CciclAT, insieme di numerose associazioni che operano nel campo della mobilità sostenibile in tutto l’Abruzzo e nelle Marche ,chiede al suo posto una pista ciclabile e interventi di riqualificazione ambientale
La strada litoranea Postilli-Riccio da Ortona fa discutere . Interviene anche il CciclAT – Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano – insieme di numerose associazioni che operano nel campo della mobilità sostenibile in tutto l’Abruzzo e nelle Marche, che sottolinea come la nuova infrastruttura non rispetti quanto previsto dall’art. 13, comma 4 bis, del D.Lgs. 285/92 (nuovo codice della strada) che recita: “Le strade di nuova costruzione classificate ai sensi delle lettere C, D, E ed F del comma 2 dell’articolo 2 devono avere, per l’intero sviluppo, una pista ciclabile adiacente purché realizzata in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza.”, oltre a non avere alcuna utilità per gli spostamenti locali in automobile.Il Coordinamento, quindi, invita l’Amministrazione a rivedere, nell’ottica di uno sviluppo sostenibile costiero (considerando che la Regione Abruzzo investirà oltre 10 milioni di euro per completare i percorsi ciclabili costieri abruzzesi, all’interno della Ciclovia Adriatica, itinerario ciclabile che collegherà la Puglia con il Veneto e con i grandi circuiti per ciclistici del nord ed est Europa), il progetto della strada destinando quest’ultima esclusivamente alla ciclopedonalità (con possibilità di passaggio solo a mezzi in servizio di emergenza e ai residenti), adottando, nel contempo, misure di mitigazione e compensazione ambientale che riducano l’impatto dell’infrastruttura su un territorio fragile che va preservato e tutelato.
“Il futuro è nella mobilità ciclistica e nel cicloturismo – ha dichiarato il Coordinamento – è non in nuove strade che distruggono i luoghi che vorrebbero valorizzare. Il lungomare Postilli-Riccio deve il suo fascino al fatto di essere ancora incontaminato. Aprire una nuova arteria automobilistica si rivelerebbe un boomerang con effetti disastrosi sul turismo oltre che sull’ambiente”.