MONTESILVANO (PE) – Riceviamo e pubblichiamo la nota di Romina Di Costanzo, Segretaria Partito Democratico di Montesilvano: “Consci della necessità di una razionalizzazione delle partecipate pubbliche e consapevoli del lacunoso modello di attuale gestione del servizio di igiene urbana in città, che proprio oggi sulla stampa ci espone al paragone di “Napoli Due”, riteniamo che uno degli elementi su cui iniziare a innestare un processo di fusione per la Nuova Pescara potrebbe essere proprio l’avvio di una fase sperimentale di gestione unificata del servizio dei rifiuti in sede d’ambito allargata. In questo quadro di superamento delle frammentazioni gestionali localistiche, nell’ottica della nuova governance dei servizi di gestione integrata dei rifiuti urbani, per ovvie ragioni l’affidamento al privato Tradeco sarebbe accantonato per privilegiare un gestore di maggiore capacità e affidabilità, quale Attiva.
Purtroppo, in questo ipotetico scenario, la scelta di avviare un processo di alienazione dei beni della società Ecoemme e l’annunciato aumento del ribasso d’asta vira verso l’inesorabile subalternità della città di Montesilvano. Non dimentichiamo che nel processo alienatorio oltre alla svendita dei beni, va a perdersi un patrimonio inestimabile in termini di autorizzazioni all’esercizio di cui la società si è nel tempo dotata.
Il contesto di unificazione del servizio si potrebbe estendere alla cura del verde e alla pulizia stradale (anche di pozzetti e caditoie) la cui manutenzione mai come in questi anni ha raggiunto livelli di gestione così scadenti anche alla sola percezione del cittadino, un aspetto che poco si addice ad una città che ambisce alla vocazione turistica.
Ciò potrebbe costituire un ancora di salvezza dando risoluzione ai contratti dei dipendenti della Tradeco, ex Ecoemme, e persino agli ex interinali di Attiva, ancora mobilitati in sciopero permanente o costituire un’opportunità per altri giovani. Tra l’altro anche Ecologica srl alla luce del Decreto Madia andrà a sciogliersi e dunque perché non pensare ad una società unica che inglobi a sé persino la società pubblica angolana Linda, per candidarsi alla gestione di tutto l’ambito?
Anziché dar luogo alla svendita del patrimonio di mezzi e capacità, l’Amministrazione avrebbe potuto mantenere Ecoemme, una volta cambiate come noto le norme che ne imponevano la soppressione e acquisendo la quota del privato sedersi al tavolo di concertazione non solo con Pescara, ma anche Spoltore e Città Sant’Angelo alla pari e chiedere all’AGIR l’affidamento in house dell’ambito, avendo piena titolarità di mezzi, autorizzazioni, risorse umane e finanziarie.
Un amministratore previdente avrebbe avuto la lungimiranza di cogliere questa opportunità anziché frenare sull’accoglimento della volontà popolare perché preoccupato di vedere diminuito o non sufficientemente valorizzato il suo ruolo, già anacronisticamente svilito.”