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Noi Salveremo il Pianeta – Intervista sul Clima, oggi all’Istituto De Cecco [FOTO]

da Redazione

PESCARA – “Mobilitazione a difesa dell’ambiente e del clima per gli studenti dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara che, dopo la grande manifestazione mondiale di Friday for the Future, hanno iniziato oggi un percorso, ‘Noi Salveremo il Pianeta – Intervista sul Clima’, che dovrà condurli a scoprire cosa ciascuno di noi può fare, nel proprio piccolo, per tamponare gli effetti progressivi e drammatici determinati dai cambiamenti climatici in atto. Abbiamo iniziato oggi con un’intervista ad ampio raggio con il fisico atmosferico e climatico Piero Di Carlo nell’ambito del progetto laboratoriale Libriamoci”. Lo ha detto la Dirigente dell’Istituto Alberghiero Ipssar ‘De Cecco’ di Pescara Alessandra Di Pietro, che oggi ha guidato l’iniziativa, moderata dalla giornalista Gigliola Edmondo, ospitata negli spazi del Petruzzi, alla presenza, tra gli altri, del fisico Di Carlo, docente di Chimica-Fisica dell’Atmosfera e Climatologia dell’Università ‘d’Annunzio’, di Letizia Lizza Direttrice del Museo delle Genti d’Abruzzo, e dei docenti Laura Intilangelo e Roberto Melchiorre, che hanno presentato il documentario ‘Il futuro della terra: oceani al collasso’.

“L’evento ha preso il via da una promessa che abbiamo fatto ai nostri studenti – ha spiegato la dirigente Di Pietro – in occasione della mobilitazione mondiale del Friday for the Future ispirato da una loro coetanea, Greta, che ha risvegliato la sensibilità dei ragazzi sul tema dei cambiamenti climatici e dei loro effetti nella nostra vita quotidiana, portando la problematica al centro del dibattito, soprattutto quando ci sono settori della politica e dell’economia che ancora negano la gravità dell’impatto dei cambiamenti climatici sulla salute dell’uomo e che, ancor di più, negano persino la responsabilità dell’uomo su tale tema. E la problematica interessa in modo stringente gli studenti dell’Alberghiero perché è evidente la sua importanza sui cambiamenti che, inevitabilmente, il clima determinerà nel settore agroalimentare, dunque è importante che i nostri studenti conoscano come l’aumento delle temperature, gli eventi meteorologici sempre più violenti, incideranno sull’alimentazione e sulla salute. Peraltro il 10 ottobre è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il Decreto Clima che introduce misure urgenti e sperimentali per tutelare la qualità dell’aria nei nostri centri urbani garantendo dei cospicui finanziamenti per la riforestazione dei territori e per la creazione di Foreste urbane per il 2020-’21 e anche tale iniziativa dev’essere oggetto di studio per i nostri ragazzi”.

Subito dopo spazio alle domande degli studenti che hanno bersagliato il fisico Di Carlo: “Sfatiamo alcuni falsi miti: sicuramente i danni peggiori li ha fatti la mia generazione, attraverso una serie di azioni che hanno favorito e determinato i cambiamenti climatici. Ma i ragazzi oggi possono e devono invertire la marcia. Il clima sta cambiando, pensiamo che solo l’Italia oggi è colpita da 500 tornado l’anno cosa mai accaduta fino a 30 anni fa, tanto che è stato istituito un Centro Europeo di monitoraggio dei tornado. Questo perché l’aumento delle temperature agisce innanzitutto sugli oceani che sono un serbatoio di calore che viene rilasciato sotto forma di tornado. Sui cambiamenti climatici agiscono in maniera minima gli allevamenti intensivi di carne da macello, il principale imputato è il CO2 prodotto dal combustibile fossile e sul quale occorre agire in maniera forte andando verso altre forme di energia, come l’eolico o il fotovoltaico e tra l’altro avremo risorse che dureranno migliaia di milioni di anni, mentre il combustibile non avrà durata illimitata. Infine l’incidenza dei cambiamenti climatici sulla nostra alimentazione sarà evidente e forte: pensiamo alla vendemmia, anticipata a fine agosto-inizi di settembre, ovvero di un mese e mezzo rispetto alla tradizione proprio perché le temperature elevate anticipano la fase vegetativa. Il risultato è che già oggi si sta pensando di spostare i vigneti in alta montagna”.

Infine il riferimento all’ultimo premio attribuito alla città di Pescara come ‘Città più Green d’Italia’: “In questo caso il parametro di riferimento era quello del numero delle piste ciclabili esistenti e Pescara ha il maggior numero di metri lineari di piste ciclabili del Paese. Eppure le criticità ci sono sulla qualità dell’aria e spesso il livello degli inquinanti sfora il limite di legge proprio per lo smog delle auto. Questo accade perché ci sono le piste per le due ruote, ma in realtà non si incentiva l’uso del mezzo. Sono personalmente dell’idea che per cambiare mentalità occorra il contributo economico rivolto all’utenza, come sta accadendo a Teramo con il progetto ‘MuveTe’, con il quale pubblica amministrazione, scuola, università riconoscono un contributo d 25 centesimi per ogni chilometro percorso in bici per arrivare in ateneo o a scuola da studenti e docenti. Il progetto durerà tre anni, al termine dei quali avremo educato l’utenza all’uso della bici. Quel che è certo è che continuando di questo passo, nel 2040 la nostra alimentazione cambierà inesorabilmente, si impoverirà per la perdita di prodotti tipici a causa di quei cambiamenti climatici che stanno alterando la stessa agricoltura”. La Direttrice del Museo delle Genti d’Abruzzo Letizia Lizza ha messo in evidenza come “la nostra rete museale ha attivato attività laboratoriali che hanno l’obiettivo di sensibilizzare anche i più piccoli verso tematiche comunque difficili quali la tutela dell’ambiente”.

“L’aumento della temperatura media del nostro pianeta, l’influenza dei cambiamenti climatici sull’agricoltura, l’effetto serra, il negazionismo: argomenti attualissimi, ma anche di grande complessità che oggi, il professor Piero di Carlo ha saputo affrontare con semplicità, chiarezza e rigore – ha osservato il professor Melchiorre –. Una mattinata, voluta dalla dirigente Alessandra Di Pietro all’insegna della informazione scientifica, lontana da fake news e approssimazione con la certezza di aver contribuito a maturare una maggiore consapevolezza della gravità del fenomeno dei cambiamenti climatici”.

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