PESCARA – “Piena solidarietà e sostegno incondizionato alla protesta che si stanno accingendo a iniziare i malati dializzati presso l’ospedale di Penne”.
Con queste parole il Consigliere regionale di Sinistra Italiana Leandro Bracco commenta l’iniziativa che sta per prendere avvio nella cittadina vestina e i cui protagonisti saranno coloro i quali sono costretti, loro malgrado, a delegare la propria vita a un’apparecchiatura medica.
“Il motivo per il quale questa forma di disobbedienza è stata decisa – afferma Bracco – riguarda le gravi carenze strutturali che da moltissimo tempo si trova a vivere il nosocomio pennese”.
“Proprio le sale dialisi, come d’altronde confermato anche dalla segretaria regionale dell’associazione emodializzati Eleonora Corona – prosegue il Consigliere – evidenzierebbero problematiche di notevole rilevanza la cui mancata risoluzione potrebbe ripercuotersi sulla salute dei pazienti”.
– sottolinea l’esponente di Sinistra Italiana – affinché si intervenga quanto prima per trovare una soluzione a una questione che, al di là dei pur importantissimi aspetti prettamente medici, va a intaccare la dignità dei malati”.
“I pazienti infatti – riferisce Bracco – sono sconfortati e non riescono a venire a capo dell’inestricabile macchina burocratica che dovrebbe occuparsi della risoluzione della problematica da loro segnalata. Non si può che essere d’accordo con la forma di protesta che hanno deciso di attuare.
Inutile però negare la notevole dose di rammarico che emerge da questa vicenda. In Italia e anche purtroppo nella nostra Regione, solamente dopo atti di protesta eclatanti ci si interessa delle necessità di una determinata fascia della popolazione.
Mai infatti che si riesca a prevenire e andare incontro alle esigenze di persone con le quali la vita è già stata dura di per sé. Mi auguro comunque – conclude Leandro Bracco – che l’esecutivo regionale si adoperi per occuparsi della questione e trovare una soluzione prima della pausa agostana.
In ballo infatti, oltre alla credibilità delle istituzioni, vi è la dignità dei malati. Dignità che mai e poi mai può essere anche solo minimamente scalfita”.
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