All’ingresso del mercato di Campagna Amica, rispettando le misure di sicurezza anticovid, saranno consegnate decine di scatoloni di prodotti agroalimentari contenenti vino e olio, pasta e confetture, salumi e formaggi.
Un gesto di solidarietà, alla presenza del presidente di Coldiretti Abruzzo Silvano Di Primio e del sindaco di Pescara Carlo Masci, che ha l’obiettivo di aiutare concretamente chi vive un difficile momento economico collegato anche alla diffusione del coronavirus.
“Di fronte ad una crisi senza precedenti, con tante famiglie costrette a chiedere aiuto anche per il cibo da mangiare, abbiamo voluto fare un gesto concreto – dice Coldiretti Abruzzo – A preoccupare è soprattutto la fascia di anziani soli in condizioni di povertà assoluta ma fra i nuovi poveri del Natale al tempo del Covid ci sono anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati, come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività saltuarie che sono state fermate dalla limitazioni rese necessarie dalla diffusione dei contagi. Persone e famiglie che mai prima d’ora – precisa la Coldiretti – avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche”.
Stesso copione con la consegna dei pacchi della solidarietà sempre domani 23 dicembre anche per i mercati di Campagna Amica di Chieti (dalle ore 8.30 con la presenza del sindaco Diego Ferrara) e nel mercato di Campagna Amica di Teramo (dalle ore 9.30).
Ma la consegna delle “strenne” non è l’unico gesto fatto da Coldiretti per chi vive un momento di incertezza. Prima di Natale terminerà infatti la donazione di 200 quintali di pasta made in italy indirizzati ad altre famiglie di bisognosi mentre il 24 dicembre, vigilia di Natale, nei mercati di Campagna Amica di Chieti, Teramo e Pescara verrà riproposta la spesa sospesa del contadino coinvolgendo i clienti che potranno donare cibo e bevande alle famiglie più bisognose sul modello dell’usanza campana del “caffè sospeso”, quando al bar si lascia pagato un caffè per il cliente che verrà dopo.
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