Il riconoscimento, che arriva nella Giornata internazionale della Madre Terra, reso possibile grazie all’elevata geodiversità del territorio
PESCARA – Oggi, giovedì 22 aprile 2021, Giornata internazionale della Madre Terra, il territorio del Parco Nazionale della Maiella diventa Geoparco Mondiale dell’UNESCO con il nome di Majella Geopark. Un risultato importante per il territorio e per l’Abruzzo intero, che porterà sicuramente benefici a livello di sviluppo sostenibile delle comunità locali e permetterà al nuovo Geoparco di collaborare con oltre 160 territori riconosciuti in tutto il mondo. Il riconoscimento è stato possibile dall’elevata geodiversità del territorio in termini di geositi che il Geoparco Majella può vantare, in tutto 95 di cui almeno 22 hanno valore internazionale.
Il Parco nazionale della Maiella è uno dei 24 parchi nazionali italiani e uno dei tre parchi nazionali d’Abruzzo, istituito nel 1991, compreso tra le province di L’Aquila, Pescara e Chieti, con la peculiarità di presentarsi compatto dal punto di vista territoriale, raccogliendosi infatti attorno al grande massiccio della Majella, alle adiacenti montagne del Morrone ad ovest, ai monti Pizi e al gruppo del Monte Porrara ad est, fino agli Altipiani maggiori d’Abruzzo a sud-ovest, con la cima più elevata rappresentata dal monte Amaro (2.793 metri).
Al suo interno si trovano inoltre ben sette riserve naturali statali e alcuni beni d’interesse culturale, tra i più rilevanti d’Abruzzo. Sono state censite oltre 2.100 specie vegetali che rappresentano all’incirca un terzo di tutta la flora italiana; alcune specie sono state per la prima volta identificate dai botanici proprio in loco; le specie animali sono invece oltre 150, tra cui posto di rilievo spetta al piviere tortolino.
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Il cammino verso il riconoscimento è iniziato nel 2016 insieme all’Ordine dei Geologi della Regione Abruzzo che con l’Ente Parco ha siglato fin da subito un protocollo d’intesa per il progetto di candidatura, successivamente rinnovato fino alla nuova convenzione del dicembre scorso.
Alla buona riuscita del processo di candidatura hanno contribuito i geologi della Commissione Geositi e Geoparchi dell’Ordine sotto il coordinamento del responsabile del Geoparco, la geologa dell’Ente Elena Liberatoscioli, e la supervisione scientifica della professoressa Etta Patacca Scandone.
All’evento online , che si potrà seguire a partire dalle ore 14 su https://www.youtube.com/channel/UCUghhLY2we8YMUHoa6JGBbQ , organizzato dall’Unesco e dalla Rete globale dei Geoparchi (Ggn), sarà tra i relatori il presidente Lucio Zazzara. Alla cerimonia alle ore 18:00, seguirà la diretta sulla pagina Facebook del Parco Nazionale della Maiella, per commentare il prezioso risultato con i rappresentanti del Parco e dell’Ordine dei Geologi, e importanti ospiti, che hanno dato il loro contributo al riconoscimento Unesco.
Il Presidente Zazzara ha spiegato che lo stretto legame tra geologia, biodiversità e cultura storica fa della Maiella un territorio unico in cui la presenza umana è stata costante fin da epoche molto remote e ha prodotto una costante e positiva interazione uomo-natura. “Dal punto di vista geologico, la Maiella è un unicum. Rappresenta un modello di antico sistema di deposizione in ambiente marino di piattaforma-transizione-bacino, ben conservatosi grazie al fatto che non è stato molto deformato e smembrato dai movimenti tettonici che hanno portato all’orogenesi. Ogni anno arrivano qui studiosi dal mondo per fare ricerche o portare studenti a fare ‘palestra di geologia”.
Nel Parco sono censiti 95 geositi, appartenenti a 8 tipologie: stratigrafici, sedimentologici e strutturali; paleontologici; geomorfologici; geoarcheologici; idrologici-idrogeologici; minerari.
“Molte grotte sono di interesse archeologico, gli scoscesi versanti rocciosi delle montagne e i profondi valloni sono stati luogo ideale per gli eremiti nel Medioevo. Gli oltre 40 eremi della Maiella sono completamente fusi con la roccia calcarea. Negli ultimi secoli le attività pastorali, agricole e minerarie hanno lasciato evidenti segni sul paesaggio dando una forte impronta sull’economia e la società locale: muretti e capanne in pietra a secco, decine di cunicoli minerari per lo sfruttamento del bitume e infrastrutture che sono oggi beni di archeologia industriale”.
Zazzara ha concluso sottolineando che la nomina è un riconoscimento molto importante che accenderà un faro su questo territorio e su tutto l’Abruzzo.