Il progetto espositivo a cura di Rita Olivieri propone un consistente numero di opere inedite relative alla produzione su carta dell’artista: disegni, gouache, collage e carte realizzate con tecniche varie, mai mostrate al pubblico e organizzate secondo un iter cronologico. Le “Carte” sono opere compiute che occupano uno spazio autonomo a latere della grande produzione, pittorica, scultorea e ambientale per cui l’artista è unanimemente conosciuto. In esse emerge il processo creativo di Visca nell’arco di oltre cinquanta anni di instancabile attività, durante i quali egli ha esplorato costantemente il linguaggio pittorico, la valenza delle materie e dei molteplici materiali utilizzati nel corso del tempo, con una scelta diversificata e assolutamente originale. Dagli esordi nei primi anni Sessanta, in cui l’artista ha realizzato una serie di carte di ascendenza informale, la sua ricerca si è approfondita e indirizzata alla determinazione di un personale lessico espressivo, in un vocabolario compositivo connotato da un repertorio di immagini esclusive e di simboli propri, affatto ascrivibili ad una regionalizzazione geografica, come spesso è accaduto nella vasta letteratura critica di riferimento.
Visca Carte Inedite 1961-2019 mostra una scrittura grafica resa con inchiostri, grafite, vernici, miscele tessili e talora microscopici oggetti, che è un pronunciamento di poetica, perseguita da Visca senza condizionamenti di sorta, non definibile all’interno di specifiche categorizzazioni, ma pienamente inserita e assimilabile alla congerie artistica della seconda metà del secolo scorso. Le centodieci opere esposte rivelano il multiforme processo intellettuale e operativo che sta alla base della loro realizzazione. Sono dei ‘fogli’ di valenza unica, talora raggruppati per serie, che mostrano l’attenzione da parte dell’artista sia all’insieme che al singolo dettaglio nella composizione dell’opera, in un ponderare continuo e approfondito di ogni singolo aspetto formale.
“È evidente – scrive Rita Olivieri – che un’interpretazione che voglia farsi della produzione di Visca non potrà d’ora in poi prescindere da queste carte inedite, che arricchiscono l’esegesi della sua opera totale e che rivelano in modo inequivocabile la linfa vitale e primaria che ha indirizzato e sorretto la sua appassionata vocazione all’arte”.
L’esposizione, ad ingresso libero, resterà aperta presso la Maison des Arts della Fondazione Pescarabruzzo dal martedì al sabato, dalle 17.00 alle 20.00 e la domenica dalle ore 10.00 alle ore 13.00, dalle ore 17.00 alle ore 20.00.
L’esposizione è corredata da un raffinato catalogo titolato Visca Carte Inedite 1961-2019, edito da Fondazione Pescarabruzzo ed Edizioni Menabò. Il corposo tomo (Italiano/Inglese pp.202) si apre con un testo introduttivo di Nicola Mattoscio, Direttore generale della Fondazione Pescarabruzzo, che ha voluto fortemente la mostra e l’ha sostenuta in ogni sua fase e prosegue con un contributo critico di Rita Olivieri che ha curato anche il volume. Insieme alla parte catalogica è presente nel libro una sezione relativa a lavori non esposti, che documenta a livello monografico parte dell’ampia produzione su carta di Visca.
Durante il periodo di apertura della mostra il 7 dicembre verrà proiettato al Cinema Teatro Massimo di Pescara il documentario “VISCA” per la regia di Andrea Carella. Prodotto da Vario/film e da Valagro, della durata di quarantacinque minuti, il documentario ripercorre l’intera attività di Sandro Visca dal 1961 ad oggi.
SANDRO VISCA
Nato all’Aquila il 19 settembre 1944, compie gli studi artistici nella sua città. Giovanissimo, nel 1962, espone due disegni alla Biennale Nazionale del Disegno a Recoaro Terme, accanto ad artisti quali Valerio Adami, Felice Casorati, Giuseppe Capogrossi, Renato Guttuso e Giorgio Morandi. Trasferitosi a Roma nel 1963, vi soggiorna fino al 1967, dopodiché si stabilisce a Milano e dal 1969 risiede a Pescara.
Molteplici sono le esposizioni collettive alle quali partecipa e le personali presentate in Italia e all’estero. Fra queste si annoverano la XV Triennale Internazionale di Milano del 1973 per la sezione italiana Lo spazio vuoto dell’habitat, le Alternative attuali all’Aquila nel 1987, Texitilia/Pittura tessuta a Vicenza nel 1991. Fra le personali, nel secondo millennio, rilevante è In itinere, dove espone un unico arazzo cucito, lungo metri 34 e alto 50 cm, che viene installato alla Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Ricci a Macerata; al 2008 risale la retrospettiva Visca opere 1962-2008, allestita al Museo d’Arte Moderna “Vittoria Colonna” di Pescara.
Nel 1975 realizza Un cuore rosso sul Gran Sasso, film d’arte in 16 millimetri, opera performativa, segnica e corale, che viene completato e presentato in edizione digitale nel 2011 a Santo Stefano di Sessanio, come Evento Speciale della LIV Biennale di Venezia.
La sua ricerca è caratterizzata fin dagli esordi da un autonomo e originale linguaggio e la sua opera costituisce un corpus di notevole consistenza. I suoi lavori sono significativi sia per la scelta dei materiali che li compongono, sia per la raffinata lavorazione che orchestra armoniche superfici ‘pittoriche’, emblematici arazzi, sculture e Teatrini. Nelle opere attuali il reperto materico e il frammento diventano espressione di una nuova e intensa poetica.
RITA OLIVIERI
Dopo gli studi storico-artistici presso le Università di Firenze e di Urbino, dal 1987 si occupa di arte contemporanea, coniugando all’insegnamento al liceo artistico, la cura di esposizioni, conferenze e scritti in varie pubblicazioni. Dal 1988 ad ora, centrale nel suo interesse e nella sua attività è stata l’opera di Alberto Burri, per il quale ha contribuito all’edizione nel 1990 del Catalogo sistematico, realizzato pochi anni prima della scomparsa dell’artista e, fra l’altro, all’edizione del Catalogo generale del 2015. Attualmente collabora attivamente con la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri a Città di Castello, con istituzioni artistiche e riviste di settore per l’elaborazione di contributi critici relativi ai maggiori artisti del secolo scorso e di oggi.
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