Ha chiesto, infatti, di poter parlare con il pm del Tribunale di Pescara, Paolo Pompa, per chiarire ulteriori dettagli. Al gip Fantauzzi ha detto che l’epiteto “infame” non era rivolto a lui, ma alla persona che era in sua compagnia. Ha aggiunto poi che non sarebbe stato Antonio a pronunciare quelle parole ma un amico della vittima.
Stando sempre al racconto fornito al giudice, Fantauzzi e la vittima dell’offesa sarebbero usciti dal pub arrabbiati e si sarebbero diretti a casa del 46enne per prendere il fucile e tornare nel locale – Fantauzzi a bordo di una moto e l’altro a bordo di un’auto – per dare una lezione al 21enne e all’altra persona che era in compagnia della vittima.
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