L’AQUILA – “Dopo oltre un mese nessuna risposta né alcun atto concreto da parte del Presidente D’Alfonso sul Parco della Costa teatina, nonostante una precisa richiesta inviata per le vie ufficiali sia a lui sia al Presidente del Consiglio Di Pangrazio”. É quanto dichiara il Presidente della Commissione di Vigilanza Mauro Febbo che spiega: “In data 29 luglio avevo inviato una lettera in merito alla risoluzione “Parco nazionale della Costa teatina” approvata dal Consiglio regionale il 14 luglio. Ho chiesto di conoscere le azioni poste in essere presso il Commissario di governo affinché provvedesse alla rettifica del perimetro proposto e della normativa tecnica transitoria in ragione degli errori e delle evidenti lacune evidenziate. Inoltre avevo chiesto di essere aggiornato sull’iter presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri affinché riesaminasse e recuperasse l’adozione e l’emanazione del Dpr di istituzione del Parco della Costa teatina, fino alla conclusione della indispensabile fase menzionata”.
“Le mie richieste – evidenzia il Consigliere di Forza Italia – sono rimaste lettera morta: né D’Alfonso né Di Pangrazio si sono degnati di rispondere. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di quanto sia superficiale e ipocrita l’atteggiamento di questa maggioranza che, passato il momento di un temporaneo e finte interesse per il Parco, sembra averlo dimenticato quasi fosse passato di moda. La modalità “omertosa” del Presidente è ancora più grave se consideriamo che durante la seduta di Consiglio del 28 luglio, lo stesso D’Alfonso si era preso l’impegno di attivarsi presso il ministero dell’Ambiente affinché venisse rivista la perimetrazione del Parco, perché effettuata con cartografie datate che sovrapposte alle attuali non davano un quadro preciso della realtà esistenze sul territorio, citando addirittura lacune come quella dell’inclusione dei territori del porto di Vasto e Ortona, peraltro già indicate in precedenza dal sottoscritto. Restano solo le chiacchiere e gli spot che non producono nulla di concreto. Evidentemente il Parco è diventato argomento marginale rispetto al rimpasto di Giunta e di poltrone e agli atti di asservimento nei confronti del Governo Renzi che per la nostra regione immagina un futuro di trivelle e metanodotti, altro che regione verde”.