Home » Attualità » Nuova opera per il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Nuova opera per il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

da Marina Denegri

L’opera, visibile dal 1° agosto e interamente realizzata in legno, è costituita da elementi sagomati ricavati da un tronco di larice secolare

L’AQUILA – ARTEPARCO, progetto nato con la volontà di portare l’arte contemporanea all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, uno dei luoghi naturalistici più antichi e suggestivi d’Italia, presenta – per la terza edizione – l’installazione site specific Un tempo è stato dell’artista Alessandro Pavone (Trento, 1973), visibile da sabato 1 agosto 2020.

Per l’impegno rivolto alla valorizzazione del territorio dimostrato negli anni da ARTEPARCO, l’iniziativa gode del Patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Il progetto nasce dalla collaborazione tra Ente Parco, il Comune di Pescasseroli e PARCO1923 –marchio di profumi ispirato alle piante e ai fiori del Parco – ed è realizzato grazie al supporto di BMW Italia, azienda che si distingue per il suo consolidato impegno rivolto alla sostenibilità e alla protezione ambientale che anche quest’anno mette a disposizione dei visitatori del Parco le BMW Active Hybrid E-Bike, offrendo la possibilità di scoprire in modo inedito le bellezze naturalistiche di uno dei luoghi più incontaminati d’Italia e Sky Arte, il primo canale televisivo dedicato all’arte in tutte le sue forme.

“Un connubio perfetto e raro quello tra Arte e Natura, alla sua terza edizione, che unisce la bellezza artistica a luoghi unici ed incontaminati come il Parco, creando un percorso dove ognuno può ‘perdersi’ nell’esplorazione di se stessi e del luogo”, afferma il Direttore del Parco Luciano Sammarone.Un posto in cui la l’arte dialoga con la Natura attraverso l’utilizzo esclusivo di materiali ecologici e naturali e dove l’opera stessa diventerà parte della Natura abbandonandosi allo scorrere delle stagioni”.

Con PARCO1923 vogliamo, non solo raccontare il patrimonio olfattivo unico al mondo del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, ma anche invitare a conoscere la bellezza di questi luoghi incontaminati, dove si trovano boschi millenari, fiori misteriosi e animali rarissimi”, racconta Ugo Morosi, fondatore di PARCO1923. “ARTEPARCO rientra proprio in questo impegno e nasce con la volontà di far scoprire il fascino di questa natura selvaggia attraverso l’arte contemporanea, dando ai visitatori uno strumento in più per conoscerne l’inestimabile valore”.

Per l’occasione, Roberto Olivi, Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione di BMW Italia dichiara: «Anche in un anno particolarmente impegnativo a causa della crisi epidemiologica che ha colpito profondamente le vite di tutti noi, abbiamo voluto continuare questa bellissima esperienza di ARTEPARCO perché crediamo che sostenibilità, arte e un corretto rapporto con la natura siano alla base anche della ripresa che tutti noi auspichiamo. Essere presenti come main partner dell’iniziativa per il terzo anno consecutivo, sottolinea proprio il nostro approccio a queste tematiche e la volontà di avere un ‘purpose’ più grande capace di andare oltre alla quotidianità anche del business, per ispirare le persone e farle riflettere sui grandi temi esistenziali come quello del rapporto uomo-natura».

Dopo il successo delle prime due opere, Animale – Vegetale (Il Cuore) dell’artista-designer Marcantonio e (specchi angelici) dell’artista Matteo Fato, protagonista della terza edizione di ARTEPARCO è Alessandro Pavone con l’opera Un tempo è stato.

L’artista ha immaginato un’imponente installazione lignea site-specific (5×2 metri circa) raffigurante un tronco di braccio umano, dalla cui mano sembra nascere uno degli affascinanti alberi presenti nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: una riflessione sul legame tra uomo e natura, sulla meraviglia del ciclo della vita, così breve per l’esistenza umana rispetto al mondo naturale.

Le Foreste Vetuste del Parco, infatti, riconosciute Patrimonio UNESCO nel 2017 per il loro eccezionale valore naturalistico e per l’incredibile biodiversità che le contraddistingue, hanno oltre cinquecento anni e sono giunte alla fase senescente della propria vita. Un tempo è stato trae concettualmente ispirazione proprio dall’immagine di un albero che, al termine della propria esistenza, cade a terra con uno schianto improvviso nel silenzio, assumendo le sembianze di un braccio umano.

La mano è nella produzione di Pavone un elemento ricorrente, in quanto una delle parti più espressive del corpo umano, ma anche strumento di apprendimento, di conoscenza. Il coinvolgimento del corpo, e in particolare il senso del tatto, è per l’artista indispensabile nel processo di creazione: le mani, per lui, sono gli occhi dello scultore.

In Un tempo è stato, l’immagine della mano, gentile nelle movenze e inoffensiva nella sua staticità – come se appartenesse ad una persona distesa in contemplazione del paesaggio –, evoca il rapporto indissolubile tra uomo e natura: l’attenzione e il rispetto da parte dell’uomo sono fondamentali per proteggere l’inestimabile patrimonio naturale.

