Ortenca, anni 27 dice, “L’architettura per me non è solo un mestiere, ma la mia più grande passione. Nutro la ferma convinzione che ogni giorno rappresenta una opportunità per crescere ed imparare, così da rendere migliori noi stessi ed il mondo che viviamo!”.
“Sono onorata di essere uno dei membri fondatori ed ora Presidente temporaneo del Ccet.” Entusiasta, sta già tracciando un programma interno che permetta a tutti i membri del comitato di esprimere le proprie capacità, mettendole al servizio della città. “Un comitato cittadino costituito con l’obiettivo, ambizioso, ma non certo impossibile, di riportare la cultura sotto i riflettori. Eventi, workshop, presentazioni all’insegna della cultura ed il persistente interesse verso il territorio ed i cittadini sono e saranno identificativi del nostro modo di procedere”.
Il 6 ottobre, intanto, con Edoardo De Luca, che presenta ‘Thomas vuole sapere‘, Lupieditore, ricomincia la stagione in biblioteca di incontri e autori, dopo il successo dei primi mesi, che hanno portato molte persone nel luogo della cultura. Il 13 ottobre sarà la volta di Marco Battista.
Da mesi i volontari del Ccet si offrono di tenere aperta il sabato mattina la biblioteca comunale Emidio Agostinoni, nel palazzo Baldoni, riuscendo a far risparmiare sino ad ora, 6.500 euro all’Azienda Speciale.
Il comitato è nato all’inizio del 2018. Tra le tante iniziative portate avanti in pochi mesi, oltre al calendario di incontri con l’autore, si annoverano: la petizione civile per spostare in piazza Diaz il trascurato monumento ai caduti, sito, ad ora, in Piazza Indro Montanelli; osservazioni sullo spostamento di cubatura nel PP1; la distribuzione in omaggio per i montesilvanesi della Costituzione, per ben due volte; l’incontro sull’isola pedonale, di successo, con esperti architetti, storici e economisti, sull’edificio Stella Maris.
Osmenaj infine, tiene a citare un grande architetto e saggista ungherese del 1900, Yona Friedman: ‘..che sia complesso o complicato, un ordine esiste sempre, ed è il nostro intelletto ad istituirlo. L’ordine che scegliamo non è necessariamente una caratteristica del mondo, ma dipende dall’immagine del mondo che ci portiamo dentro..’ Conclude: “Perché siamo convinti che la cultura cambi radicalmente il nostro modo di vedere e vivere il mondo e di conseguenza la nostra società!”.
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