TORTORETO (TE) – Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’Associazione Esercenti e operatori turistici di Tortoreto:
“L’Associazione Esercenti ed Operatori Turistici di Tortoreto Borgo Medievale, in seguito alla recente sconcertante politica del diniego praticata dalla Soprintendenza dell’Aquila ed alla inappropriata revoca del regolamento da parte del Comune per l’installazione dei dehors, strutture che supportano in modo determinante le piccole attività del Capoluogo, esprimono il pensiero e la forte preoccupazione della categoria che rappresentano.
E’ inaccettabile, anzi pensiamo perfino illegittimo che all’improvviso, sia stato disintegrato il sistema commerciale del Paese, lasciando un vuoto amministrativo che se non rapidamente colmato, arrecherà gravissimi danni agli esercenti, ma di riflesso anche alla comunità, che di fatti specialmente nei caffè socializzano e vivono giornalmente momenti di svago, all’interno dei dehors.
Quando nel 2013, fu aggiornato il regolamento dei dehors, erano presenti tutti i Consiglieri e non vi fu nessun voto contrario, perché sostanzialmente quel regolamento intercettava i bisogni della cittadinanza in ogni stagione dell’anno, dato che i dehors già esistevano da tanti anni, ma in fase sperimentale venivano montati a maggio e smontati a ottobre.
A causa della crescente crisi economica ed il mutare delle esigenze, come già detto, saggiamente gli amministratori di allora decisero di far installare i dehors anche sui suoli privati e per tutto l’anno, avendo oltretutto constatato che se non davano fastidio d’estate, certamente non potevano darlo d’inverno. Noi riteniamo che i regolamenti che esprimono una volontà politica unanime, specialmente quelli che cambiano in positivo un paese, non si revocano, al limite si modificano per migliorarli.
Mentre invece, come un fulmine a ciel sereno, dopo 3 anni e mezzo, il 5 agosto 2016, giorno dei festeggiamenti della Madonna della Neve al Paese, su proposta del responsabile dell’Urbanistica e del Comandante dei Vigili, il regolamento dei dehors è stato revocato, poiché ritenuto tecnicamente sbagliato. Ma per come è stata gestita la procedura per annientare il regolamento, per le motivazioni addotte, dove talune appaiono perfino infondate, insomma quest’improvviso ed ostinato tentativo di far rimuovere velocemente alcuni dehors, nel mentre a governare il Comune non c’è un’Amministrazione Comunale eletta democraticamente dal popolo, conferma il sospetto che dietro tutta questa storia si celino anche velleità e tornaconti personali di qualche funzionario unitamente a qualche ex assessore.
Ed è per queste ragioni che l’Associazione vuole sensibilizzare il Commissario Straordinario Tarricone, affinché non prenda come oro colato tutto ciò che i predetti personaggi gli propongono.
Appare chiaro che l’azione della Soprintendenza e dell’Ufficio Urbanistica, sono impugnabili per violazione e falsa applicazione di legge, falsa applicazione del P.R.G. Regione Abruzzo, eccesso di potere, sviamento della causa tipica, travisamento dei fatti, difetto di istruttoria, motivazione insufficiente e apparente, illogicità della motivazione, contraddittorietà intrinseca ed estrinseca, violazione delle norme sul giusto procedimento. Il Commissario, avendo revocato il regolamento, certamente è conscio che sono interessati alla rimozione tutti i dehors realizzati in virtù di tale atto, quindi non solo alcune strutture del Capoluogo, ma anche quelle su suolo privato e quelle del Lido, visto che l’unico vincolo paesaggistico che esiste davvero, riguarda proprio la zona costiera.
Ormai tutti sono al corrente che le strutture (dehors) e le leggi in materia di paesaggistica nel corso degli ultimi anni non sono cambiate. Che ancora non è scritto da nessuna parte che al Paese vi sono beni, piazze o strade riconosciute beni monumentali dal Ministero delle Belle Arti, e comunque sia, nessun dehors ricade in tale area.
Ed oltretutto, tutti hanno constatano che i dehors sono o si affacciano su una via di circonvallazione esterna al borgo medievale e non oscurano la vista delle mura a scarpata della torre dell’orologio e delle mura di cinta, delle vie antiche di Terranova e Terravecchia e del paesaggio, nonché oscurano in alcun modo la vista dal mare alla collina.
IN SINTESI E’ SIN TROPPO EVIDENTE CHE SUI DEHORS IL COMUNE HA MESSO IN SCENA UNA FILM DI CATTIVO GUSTO!
Certamente bisogna rispettare i pareri e i gusti di tutti, però ormai siamo pienamente consapevoli che la Soprintendenza, al contrario di quello che sostengono alcuni funzionari del Comune, non possa e non debba sconfinare dal suo ambito, limitandosi quindi a soprintendere nel rispetto delle leggi, dei piani e dei vincoli paesaggistici e monumentali, rispettando altresì i principi giuridici, improntati ad una fattiva collaborazione con l’amministrazione, funzionale a conformare le iniziative edilizie al rispetto dei valori estetici e naturalisti insiti nel bene del paesaggio e per una migliore fruizione.
Per questo, ora più che mai, l’Associazione Esercenti è consapevole che la scelta degli amministratori di allora fu azzeccata e lungimirante per rivitalizzare un’economia depressa di un paese sostanzialmente spento e poco frequentato, così come il Soprintendente dell’epoca si dimostrò un dirigente attento, equilibrato e perspicace.
Riteniamo che il Comune, che ormai vive esclusivamente dei tributi e delle tasse di noi esercenti e dei cittadini, non deve assolutamente far muro contro il suo popolo, tutt’altro deve esserne al servizio, deve saper interpretare le esigenze e fare da volano affinché non siano mortificati sacrifici, progetti e speranze, soprattutto quelli dei giovani che decidono di scommettere ed investire nel proprio territorio.
Vorremmo tanto che quei funzionari indigesti ai dehors rammentassero che è documentato che dette strutture, che piaccia o no, tanto per fare alcuni esempi, erano presenti già nelle vie dell’antica Roma, in quelle di Pompei prima dell’eruzione e nei centri urbani del medioevo. Così come sono sempre esistiti ed esistono nei paesi e in tutte le città d’Italia e d’Europa, pensiamo per esempio a Piazza Duomo e la vicina Galleria a Milano, Napoli, Roma, Firenze, San Marino, Parigi, Londra.
Dunque, i dehors supportano e completano da sempre le strutture delle attività commerciali, tanto è vero che, se il nostro paese d’estate e nei fine settimana si ripopola è perché dopo aver visitato il borgo medievale e le terrazze panoramiche, le persone trovano una splendida accoglienza nei “nostri” ben attrezzati e caratteristici locali.
Riteniamo che la Soprintendenza dell’Aquila, così come correttamente faceva fino a un paio d’anni fa, debba tornare ad entrare nel merito delle soluzioni, dando molta attenzione anche alle reali necessità della collettività.
Così come siamo fermamente consapevoli che sarebbe opportuno se il Comune, in autotutela, riapprovasse tempestivamente il regolamento già esistente.
L’Associazione Esercenti infine, esprime la massima solidarietà agli associati che per difendere le loro attività sono stati costretti a ricorrere al TAR e che stanno affrontando un percorso impervio e molto oneroso.
Se prevarrà la tracotanza, non potremo fare altro che contare su quello che sentenzierà il Tribunale Amministrativo Regionale, ma come si dice dalle nostre parti, noi speriamo che anche per questa questione
“N’a vodde corre lu’ lebbre e n’a vodde corre lu’ cacciatore!”
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