Concerti

Paolo Fresu interpreta la Norma di Bellini a Pescara Jazz 2022

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Paolo Fresu Norma – @ Stefano Parisii

PESCARA – Dopo l’appuntamento con le canzoni di Enrico Intra e il concerto evento di Vijay Iyer Trio, domenica 17 luglio sarà la volta di un altro grande musicista: sul palco del Pescara Jazz, organizzato e promosso dall’Ente Manifestazioni Pescaresi, con la direzione artistica di Angelo Valori, arriva Paolo Fresu, straordinario trombettista di fama internazionale.

Il concerto è una rivisitazione in una moderna chiave jazzistica e strumentale di Norma, il capolavoro operistico di Vincenzo Bellini, simbolo del compiuto melodramma romantico italiano della prima metà dell’Ottocento, che continua a stupire grazie a Fresu e agli arrangiamenti di Paolo Silvestri, in scena nei panni di direttore dell’Orchestra Nazionale Jazz dei Conservatori.

“Questa operazione è molto complessa, poiché esprime il concetto cardine di questa edizione del festival, cioè il rapporto tra il jazz e la melodia, la vocalità e la musica con il testo, che in questo caso è di stampo teatrale”, commenta Angelo Valori, direttore artistico del Pescara Jazz. Lo spettacolo è dunque una rivisitazione in chiave strumentale, di alcune delle bellissime arie della Norma, con al centro la meravigliosa “voce” della tromba e del flicorno di Paolo Fresu, che prendono il posto delle grandi voci soprano che hanno reso celebre quest’opera meravigliosa di difficile interpretazione ed esecuzione, prima tra tutte Maria Callas.

Non è certamente facile fare incrociare le partiture di un vero e proprio capolavoro operistico quale la Norma di Vincenzo Bellini e il mondo del jazz. Ma Paolo Fresu, vero onnivoro dell’arte musicale contemporanea, omaggia con il massimo rispetto la meraviglia belliniana, limitandosi a definire questo progetto come: “È semplicemente la rivisitazione, in versione strumentale dove la tromba prende il posto della voce, di alcune delle bellissime arie della Norma di Bellini, prodotta proprio a Catania”.

Il progetto, commissionato nel 2017 da I Art – Sicilia Jazz Festival e dall’Orchestra Jazz del Mediterraneo, in un primo tempo era stato pensato limitatamente ad una rivisitazione delle arie più famose di Vincenzo Bellini, ma durante il lavoro di arrangiamento è stata maturata l’idea di creare una versione moderna di Norma, lasciando quasi inalterate le melodie, mantenendone spesso la forma simile alle canzoni popolari del nostro tempo e rielaborando l’armonia e la strumentazione in uno stile jazzistico. Il riferimento è andato immediatamente alla “Porgy and Bess” di George Gershwin interpretata da Miles Davis e arrangiata da Gil Evans, ed in particolare a quell’orchestrazione con sonorità “profonde” più tipiche dei colori sinfonici della musica classica dei primi anni del ‘900 e della tradizione delle big band americane.

Anche in questo lavoro solista è una tromba, quella di Paolo Fresu, che in qualche caso utilizza la sordina Harmon e il flicorno, alla quale sono affidate le melodie e buona parte degli assoli improvvisati su strutture armoniche elaborate dai brani originali. In breve, “Norma”, il capolavoro di Vincenzo Bellini, è stata “ripensata” secondo i canoni stilistici propri della musica jazz grazie ad un ensemble orchestrale e la tromba di Paolo Fresu. Le melodie sono stata lasciate intatte ma il gioco creativo è quello di ampliare i colori propri dell’esplorazione artistica e, visto il risultato è qualcosa non solo per curiosi e onnivori.

