“La situazione del lavoro femminile si fa sempre più preoccupante e drammatica. Basti pensare che le donne nel terzo trimestre del 2020 hanno perso 344 mila posti di lavoro, addirittura il 55,3% su un totale di 622 mila occupati in meno”
REGIONE – Continuano a peggiorare i dati dell’occupazione femminile a causa della pandemia in corso. Nessuna traccia dell’auspicata ripresa, che avrebbe potuto dare una boccata d’ossigeno alle imprese e ai lavoratori. A certificare il trend negativo sono i dati diffusi dall’Istat ed elaborati dalla Fondazione Leone Moressa per Il Sole 24 Ore.
“La situazione del lavoro femminile – afferma la Consigliera di Parità della Provincia di Teramo Monica Brandiferri – si fa sempre più preoccupante e drammatica. Basti pensare che le donne nel terzo trimestre del 2020 hanno perso 344 mila posti di lavoro, addirittura il 55,3% su un totale di 622 mila occupati in meno. Particolarmente sorprendente è il dato dell’Abruzzo, che fotografa una realtà contraddittoria e differenziata in base al genere. Nel terzo trimestre del 2020 si è registrato un calo significativo del lavoro femminile, pari al -3,3%, rispetto allo stesso periodo del 2019 e questo dato pone l’Abruzzo all’ottavo posto tra tutte le regioni italiane nella classifica che attesta la diminuzione dei posti di lavoro delle donne.
E’ inconcepibile che in una società moderna e paritaria le donne siano sempre le più svantaggiate e penalizzate. A questo quadro negativo si aggiunge il rischio sempre più incombente dell’aumento delle dimissioni delle lavoratrici madri, determinato anche dalla chiusura delle scuole e dalla paura del contagio da Covid oltre che dal fatto di doversi sobbarcare quasi interamente gli oneri familiari, potendo contare raramente sulla collaborazione degli uomini. Non è un caso che il 73% di tutte le dimissioni e risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro proviene dalle madri lavoratrici”.
“La manovra di Bilancio – conclude la Consigliera Brandiferri – per rilanciare il lavoro femminile ha previsto l’esonero contributivo del 100% fino a 6 mila euro annui per l’assunzione di donne disoccupate e l’istituzione di un fondo a sostegno dell’impresa femminile. Misure importanti ma non sufficienti in quanto sempre più donne rinunciano a cercare lavoro e quelle che ne hanno uno hanno difficoltà a conciliare famiglia e lavoro. Per questo sarebbe fondamentale riuscire a creare buona occupazione per le donne per supportarle e sollevarle dai carichi di assistenza ai minori e agli anziani”.