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Ocean Terminal:libro di Piergiorgio Welby presentato a Giulianova

da Annarita Ferri

Giovedì 22 luglio 2010 alle ore 21.00 in piazza Dante Alighieri la presentazione del romanzo postumo di Piergiorgio Welby

GIULIANOVA (TE) – A pochi anni dalla sua scomparsa Piergiorgio Welby torna a far parlare di sè e della sua particolare e affascinante espressione di vivere con il romanzo postumo edito da Castelvecchi : Ocean Terminal.

Il manoscritto di Welby verrà presentato giovedì 22 luglio 2010 alle ore 21.00 in piazza Dante Alighieri di Giulianova; evento organizzato dall’Associazione Culturale «Teatro del Sì» con il patrocinio del Comune di Giulianova e in collaborazione con la rivista letteraria «línfera» e saranno presenti il curatore del libro Francesco Lioce, Luca Morricone direttore di «línfera» e Mina Welby, moglie dell’autore.

Presenterà l’incontro lo storico e giornalista Sandro Galantini mentra l’ attrice Cristina Trifoni che dirige l’Associazione Culturale «Teatro del Sì» leggerà alcuni brani tratti dal romanzo

Per altre informazioni si può visitare il sito web della casa editrice: http://www.castelvecchieditore.com oppure della rivista letteraria http://www.linfera.it.

Da settembre 2006, la rivista «línfera» ha promosso lo scrittore Welby ritenendolo una straordinaria voce dell’ attuale panorama letterario italiano, una voce che per contenuti e per forme coincide appieno con le esigenze e gli obiettivi del Movimento per una Neorinascenza della letteratura. Ocean Terminal dimostra che un’altra letteratura è possibile e comporta una dimensione viva della cultura, aperta al mondo e alla concretezza dei suoi fatti.

Chi sono? Un superstite? Dovrei recuperare il lessico infantile e restituire un senso compiuto anche a questi balbettii. Dovrei accartocciarmi, come una foglia di magnolia, e attendere che il maestrale, rotolando sulla brina della notte, mi spazzi via trascinandomi sulla ghiaia, fino all’angolo buio del cancello in ferro battuto che separa il mio guscio d’avorio dalla strada. Dovrei riappropriarmi del mio corpo, delle passioni, come la vergogna e l’ira, per poter piangere e ridere, cercare il limite del dolore smarrito tra il sambuco e le acacie.

Dovrei rispondere al fischio che sveglia il pomeriggio di pulviscoli galleggianti sulle scie luminose che tagliano l’incubo della stanza. Dovrei prendere gli scarpini e la Bianchi e pedalare, senza prendere fiato fino al campetto della stazione, sudare, urlare, spingere, bestemmiare e colpire il pallone con il collo del piede… come dicevi tu, papà.

Ciò si legge in passo del romanzo di Welby,la cui stesura è iniziata in una sala di rianimazione nel luglio del 1997.

Piergiorgio Welby fin dall’ inizio concepisce Ocean Terminal come un abbandono progressivo di tutte le speranze ma nello stesso tempo un inno alla vita nonostante tutto.In un continuo susseguirsi di toni lucidi e febbrili, poetici e volgari, Welby riavvolge il nastro della sua vita, adottando un linguaggio babelico che colpisce per originalità e potenza.

Ocean Terminal infatti, è un insieme di prose spezzate che si riannodano a distanza o si interrompono proprio quando sembrano preannunciare altri sviluppi: dall’infanzia cattolica alla scoperta della malattia, fino all’immaginario hippy e alla tossicodipendenza, passando attraverso gli squarci di una Roma vissuta nelle piazze o nel chiuso di una stanza.

Nel gennaio del 2006,dieci mesi prima della morte, Welby ha interrotto la stesura del romanzo che viene oggi per la prima volta alla luce nella versione curata da Francesco Lioce.

Postuma proprio per volontà dello stesso autore secondo il quale l’opera avrebbe dovuto ripercorrere la sua intera esistenza rimasta purtroppo incompiuta, ci viene restituita oggi come il frutto letterario di un eccezionale scrittore.

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