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L’OAPPC Pescara sostiene il reparto di terapia intensiva dell’Ospedale

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PESCARA – “Alla luce delle ultime ma necessarie disposizioni del governo a riguardo dell’emergenza Coronavirus, anche la nostra categoria sta subendo notevoli cambiamenti, con inevitabili conseguenze sull’attività professionale oltre che sulla vita di ciascuno di noi”. Riferisce l’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Pescara. Si legge ancora nella nota:

“Abbiamo sempre sostenuto, come comunità di Architetti, che il nostro mestiere fosse qualcosa in più di una semplice professione tecnica, che gli Architetti fossero una parte fondante della società, in grado di leggerla, interpretarla e trasformarla, con la propria cultura, con le proprie idee e con la propria attività quotidiana. Questo è quello che la storia ci ha insegnato e che con difficoltà cerchiamo di ribadire nel nostro Paese, dove ormai da troppi anni la cultura architettonica e il ruolo dei professionisti vengono relegati ad una posizione marginale.

É proprio per questo che, in giorni così difficili per tutti, vogliamo dare un segnale di vicinanza, solidarietà e, soprattutto, di comunità. L’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Pescara ha deliberato, in rappresentanza dei 1500 iscritti della provincia e di tutta la categoria professionale, di devolvere la somma di euro 25.000,00 all’Ospedale Civile di Pescara per l’acquisto di un ventilatore polmonare da destinare al reparto di terapia intensiva.

Un contributo totalmente insufficiente rispetto al mare di risorse necessarie agli ospedali in questo difficile momento, ma significativo rispetto alla crisi sistemica che investe la nostra professione già da diversi anni e al nostro bilancio, derivante quasi esclusivamente dai contributi associativi degli Architetti. Un gesto a sostegno del territorio di cui ci sentiamo parte e al quale siamo umanamente e professionalmente legati, fatto nella convinzione che questo è il momento, per chi ne ha la possibilità, di compiere azioni concrete di solidarietà, per rinsaldare i legami e costruire una società fatta di condivisione e di un sincero tendere la mano.

Sentirci ed essere comunità ci aiuterà a stare meglio e a lavorare meglio, ora e nel futuro.

Restiamo vicini. Restiamo a casa. #iorestoacasa”

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