Sciopero di 8 ore per il mancato rinnovo del Contratto Nazionale
ABRUZZO – Le Segreterie Nazionali di Filctem Femca Uiltec hanno proclamato lo sciopero di 8 ore per il mancato rinnovo del Contratto Nazionale per le aziende del Tessile e dell’Abbigliamento.
La trattativa, a distanza di 6 mesi dalla scadenza del CCNL, si è interrotta a causa della indisponibilità delle controparti a rivedere le modalità di individuazione ed erogazione degli incrementi salariali e per le richieste di riduzione dei diritti e il ruolo negoziale delle Organizzazioni Sindacali territoriali e delle R.S.U. , – denunciano le sigle sindacali.
L’associazione datoriale vuole espressamente ridurre il potere della contrattazione aziendale, inserendo nel contratto nazionale la disciplina in materia di organizzazione del lavoro. Per filctem-cgil femca-cisl uiltec-uil la contrattazione aziendale e territoriale resta il fulcro del confronto sui temi legati alla produttività.
Il CCNL deve continuare ad essere uno strumento agile ed utile a lavoratrici/lavoratori ed imprese per disegnare congiuntamente modelli organizzativi flessibili ed efficaci in un settore così complesso.
Le imprese del mondo tessile, – denunciano i sindacati -, non vogliono sottoscrivere un ccnl che risolva i problemi e affronti le difficoltà.
Oggi,lunedì, 21 novembre 2016, i lavoratori del settore tessile e dell’abbigliamento dell’Abruzzo si ritroveranno a Penne per uno sciopero di 8 ore con una manifestazione alla quale parteciperà, in rappresentanza delle tre sigle sindacali, il Segretario nazionale della Femca Cisl Mario Siviero.
Lo sciopero non si fermerà a Penne ma continuerà con una manifestazione nazionale, perché dopo anni di lavoro condiviso non si possono negare i diritti per garantire competitività alle aziende trascurando l’importante discussione sull’industria 4.0 che attraversa, da nord a sud, il Paese.
Nonostante la volontà, più volte espressa, dalle Organizzazioni Sindacali ad affrontare le problematiche hanno preso atto che l’Associazione Datoriale, SMI Sistema Moda Italia, sembra interessata esclusivamente a ridurre diritti e salari attraverso l’affermazione di un nuovo modello contrattuale.
Questa posizione ha costretto le Segreterie nazionali e la Delegazione Trattante alla rottura del Tavolo Negoziale e l’organizzazione di una capillare campagna di assemblee informative in tutte le aziende del comprato tessile.
Dopo oltre 20 anni il settore torna allo sciopero e lo fa in difesa del CCNL un comparto dove la contrattazione di 2° livello, per cultura e per dimensione aziendale, stenta ad affermarsi. Per Filctem-Femca-Uiltec è irrinunciabile il ruolo regolatore e l’autorevolezza salariale del contratto nazionale e si impegnano a mettere in campo tutte le iniziative sindacali e mediatiche utili alla ripresa e alla positiva conclusione del confronto.
Anche le lavoratrici e i lavoratori della Moda hanno diritto a vedere rinnovato il loro contratto nazionale di lavoro.