Michele Fina, segretario del Pd Abruzzo, (il partito regionale promuove il ciclo assieme al Centro studi per la rinascita), nell’illustrare il ciclo di iniziative parla di un lavoro che punta a “disegnare l’albero genealogico dei democratici abruzzesi, che compone a sua volta la nostra identità. Non si tratta di nostalgia o generici omaggi, piuttosto di dare spessore alle nostre idee. Se siamo consapevoli del passato avremo maggiore capacità di futuro. Non è un caso, in questo senso, che le nostre ‘radici’ iniziano il primo maggio, nel giorno della festa delle lavoratrici e dei lavoratori, a maggior ragione in questa fase di crisi e di rapidi e profondi cambiamenti”.
Andrea Borghesi, segretario generale NIdiL Cgil (la categoria che rappresenta e tutela i lavoratori atipici), ha scritto un saggio su Trozzi, e lo descrive come “tra i primi organizzatori socialisti. Fu fondamentale il suo lavoro di alfabetizzazione delle masse operaie e contadine nei primi anni del Novecento. Fu un esponente socialista importante non solo in Abruzzo ma a livello nazionale, ebbe contatti con la frazione intransigente del Partito socialista anche se non si unì alla scissione. Quando si ritirò dalla vita politica da avvocato continuò a difendere i deboli”. Rispetto alla situazione attuale di emergenza sanitaria ed economica, Borghesi sottolinea come questa “abbia messo in luce in maniera evidente e stringente il fatto che siamo in un Paese diseguale e insicuro anche dal punto di vista sociale. Il governo ha messo in campo provvedimenti apprezzabili, per coprire anche chi non ha mai avuto ammortizzatori sociali ma il fatto è che sono comunque rimaste fuori centinaia di migliaia di persone, a causa e nelle pieghe di un sistema sociale non inclusivo. Va messo in campo un intervento più largo di sostegno di tutti quelli che hanno un qualche tipo di occupazione, subito e che duri qualche mese”. Borghesi auspica che si dia vita “a un confronto per un’iniziativa concreta per portare chi non è garantito dentro un sistema di tutele più forti. Esistono troppe tipologie contrattuali, che nascondono abusi, che sono a loro fonti di differenziazione sociale”.
La deputata del Partito Democratico Chiara Gribaudo sottolinea che “quello che viviamo è un primo maggio inedito, ma che ci deve impegnare a pensare nuovi modelli di sviluppo e di lavoro, che abbiano al centro le persone, in modo che si chiuda una stagione di precarietà e di sfruttamento”. Gribaudo ha ricordato la sua proposta, lanciata proprio in queste ore: “Visto che si deve tornare al lavoro in sicurezza, si assumano subito diecimila ispettori del lavoro. É un settore in cui siamo sotto organico, ma il loro ruolo è fondamentale perché venga dato seguito ai protocolli di sicurezza”.
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