VASTO (CH) – La Comunità di San Paolo Apostolo è lieta di annunciare che giovedì 24 settembre 2015, alla presenza di S.E.Mons. Bruno Forte, ci sarà la Posa della Prima Pietra del Campanile.
Il programma dell’evento prevede alle ore 18.00 la Santa Messa e alle ore 19.00 la Benedizione di apertura del cantiere per i lavori di “Ampliamento della Chiesa con realizzazione di Campanile, Sacrestia e spazi di servizio”.
La Chiesa di San Paolo Apostolo è stata aperta al culto il 10 gennaio 1992; sono 23 anni che la nostra Comunità cristiana, che oggi conta circa 10.000 fedeli, attende di ultimare il complesso parrocchiale con la realizzazione del Campanile.
BREVI NOTE
«L’arte cristiana, “bene culturale” quanto mai significativo, continua a rendere un suo singolare servizio comunicando con straordinaria efficacia, attraverso la bellezza delle forme sensibili, la storia dell’alleanza tra Dio e l’uomo e la ricchezza del messaggio rivelato. Nei due millenni dell’era cristiana, essa è stata lo stupendo manifesto dell’ardore di tanti confessori della fede, ha espresso la consapevolezza della presenza di Dio tra i credenti, ha sostenuto la lode che da ogni angolo della terra la Chiesa innalza al suo Signore. I beni culturali si rivelano documenti qualificati dei vari momenti di questa grande storia spirituale» (Giovanni Paolo II, Discorso ai membri dell’assemblea plenaria della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa, 31 marzo 2000).
In una cultura in cui si evidenzia la dispersione delle radici cristiane e della memoria storica, campanili e campane possono incentivare l’appartenenza di una collettività al territorio e al vissuto. Quello, può rivalutarsi come «luogo» di testimonianza ecclesiale e, questo, può ridiventare «luogo» di santificazione temporale. Ne deriva che i campanili e le campane permangono strumenti idonei a esprimere pubblicamente culto, catechesi, cultura, carità.
Pur nell’attuale debolezza e fugacità dei segni collettivi il persistere del rintocco campanario obbliga almeno i cristiani a un esame di coscienza. Ciascuno deve chiedersi se le campane sono reliquia culturale o indicano il vissuto ecclesiale; deve chiedersi se le campane suonano a vuoto o raccolgono i fedeli in santa assemblea; deve chiedersi se le ore scoccano cronologicamente o indicano il pellegrinaggio spirituale verso Dio (Don Carlo Chenis, Segretario della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa).
La comunità cristiana si identifica in una Chiesa con il suo Campanile che ne è “il segno” visibile più significativo. La voce delle campane ha il compito di scandire il tempo della vita dell’uomo. La Chiesa, attraverso il Campanile e il suono delle sue campane ricorda all’uomo di rendere lode al Signore per il dono della redenzione. Ma il suono delle campane da solo non è sufficiente a cambiare il cuore dell’uomo, così come ci ricorda San Paolo: «Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna» (1Cor 13,1). Rimane, allora, per tutti il desiderio e il bisogno di dare una risposta concreta all’invito di Gesù: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri» (Gv 15,12-14.17).