Riceviamo e pubblichiamo la nota del Comitato Vincitori e Idonei Concorso Ricostruzione Abruzzo
L’AQUILA – “Rilevando, nella nota diramata dal segretario provinciale Fp Cgil, Rita Innocenzi, molte imprecisioni sia nella ricostruzione dei fatti sia nelle rappresentazioni del quadro normativo vigente, pur non volendo entrare in polemica con la stessa, ci preme puntualizzare alcuni aspetti.
Il concorso Ripam Abruzzo, lo ribadiamo ancor una volta, è stato concepito ed è stato in primis, un concorso di stabilizzazione per il personale precario. Infatti, considerando la natura dei rapporti instaurati tra le pubbliche amministrazioni colpite dall’evento sismico, veniva concessa una riserva pari alla metà dei posti messi a concorso a coloro i quali avessero maturato anche solo un anno di servizio presso gli enti, in deroga alle norme esistenti al momento dell’indizione del concorso stesso, che invece prevedevano una percentuale del 40% di posti riservati e 3 anni di servizio negli ultimi 5.
Inoltre, chi aveva lavorato nella pubblica Amministrazione aveva diritto al riconoscimento di punteggi aggiuntivi. Questo doppio vantaggio ha permesso, a tutti i riservisti idonei, anche agli ultimi posti della graduatoria di essere assunti a tempo indeterminato.
Ricordiamo che il primo degli idonei “non vincitori” ha ottenuto un punteggio alle 5 prove concorsuali pari a 100/100, svolgendo quindi prove perfette e ottenendo il massimo punteggio possibile, proprio in virtù delle regole del concorso, non ha potuto sottoscrivere il suo meritato contratto a tempo indeterminato, non potendo beneficiare del vantaggio derivante dal punteggio aggiuntivo e dalla riserva.
Non abbiamo mai sollevato polemiche su questo, conoscevamo le regole del bando, le abbiamo rispettate ed accettate nonostante fossero molto penalizzanti, ma di fronte a tali ingenerosi appellativi sono necessarie tutte le puntualizzazioni del caso, soprattutto dopo aver superato un concorso nazionale così selettivo che ha dichiarato idonei soltanto 1.000 candidati (di cui 300 vincitori) su 36.000 candidature.
Dopo essere stati giudicati da una commissione altamente qualificata, oggi stiamo reclamando ciò che la Legge, vigente in tutto il territorio nazionale, ci consente.
Ricordiamo, inoltre, che le graduatorie concorsuali hanno, da sempre, una validità di 3 anni dalla loro pubblicazione, sia per i costi elevatissimi necessari ad esperire un procedura, sia perché, possano essere sfruttate per la coperture di eventuali nuove esigenze negli anni di vigenza. Fare un concorso, per la pubblica amministrazione rappresenta un investimento, da massimizzare, e non, come lo si vuole dipingere, un fastidioso incidente.
Le graduatorie Ripam Abruzzo pubblicate a marzo 2013, sono pertanto ancora in corso di validità naturale, e non hanno ancora beneficiato di nessuna proroga, comunque concessa ope legis, con la legge D’Alia, a tutte le graduatorie nazionali portandone la scadenza al 31/12/2016.
La stessa legge obbliga gli enti, con la finalità di ridurre i fenomeni di precariato, ad instaurare i contratti di lavoro a tempo determinato esclusivamente attingendo da graduatorie formate in seguito a concorsi per posizioni a tempo indeterminato. Ciò perché vengono riconosciute come legittime le aspettative di quanti, idonei per l’assunzione presso una pubblica amministrazione, abbiano superato un concorso pubblico. Quindi le graduatorie provenienti da procedure selettive a termine, con l’entrata in vigore della legge n. 125/13, sono da ritenersi inutilizzabili.
Questo il quadro delle leggi, che si applicano alle graduatorie vigenti in tutto il territorio nazionale, non per emendamenti ad hoc derogatori della legge nazionale o delibere dell’ultimo minuto.
Le nostre rimostranze basate sul rispetto della Legge non giustificano nessun tipo di allarmismo, né da parte degli organi di amministrazione degli enti, né da parte delle organizzazioni sindacali, che non possono in alcun modo ritenersi minacciati da un comunicato in cui semplicemente diciamo che faremo valutare le nostre tesi a chi di competenza. Se si ritiene che l’affidamento ad una società pubblica regionale in house, Abruzzo Engineering e la proroga/rinnovo ai 41 precari per l’espletamento dei servizi legati alla ricostruzione rispettino puntualmente il dettato normativo, ci si dovrebbe quasi auspicare che la magistratura suggelli le proprie azioni confermandone la correttezza.
Abbiamo scelto di fare alcune considerazioni senza ribattere punto per punto, mantenendo sempre il rigore e decoro che ha contraddistinto le nostre dichiarazioni pubbliche e essendo certi che la nota, aggressiva nell’impostazione e piena di luoghi comuni e motivazioni risibili più che di contenuti normativi, oltre che di termini inappropriati come “scippare”, non faccia onore, in primo luogo, al sindacato che la segretaria provinciale rappresenta.”
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