Il curatore Massimo Pasqualone sull’artista scrive: “Stefania Barile concepisce l’arte come uno straordinario strumento di comprensione della realtà, attingendo da un lato all’espressionismo astratto, dall’altro ad un costante dialogo con la storia dell’arte contemporanea da cui assorbe la consapevolezza che la decontestualizzazione degli oggetti, unita alla possibilità di dire i moti dell’anima con le estroiettazioni magmatiche, può portare l’artista a concepire la realtà come una superficie da scalfire con lo strumento possente dell’azione artistica, che, in questo caso, prevale sul messaggio artistico”.
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