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Ordinanza n. 71 della Regione Abruzzo, il commento della Brandiferri

da Redazione

monica brandiferriTERAMO – Una boccata d’ossigeno per le famiglie, ma soprattutto per le donne, che hanno in casa bambini e persone disabili è arrivata con l’ordinanza n. 71 emanata dalla Regione Abruzzo. Il periodo di pandemia ha aggravato le condizioni di queste famiglie. Erano venuti a mancare servizi essenziali che erano di grandissimo supporto, tra cui i Centri diurni per persone con disabilità e con patologie psichiatriche, così come il Servizio di trasporto disabili non autosufficienti anche presso i Centri riabilitativi.

Purtroppo gestire ragazzi con gravi forme di disabilità o persone con serie patologie psichiatriche è già difficile in condizioni normali, figuriamoci in un contesto di emergenza pandemica culminato con la chiusura totale. Siamo appena entrati nella Fase 3, in cui tutto il sistema Italia è ripartito seppure a stento e nel rispetto delle prescrizioni per prevenire il Covid-19, ma purtroppo il ritorno ad una graduale normalità appare ancora lontano e difficile da attuarsi per persone con tali problematiche. Sono state tante le segnalazioni pervenute presso il mio Ufficio da parte di famiglie che non riuscivano e che non riescono a reggere il peso di una situazione particolarmente difficile.

“Un fondamentale passo in avanti – afferma la Consigliera di Parità della provincia di Teramo Monica Brandiferri – è stato compiuto con l’Ordinanza n. 71 della Regione Abruzzo. Va evidenziato che l’onere maggiore nella gestione di persone disabili all’interno del nucleo familiare è ricaduto sulle donne, che sono arrivate allo strenuo delle forze e, in alcuni casi, per svolgere tutte le incombenze, sono state costrette a rinunciare anche al lavoro. Inoltre la mancanza di servizi essenziali ha prodotto conseguenze negative anche sui ragazzi disabili, soprattutto per coloro che avevano intrapreso percorsi specifici per migliorare le loro condizioni di vita. Con la suddetta ordinanza a partire dall’8 giugno è consentita la riapertura e la ripresa delle attività dei servizi socioassistenziali, nel rispetto delle misure di prevenzione. Prendo atto con soddisfazione di questa importante ordinanza, che viene incontro alle esigenze delle famiglie e in particolare delle donne, che possono tornare così a svolgere le loro attività. Si tratta di un provvedimento di grande rilevanza anche in virtù del fatto che fino ad oggi la problematica è stata palesemente tenuta in scarsa considerazione”.