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Neri per Caso il primo maggio a Chieti

da Sara Palmieri

CHIETI – C’è chi si trovava a Chieti l’altra sera, con un’ aria un po’ troppo umida per essere a Maggio, ma forse utile a scaldare le ugole, già ben dotate di quella sestina che canta e suona allo stesso tempo, facendo della voce un vero e proprio strumento: loro sono i fratelli Ciro e Diego Caravano, i fratelli Gonzalo e Mimì Caravano (cugini degli appena citati), Mario Crescenzo e Massimo de Divitiis, meglio conosciuti come “I Neri per caso”.

Sì, esatto, quelli che si presentarono ad un Sanremo cantando solo con le loro voci, a cappella per l’appunto. Il pubblico teatino è prima timido, poi si ritrova, almeno per la sua porzione giovanile, sotto al palco (una volta che il cantante-cabarettista Mario invita ad avvicinarsi). Iniziano con un classico degli Abba, Mamma mia, intrecciato ad uno swing delle note di Viva la mamma.

C’è chi si ricorda il musical, chi la canzone di Bennato.. il pubblico canticchia, meno irrigidito e sorridente, batte le mani, salta, sorride. Persino un bambino che mi era vicino tiene il ritmo sulle spalle del padre. Il repertorio, dallo swing, e passando per la celebre “Donne” di Zucchero, Baglioni, verte poi sulla canzone napoletana, apprezzata dal pubblico di Teate (pronunciato Tèate da Crescenzo, subito richiamato da un coro che lo correggeva, me compresa): Pino Daniele con “I’ so pazz”, pezzi popolari come la “Citta ‘e Pulcinella”. Poi è la volta di Paolo Conte con Vieni via con me, e la folla partecipa nella canzone (sotto invito del cantante) dicendo: “chips, chips, du-du-du-du-du..”.

Poi Crescenzo annuncia una canzone a sorpresa, è proprio quella che la platea (sia seduta che in piedi) aspettava, almeno a giudicare dall’ “uuuh” di giovani e meno giovani. La canzone è Le Ragazze, quella che li lanciò a Sanremo e con la quale vinsero nel lontano 1995, partecipando tra le Nuove Proposte. E vedi quelle ragazze cantare, “ragazze che ora sono mamme” dice Mimì. La piazza partecipa ancora, persino le autorità sono in piedi a curiosare su quelle voci-strumento: spiegano che c’è chi fa il basso, chi le percussioni, chi i fiati, chi la voce. Insomma un’orchestra di voci tenuta insieme da tanta gavetta e tanta volontà di sincrono.. già, senza quello non potrebbe proprio funzionare tra loro.

Centro di gravità permanente, col crescendo cantato dal pubblico, Guantanamera (dato che presto saranno in tour in Brasile e nel resto del Sudamerica), e concludono con il loro pezzo “Sentimento pentimento”. Poi fuggono, alcune ragazzine li rincorrono, chi per i vicoli, chi per le strade del centro, tentando di farsi firmare un autografo o fare una foto insieme. (La sottoscritta ci riesce, con Ciro, una volta scesa la scaletta del palco). Che dire, quasi due ore volate, finalmente un po’ di musica con la m maiuscola, e credo che a qualche chilometro di distanza qualcuno ci abbia un po’ invidiato, già, un qualcuno che cinque anni fa ospita Gianna Nannini e ora, dato probabilmente lo scarso budget, ad un prodotto dei talent di Maria De Filippi, e non è un voler fare questioni campanilistiche, ma dati di fatto. Ci si è trovati, un po’ per caso o un po’ per scelta, al centro di Teate, ad ascoltare qualcuno che la Musica non la scoperta proprio “per caso”.

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