Elegante nel movimento del palmo e nella postura classica delle dita, l’opera esprime anche forza nei muscoli e resistenza nell’arco saldo del polso. Quasi come una montagna l’artista ha voluto dare alla scultura delle dimensioni imponenti che trasmettessero al contempo una forza antica e un senso di protezione.

Immobile di giorno sotto il sole e di notte sotto la neve mentre l’albero cresce tra le sue dita. Il braccio, un tempo anch’esso è stato albero. Carico di vita, teso verso il cielo. Dove comincia un essere vivente e dove finisce la materia di cui è costituito? Ora l’albero dopo aver ceduto alla forza di gravità è vita per il nuovo, per ciò che si alimenterà del suo corpo e della sua memoria di verticalità”, afferma Alessandro Pavone. “Con il tempo la mano si ammorbidirà, le dita si allargheranno per far spazio alla crescita del tronco e lentamente tornerà alla terra. La ciclicità della vita è cosi raccontata. La pace suggerita dall’accettazione serena dell’alternarsi delle stagioni. La cura per la nuova vita. L’empatia dello spettatore con la natura. La rinascita dopo il crollo”.

L’opera, interamente realizzata in legno, è costituita da elementi sagomati ricavati da un tronco di larice secolare, sradicato dalla tempesta di Vaia in Trentino nel 2018. Pavone, coerentemente con una visione che mira alla più alta salvaguardia della natura, ha infatti personalmente individuato l’albero con il supporto del servizio di custodia forestale del comune di Folgaria (Trentino), dando origine con il progetto ad un ponte ideale tra Trentino e Abruzzo, territori accomunati da un’attenzione unica alla valorizzazione naturalistica.

Un tempo è stato si integra perfettamente nel paesaggio del Parco anche grazie alla coerenza organica che l’artista ha ricercato nella progettazione della struttura interna dell’opera. Gli incastri della scultura sono infatti realizzati seguendo il metodo delle impalcature rinascimentali, rivelando la volontà di salvaguardare lo spirito originale dell’albero, che torna alla vita tramite un nuovo albero: i materiali si fondono in una composizione bilanciata che riflette la sua armonia estetica.

A novembre, in occasione della tradizionale Festa dell’Albero, evento per ricordare l’importanza ambientale, sociale ed etica della tutela del verde, i bambini delle scuole del territorio saranno coinvolti nella piantumazione di un nuovo albero anche tra le “dita” dell’installazione, completando così il progetto.

Alessandro Pavone: biografia

Alessandro Pavone (1973, Trento) vive e lavora tra Trento e Milano. Dopo gli studi in fotografia e in grafica pubblicitaria all’Istituto d’arte G. Sello di Udine, si diploma in scenografia all’Accademia di Belle arti di Venezia. La sua carriera si divide tra l’arte contemporanea e la scenografia teatrale. Ha infatti collaborato con l’architetto, scenografo e regista di fama mondiale Robert Wilson a progetti di light design e set design. Il suo percorso artistico si consolida nel 2001 partecipando alla residenza artistica al Watermill Center di Long Island di New York. Nel 2005 partecipa alla mostra collettiva Crossing Over Villa Beatrice d’Este a Udine; nello stesso anno espone alcune opere nella biblioteca del Mart di Rovereto. Nel 2010 è protagonista della mostra Supersatura presso la galleria Halfenhalf a Bruxelles e della mostra Crash test nel cubo di Mario Botta a Belluno. Nel 2016 nel Museo studio Francesco Messina a Milano, espone la scultura Armour. Nel 2011 per la città di Bergen in Norvegia crea l’installazione Stochfish. Nel 2010 espone nella sezione Indipendents alla fiera ArtVerona. Nel 2017 partecipa al progetto Open Studio Bronze is Now alla Fonderia Artistica Battaglia a Milano.

Il Parco Nazonale d’Abruzzo, Lazio e Molise

Il Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise, costituito su iniziativa privata nel 1922 e istituito per decreto regio nel 1923, è il più antico d’Italia e uno dei più antichi d’Europa, uno dei migliori esempi mondiali di conservazione di flora e fauna. Montagne e valli selvagge, foreste, praterie, fiumi, torrenti, laghi e un clima relativamente temperato durante tutto l’anno fanno del PNALM un ambiente ideale per numerose specie vegetali e animali; tra queste ultime ce ne sono alcune, rare e misteriose, come l’orso bruno marsicano e il camoscio appenninico, che talvolta, seppur da lontano e solamente per pochi preziosi secondi, è possibile osservare. In ogni caso, visitare il Parco e sentire il fascino della presenza di questi animali, o scoprire i segni del loro recente passaggio, anche senza incontrarli direttamente, è sempre un’esperienza meravigliosa che fa provare emozioni inconsuete. Nel 2017 le Foreste Vetuste che lo popolano sono diventate Patrimonio dell’Unesco.

Ti potrebbe interessare