Come può un artista, un intellettuale, raccontare a chi non l’ha vissuto cosa è stato il nostro tempo? Una volta chiesero al direttore d’orchestra Wilhelm Furtwangler: «Quanto dura il concerto di Mozart che lei dirigerà stasera?» E il direttore rispose: «Per lei, dura quarantadue minuti… per chi ama la musica, dura da trecento anni!»
Stiamo producendo orrori e miserie, ma anche un tempo fatto di opere meravigliose, quadri, musica, libri, parole. Eredità e testimonianza della civiltà umana sono le frasi di Leonardo («seguiamo la fantasia esatta»), di Mozart («siamo allievi del mondo»), di Rameau («trovo sacro il disordine che è in me»), di Monet («voglio un colore che tutti li contenga»), di Fabrizio De Andrè («vado alla ricerca di una goccia di splendore»), fino alle utopiche provocazioni di Pasolini («è venuta ormai l’ora di trasformarsi in contestazione vivente.»).
Così viaggiando “in direzione ostinata e contraria”, si favoleggia del Sesto continente, un’enorme Atlantide di rifiuti di plastica (grande due volte e mezzo l’Italia) che galleggia al largo delle Hawaii; di evoluti roditori, nuovi padroni del mondo, che inaugurano il regno di Emmenthal (…dopo Neanderthal); di surreali, realissime interrogazioni parlamentari che lamentano la scomparsa di Clarabella; dai gadget dell’acqua minerale; di guerre civili causate dal coltan, minerale indispensabile per far funzionare telefonini e playstation, di economia in “decrescita felice” che propone la pizza da un euro (una normale margherita, grande però come un euro…), costruendo così un mosaico variegato di storie che si muove tra satira, racconto e suggestione poetica.
Nelle ultime stagioni, Neri Marcoré ha frequentato molto il teatro musicale, esplorando tra l’altro Gaber e i Beatles e costruendo spettacoli che guardano sia al teatro civile che alla bizzarra giocosità del surreale. Con “Quello che non ho”, siamo di fronte a un reinventato esempio di teatro canzone (sostenuto e arricchito in scena da tre chitarristi/cantanti dal grande talento virtuosistico) che, ispirandosi a due giganti del nostro recente passato prova a costruire una visione personale dell’oggi. Un tempo nuovo e in parte inesplorato in cerca di idee e ideali.
PROSSIMI APPUNTAMENTI
La cinquantaduesima Stagione Teatrale della Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” di Pescara si concluderà mercoledì 4 e giovedì 5 aprile 2018 con lo spettacolo Tempi Nuovi, scritto e diretto da Cristina Comencini e interpretato da Ennio Fantastichini e Iaia Forte.
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