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Parco Nazionale della Majella, le richieste di USB Abruzzo al Ministro

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Chiede al Ministro Costa di nominare un Commissario dell’Ente Parco e componenti del consiglio di amministrazione diversi da quelli in carica

PESCARA – Silvio Di Primio – Segreteria Regionale Pubblico Impiego USB Abruzzo, in una nota, lamenta la progressiva situazione di degrado in cui versa l’ente Parco Nazionale della Majella, già denunciata da diversi anni inutilmente, “nella più totale noncuranza e silenzio delle istituzioni a tutti i livelli!.

“È di questi giorni l’ennesima dimostrazione della incompetenza dei vertici politici e amministrativi del Parco -si legge nella nota- Il nuovo presidente, Zazzara, in continuità con il sistema precedente, con Delibera presidenziale del 5 maggio 2020, ha prima dato mandato al direttore facente funzione di ricorrere presso la giustizia amministrativa contro la sentenza del TAR Abruzzo, emessa a seguito di un ricorso intrapreso dallo stesso Parco contro il Ministero dell’Ambiente, che vigila sulla legittimità degli atti istituzionali prodotti dai Parchi, reo di avere annullato una delibera del Parco del gennaio 2019, che per la seconda volta aveva deciso di annullare il concorso bandito nel dicembre 2012 per individuare la terna di candidati da sottoporre al Ministro dell’Ambiente per la nomina direttore del Parco come prevede la legge. Quindi, dopo essere stato “finalmente” convocato dal Ministero dell’Ambiente, lo stesso Presidente ha emesso l’11 giugno u.s. una nuova Delibera di rinuncia al ricorso in Appello avverso la sentenza del T.A.R. Abruzzo, deliberando: È quindi necessario che codesto Ente Parco proceda ad una complessiva rivalutazione delle proprie determinazioni.

Su questa vicenda, che si protrae ormai in maniera da quasi 8 anni, ad oggi si sono quindi succedute senza esito: n. 2 sentenze del TAR Abruzzo, n. 1 sentenza del TAR Lazio e n. 1 sentenza del Consiglio di Stato, che hanno sempre visto soccombente l’ente parco.

In particolare-continuoa Di Primio-  la recente sentenza del TAR Abruzzo del 30 gennaio 2020, contro cui Zazzara voleva ricorrere, ha certificato che i vertici dell’Ente Parco della Maiella, vice presidente e consiglio direttivo, in questo frangente hanno agito in maniera sconsiderata, “contraria ai propri doveri istituzionali ed elusiva nei confronti dell’ordinanza emessa dal TAR Abruzzo” nel 2017, come anche del provvedimento emesso dal Ministero dell’Ambiente di annullamento della delibera del Parco.

In pratica era successo che il Consiglio Direttivo del parco, dopo avere ammesso al concorso 15 candidati che avevano fatto domanda nell’ormai lontano gennaio 2013, perché iscritti nell’albo nazionale degli idonei a ricoprire il ruolo di direttore di parco istituito presso il Ministero dell’Ambiente, dopo la bellezza di cinque anni, aveva finalmente visto i curricula e, in maniera arbitraria, deciso che nessuno era idoneo a ricoprire il ruolo di direttore del Parco, demandando al direttore facente funzione di bandire un nuovo concorso per direttore del Parco. Della serie faccio e disfo le regole come mi pare, prima aspetto cinque anni, poi essendo stato obbligato dal TAR Abruzzo, ammetto i candidati perché secondo la legge sono idonei a ricoprire il ruolo di direttore, poi li escludo perché a mio giudizio non li ritengo idonei. Quindi ricorro contro il Ministero che si è premesso di censurare il mio operato. Ma questo approccio “extra ordinario” alle regole non si può nemmeno giustificare richiamando l’imperizia, o il classico “capita a tutti di fare un errore”, perché due anni prima, presidente Iezzi, lo stesso Consiglio aveva già provato ad annullare lo stesso concorso, anche questa volta con una motivazione a dir poco demenziale, ovvero: siccome abbiamo notizia che il parlamento sta cambiando la legge che regola la nomina del direttore del Parco, siccome sono passati tre anni da quando è stato fatto il concorso, nel corso dei quali non abbiamo fatto niente, e siccome chi ha fatto domanda sicuramente avrà avuto altro da fare nella vita, allora annulliamo il concorso e lo rifacciamo più in là con le nuove regole che ci piacciono di più, quando ci saranno. Questi sono i soggetti che hanno amministrato e governato un Ente Nazionale come il Parco della Majella!”.

In questo caso il Ministero dell’Ambiente vigilante, parliamo del vecchio governo di centro sinistra -insiste Di Primio-, a parte una lettera di censura del Ministro Galletti, non aveva fatto niente. C’è voluto un ricorso al TAR Abruzzo di un concorrente perché si ripristinasse la legge. Infatti, il TAR ha prima con un’ordinanza ordinato all’Ente Parco di dare corso alla procedura concorsuale e nominare la terna di candidati a direttore del Parco, quindi nella sentenza, oltre a condannare l’Ente Parco ha espresso una valutazione sul comportamento tenuto dagli amministratori del Parco, che nella circostanza hanno agito sulla base di motivi “pretestuosi, fallaci e infondati. Ma se tutto questo è potuto accadere è anche perché a sottoscrivere e attestare la regolarità amministrativa degli atti prodotti dagli Organi dell’Ente in tutta questa vicenda sono stati i due direttori facenti funzione, che in questi anni si sono succeduti alla guida del Parco, in potenziale conflitto di interesse, visto che potevano trarre vantaggio a non pervenire alla nomina o ad annullare la procedura, per ricoprire così il ruolo di direttore vacante. E nemmeno questi soggetti possono invocare scuse di sorta, visto che nelle procedure fin qui adottate hanno sempre evitato di richiedere un’istruttoria o un parere al responsabile del procedimento e dell’ufficio legale dell’ente, a un certo punto della vicenda addirittura estromesso, e non si sono rivolti per il contenzioso all’Avvocatura dello Stato come prevede la legge, ma ad avvocati del libero foro di fiducia”.

“A questo punto -conclude la nota-  chiediamo al Ministro dell’Ambiente Costa, cosa aspetta a nominare un commissario all’Ente Parco a cui affidare la scelta della terna per la nomina del direttore fra i candidati al concorso e a chiedere conto delle spese sostenute per queste cause temerarie, verificare la correttezza della gestione dell’ente e del personale. Chiediamo sempre al Ministro Costa, che dovrebbe nominare i nuovi componenti del consiglio di amministrazione del Parco, se intende riproporre gli stessi soggetti che in tutti questi anni hanno preso parte e condiviso le decisioni fin qui adottate e che per l’individuazione della terna si troverebbero a dover sconfessare sé stessi. Sulla gestione del Parco Majella la USB Abruzzo, in perfetta solitudine, ha inviato diverse segnalazioni ai ministeri competenti al controllo e resta sempre in attesa che finalmente venga ripristinata la legalità in un Ente così importante non solo per l’Abruzzo”.

Pubblicato da
Marina Denegri

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