PESCARA – Oggi, 8 agosto tutta l’Italia si ferma idealmente con il cuore per ricordare i tanti lavoratori italiani nel Mondo che hanno perso la vita. La giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, fu infatti istituita dal Presidente della Repubblica nel 2001, per celebrare, ricordare e onorare i tanti lavoratori italiani e il contributo economico, sociale e culturale delle loro opere.
Pescara, attraverso l’Amministrazione Comunale e tutta la comunità cittadina, si unisce a questa commemorazione ricordando le ferite profonde che ancora sanguinano nella nostra storia contemporanea. La giornata Nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel Mondo cade infatti ogni anno il giorno 8 di agosto, anniversario della tragedia di Marcinelle.
Quel giorno del 1956 nella miniera del “Bois du Cazier”, in Belgio un incendio causò la morte di 262 minatori di cui 136 italiani. Di questi, 60 furono gli abruzzesi. Tra i 60 abruzzesi, uomini giovanissimi provenienti in gran parte dai paesi di Manoppello, Lettomanoppello, Turrivalignani, Farindola, 23 vittime provenivano dalla sola Manoppello.
Uomini partiti da contesti di miseria, con il desiderio di cercare altrove condizioni di vita migliori per se stessi e per le proprie famiglie e che finirono miseramente nei pozzi di carbone del Belgio. Grazie al sacrificio di questi uomini, da allora le condizioni lavorative all’interno delle miniere che all’inizio erano disumane, migliorarono, anzi molte delle miniere vennero chiuse. Dal 1990 la miniera del Bois du Cazier è un monumento storico, un luogo della memoria ma la tragedia di Marcinelle, eletta a simbolo del sacrificio del lavoro italiano nel Mondo, rappresenta solo una delle tante pagine tristi della nostra storia migrante.
Basti infatti pensare a quanto avvenne a Monongah, nel West Virginia, dove nel 1907 un altro boato seppellì 425 minatori, ma il conto esatto non è stato mai fornito: le registrazioni all’ingresso non prevedevano i 100 conducenti di muli, addetti alle pompe, aiutanti minorenni ecc.(qualcuno ipotizza siano 956 il numero delle vittime) . Tra le vittime 171 erano italiani (circa 30 abruzzesi e circa 100 molisani, quando le due regioni erano ancora un’unica entità amministrativa) tra i paesi abruzzesi più colpiti da quella tragedia vi sono Atri, Civitella Roveto, Civita d’Antino, Canistro
O basti pensare a quanto avvenne a New York dove il 25 marzo 1911 si scatenò l’inferno nella fabbrica della Triangle Shirtwaist Company, causando la morte di 146 persone (123 donne) per la maggior parte giovani immigrate italiane. I proprietari tenevano chiusi a chiave gli operai per paura che rubassero o facessero troppe pause.
O basti pensare a quanto avvenne a Mattmark, dove una valanga lunedi 30 agosto del 1965 investì il cantiere per la costruzione della diga causando 88 morti accertati, di cui 56 erano italiani.
Tutte vittime di appartenenti a un esercito di “lavoratori di seconda classe” che rischiava quotidianamente di morire. Perché per tantissimi anni, a emigrare, a essere discriminati e scambiare l’inferno per il paradiso erano gli italiani: muratori, minatori, operai in fuga da una penisola troppo piccola per i sogni e le aspirazioni di tutti.
Ed è per non dimenticare il sacrificio di migliaia di italiani che La miniera di Marcinelle è diventata un simbolo e un santuario della memoria per tutti coloro che hanno perso la vita sul lavoro, spesso un lavoro duro, faticoso e pericoloso.
La giornata onora la memoria degli emigranti italiani di ogni paese e regione che, alla ricerca di un futuro migliore per sé e per la propria famiglia, hanno affrontato grandi sacrifici e difficoltà. E Pescara, attraverso il Sindaco Carlo Masci, il Presidente del Consiglio Comunale Marcello Antonelli, i componenti della Giunta e tutti i consiglieri comunali, si unisce a questo ricordo, con un pensiero commosso alle vittime abruzzesi e lo sguardo rivolto a Manoppello, paese simbolo italiano di tale sacrificio.
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