Con lo slogan “Energia Nucleare. Il problema senza la soluzione” Greenpeace ha lanciato una nuova campagna di comunicazione per informare i cittadini sui pericoli e sulle implicazioni ambientali, sociali ed economiche che la scelta del governo di puntare sull’energia nucleare comporterebbe. La campagna senza rinunciare a un tocco di ironia, punta a far conoscere particolari noti agli addetti ai lavori ,ma sconosciuti ai più e a sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema ambientale di rilevante importanza per la salute dell’uomo.
Nell’intenzione degli attivisti di Greenpeace è stato realizzato uno spot che fa il verso, ribaltandoli, ai codici comunicativi delle grandi compagnie energetiche, caratterizzati da atmosfere sognanti, immagini epiche e toni di voce rassicuranti che nulla hanno a che vedere con gli effetti devastanti del nucleare sull’ambiente…insomma come dire che “Chernobil non docet più”. Nello spot di Greenpeace, lo spettatore si trova davanti a un filmato che, con grande chiarezza, toni rassicuranti e ironia, mostra tutte le preoccupanti e spesso sottaciute verità sull’atomo: le scorie impossibili da smaltire, gli enormi costi, il falso mito dell’indipendenza energetica, i problemi di sicurezza.
Ha spiegato Giuseppe Onufrio, Direttore esecutivo di Greenpeace Italia:
con questo spot vogliamo fornire ai cittadini uno strumento per riflettere sui problemi del nucleare in un paese distratto da slogan ingannevoli. Non possiamo certo competere con gli investimenti pubblicitari di Forum Nucleare & Co e, quindi, per contrastare il “bombardamento mediatico nucleare” punteremo moltissimo sulla partecipazione attiva delle migliaia di persone che ci seguono online.Vogliamo ringraziare l’agenzia che ha realizzato gratuitamente questa campagna e di cui non possiamo fare il nome. Il motivo? Aver realizzato un video per Greenpeace e contro il nucleare potrebbe creare problemi con “certi” clienti.
Intanto nell’ambito della questione del nucleare in Italia Legambiente ha ribadito la pericolosità delle scorie nucleari, sottolineando come ci troviamo in una situazione che comunque desta un certo allarme. Il tutto riguarderebbe in particolare i rifiuti nucleari che ogni anno vengono prodotti nel nostro Paese e ammonterebbero a 100.000 metri cubi. Questi devono essere sottoposti ad un’adeguata opera di smaltimento in tema di rifiuti pericolosi e necessitano della opportuna messa in sicurezza. Un pericolo non indifferente in termini di salute dell’ambiente e dell’uomo.
Secondo il geologo Giorgio Zampetti, coordinatore dell’ufficio scientifico del gruppo ambientalista , che ha tracciato con ADNKRONOS uno scenario poco rassicurante di depositi e scorie nucleari in Italia, ogni anno nel nostro Paese, secondo una stima di Legambiente su dati Apat/Ispra, sarebbero prodotti circa 1.500 m3 di rifiuti nucleari dalla medicina, dalla ricerca e dalle industrie, che non possono essere dispersi nell’ambiente in quanto dannosi per la salute dell’uomo. A questi dati si aggiunge anche il traffico dei rifiuti, una piaga che coinvolge attività illegali gestite da ecomafie, un problema su cui Legambiente da sempre accende i riflettori.
Intanto viviamo nel dubbio e nell’incertezza di dove saranno posizionati i siti in cui stoccare i rifiuti nucleari e quali criteri saranno adottati per gli stessi dall’Agenzia per la Sicurezza Nucleare … eppure il popolo italiano ha già detto un convinto “No” al nucleare … speriamo però che non si lasci ingannare da una apparentemente innocua partita a scacchi.
L'Opinionista © 2008 - 2024 - Abruzzonews supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Informazione Abruzzo: chi siamo, contatta la Redazione, pubblicità, archivio notizie, privacy e policy cookie
SOCIAL: Facebook - Twitter