Entro la data della proroga, il 30 giugno, si riorganizzerà e ristrutturerà il servizio delle Uccp-Utap, prevedendo una Casa della Salute
PENNE – “La Utap-Uccp Unità Complessa di Cure Primarie di Penne resterà operativa ancora per i prossimi sei mesi, ovvero sino al 30 giugno 2021. Il particolare momento di emergenza Covid-19 ha infatti suggerito di non privare il territorio e le aree interne gravitanti nella zona vestina di una struttura assistenziale che ha svolto sinora un ruolo strategico ed essenziale di sentinella sul territorio anche ai fini del contenimento della pandemia a livello territoriale, dunque un presidio di buona sanità che non può essere smantellato, ma piuttosto si coglierà l’occasione dei prossimi sei mesi a disposizione per studiare la sua riorganizzazione definitiva sempre al fine di non privare i cittadini, a partire dalle categorie più fragili, ovvero anziani, bambini e diversamente abili, del diritto alla salute. Ovviamente ringraziamo il manager della Asl di Pescara, il Direttore Generale Ciamponi, e tutta l’azienda, per la grande sensibilità dimostrata sin dal proprio insediamento nei confronti dei problemi inerenti l’organizzazione sanitaria anche e soprattutto nei piccoli centri, ma anche il Presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri che si è speso in ogni modo per tutelare la sanità a livello territoriale”. Lo ha ufficializzato il consigliere comunale di Penne e consigliere provinciale Emidio Camplese, rendendo nota la decisione assunta dalla Direzione aziendale della Asl di Pescara e fissata nella delibera numero 1748 del 28 dicembre.
“Le Unità Complesse di Cure Primarie di Penne e anche di Scafa, già Utap dal 2007, sono state convertite in UCCP in via sperimentale nel 2014, in funzione di una prevista riorganizzazione del sistema sanitario territoriale che, peraltro, prevedeva anche la riduzione dei servizi erogati dall’Ospedale ‘San Massimo’ – ha ricordato il consigliere Camplese -. A quel punto il sistema locale ha deciso di provare la funzionalità delle Unità complesse, ovvero l’Utap dell’area vestina, un complesso professionale di medici che hanno istituito una ‘Casa della Salute Vestina’ come da progetti nazionali e realtà di altre regioni, con un poliambulatorio di Medicina generale al fine di erogare quanti più servizi possibili a livello territoriale, prevedendo oltre ai medici di medicina generale anche la presenza di 2 pediatri, erogando prestazioni ambulatoriali di primo livello, come esami di laboratorio e una diagnostica di primo livello, assistenza H24 con la Guardia medica, assistenza domiciliare attraverso una cooperativa interna per quelle famiglie che non erano coperte dal servizio Adi, ed esami praticati con la disponibilità dei medici di Medicina Generale convolti nel progetto a garantire prestazioni specialistiche sulla base della propria formazione, dunque oculistica, cardiologia, chirurgia.
Di fatto l’Unità Complessa di Cure Primarie di Penne oggi è un servizio essenziale specie per la popolazione anziana, che anziché affollare gli ambulatori ospedalieri, allungando le liste d’attesa, oggi soddisfa le proprie necessità e bisogni sul territorio, attraverso le Uccp. Ovviamente si trattava di un modello sperimentale che, nel frattempo, andava e in effetti andrà adeguato anche alle nuove normative regionali in merito alla presenza di dipendenti amministrativi e infermieristici, una riorganizzazione che purtroppo nel 2020 è stata fermata dall’emergenza Covid-19 che ha evidentemente e ovviamente dirottato tutte le energie, amministrative e sanitarie, su una pandemia di livello mondiale.
Oggi, chiaramente, la convenzione tra Asl e Uccp era prossima alla scadenza e la stessa Asl, così come la Regione Abruzzo, hanno verificato l’impossibilità di chiudere l’esperienza in vista dell’allestimento di un nuovo modello organizzativo, privando di fatto il territorio vestino di un punto di riferimento assistenziale valido e strategico, con inevitabili disservizi alla collettività, oltre che con la dispersione di un patrimonio esperienziale ormai decennale. Una chiusura impossibile ancor più oggi, con un’emergenza Covid-19 ancora in atto e che di fatto ha innegabilmente visto la Uccp svolgere una importante attività di sentinella, non solo come contenimento della pandemia, ma anche come tracciamento della situazione pandemica, garantendo comunque prestazioni a medio-bassa complessità specialistica e diagnostica per necessità non differibili.
La Dirigenza della Asl con il manager Ciamponi ha dunque deciso di prorogare per altri sei mesi, ossia sino al 30 giugno 2021, l’attività delle Uccp, prevedendo anche una ulteriore implementazione dei modelli assistenziali integrati rafforzando – ha proseguito il consigliere Camplese – le cure domiciliari prestazionali in favore di pazienti non inclusi nei programmi di assistenza domiciliare integrata, e non trasportabili e le attività di prenotazione delle prestazioni specialistiche ambulatoriali, con una continuità assistenziale ventiquattro ore al giorno su ventiquattro, sette giorni su sette, accesso al Cup aziendale, dalle 8 alle 20, dal lunedì al venerdì, per le prenotazioni e il pagamento del ticket, accesso ai servizi infermieristici domiciliari per i pazienti non–Adi, con un incremento del 5 per cento delle prestazioni, l’adozione con la Asl di Pescara di protocolli diagnostici-terapeutici condivisi per le patologie di cardiopatia ipertensiva, dislipidemie e tumori cutanei con l’adozione di percorsi diagnostici ambulatoriali per la prevenzione e l’aumento del 6 per cento della prescrizione di farmaci equivalenti. La Asl coprirà il servizio svolto dall’Unità Complessa di Cure Primarie con la somma di circa 53mila euro. Ovviamente nel corso dei prossimi sei mesi si penserà alla riorganizzazione e ristrutturazione del servizio delle Uccp-Utap, prevedendo una reale Casa della Salute come in tante altre regioni italiane, un processo che dovrà essere concluso entro il 30 giugno 2021”.