Paolo Fresu. La banda del paese e i maggiori premi internazionali, la campagna sarda e i dischi, la scoperta del jazz e le mille collaborazioni, l’amore per le piccole cose e Parigi. Esiste davvero poca gente capace di mettere insieme un tale abbecedario di elementi e trasformarlo in un’incredibile e veloce crescita stilistica. Paolo Fresu c’è riuscito proprio in un paese come l’Italia dove – per troppo tempo -la cultura jazz era conosciuta quanto Shakespeare o le tele di Matisse, dove Louis Armstrong è stato poco più che fenomeno da baraccone d’insane vetrine sanremesi e Miles Davis scoperto “nero” e bravo ben dopo gli anni di massima creatività. La “magia” sta nell’immensa naturalezza di un uomo che, come pochi altri, è riuscito a trasportare il più profondo significato della sua appunto magica terra nella più preziosa e libera delle arti. Dentro al suono della sua tromba c’è la linfa che ha dato lustro alla nouvelle vague del jazz europeo, la profondità di un pensiero non solo musicale, la generosità che lo vuole “naturalmente” nel posto giusto al momento giusto ma, soprattutto, l’enorme e inesauribile passione che lo sorregge da sempre. Il presente di Paolo è turbinoso, degno dell’artista onnivoro e creativo che tutti riconoscono in lui.

Paolo Silvestri, compositore, pianista, arrangiatore e direttore d’orchestra, ha realizzato numerosi progetti con orchestre sinfoniche, che spesso hanno avuto un esito discografico, incontrando in queste occasioni musicisti come Gato Barbieri, Jimmy Cobb, Kenny Wheeler, Tony Scott, Stefano Bollani, Enrico Pieranunzi, Dulce Pontes, Ivano Fossati, Paolo Conte, Gino Paoli, Armando Trovaioli, Peppe Servillo, Sergio Cammariere, Barbara Casini, Fabrizio Bosso, Javier Girotto ed in particolare Enrico Rava con cui collabora dal 96. In queste occasioni ha diretto prestigiose orchestre sinfoniche come l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, l’Orchestra Regionale Toscana, l’Orchestra Arturo Toscanini, la Roma Sinfonietta, l’Orchestra di Roma e del Lazio, l’Orchestra della Provincia di Bari, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana ed importanti orchestre jazz. L’ultimo disco si intitola “Rava On The Road” con Enrico Rava e l’Orchestra del Teatro Regio di Torino uscito nell’autunno del 2013 con La Repubblica e L’Espresso. Ha composto numerose colonne sonore di film e musiche per moltissimi spettacoli teatrali, musicali e di danza, tra i quali si ricordano “Un Certo Signor G”, da Giorgio Gaber, interpretato da Neri Marcorè, che ha vinto il Biglietto d’Oro per la stagione 2007/2008, e poi ancora “Monsieur Malaussene”” e “La lunga notte del Dottor Galvan”” di Daniel Pennac, “Il bar sotto il mare”, “Amlieto” e “La misteriosa scomparsa di W” di Stefano Benni. Insegna Composizione Jazz al Conservatorio di Adria e al Conservatorio di Ferrara.

L’Orchestra Nazionale Jazz dei Conservatori Italiani è stata istituita nell’anno accademico 2016/2017 ed è un progetto educativo finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione Generale per lo studente, lo sviluppo e l’internazionalizzazione dell’Istruzione Superiore, ospitato e gestito dal Conservatorio di Musica “G. Verdi” di Milano, che è stato designato, dall’anno accademico 2016/2017 e per un triennio fino all’anno accademico 2018/2019, sede dell’Orchestra. A partire dal luglio 2017, l’Orchestra ha inaugurato una prestigiosa serie di concerti in Italia, tra i quali l’appuntamento al Pescara Jazz Festival, accolto con grande calore da pubblico e critica.
Il repertorio dell’Orchestra non si rifà soltanto alla grande storia del jazz, ma propone anche progetti originali, come quelli dedicati alla rilettura delle colonne sonore scritte per il cinema. L’Orchestra vuole essere un laboratorio musicale permanente, in cui si accolgono gli stimoli provenienti dalla riflessione storica sul jazz orchestrale: si parte dalle formazioni di Kansas City passando per il Be-Bop e le Avanguardie americane ed europee fino ai giorni nostri, contemplando musiche etniche di paesi lontani e vicini, come l’Africa o le nostre metropoli multiculturali, e gli echi della musica colta contemporanea. Grande importanza rivestono lo studio delle musiche dei grandi musicisti del passato e del presente, rilette e reinterpretate anche alla luce degli esiti offerti dalla produzione musicale dei nuovi leader internazionali.

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