenti. Le opere di Luigi D’Alimonte propongono la trasformazione di un elemento naturale del territorio abruzzese in materia creativa, tramutando l’arcaico in contemporaneo ed esponendo la sofficità della pietra attraverso pieghe e dettagli che fluttuano sulle pareti. Durante il vernissage sarà presentato il catalogo edito da Delloiacono Edizioni con prefazione a cura di Lucia Arbace direttrice del Polo Museale d’Abruzzo.
CHI É LUIGI D’ALMONTE
Luigi D’Alimonte è uno scultore autodidatta “proveniente” dall’artigianato artistico di elevata qualità. Il materiale che utilizza è un elemento naturale proveniente dalla catena montuosa della Maiella, chiamato appunto “pietra della Maiella”. Il suo desiderio di ricerca però, associato ad una indole creativa, lo ha portato nel tempo, a sganciarsi dalla figura classica dello scalpellino, perché tendenzialmente ripropone elementi-oggetti già codificati sia nella forma che nell’utilizzo. La necessità di innovarsi cercando nuovi orizzonti, lo ha fatto approdare ad un progetto mai realizzato prima, che egli definisce come “rinascimento della materia”; esso tende ad elevare culturalmente la pietra della Maiella, che per centinaia di anni è stata imprigionata nella gabbia dell’artigianato artistico, proiettandola nel mondo dell’arte contemporanea.
Quest’azione avviene cercando nella materia nuove forme; mani antiche guidate da una mente moderna, imprimono un nuovo ordine alla materia, e dominata, essa viene restituita agli sguardi sotto forma di un nuovo linguaggio scultoreo. La tradizione è diventata innovazione, il contemporaneo. Traducendo in scultura questo concetto, la pietra viene alleggerita, svuotata, non più il senso del “pesante e del volume” come la storia della cultura ci ha abituati. Sono diventate opere di notevole plasticità, leggerezza ed eleganza, definite da forme “pure e pulite” che, elevandosi fisicamente e concettualmente, ormai libere, viaggiando nello spazio come quadri tridimensionali, raggiungendo nuovi spazi fisici-culturali mai raggiunti prima, sanciscono di fatto una vera e completa “rinascita” della materia.