Penne, chiude i battenti la mostra “Il sapere della forma”

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Domani finissage della mostra tra arcaico e contemporaneo, inaugurata lo scorso luglio 

PENNE (PE) – Si concluderà ufficialmente domani,mercoledì 1 ottobre la mostra di scultura contemporanea “Il sapere della forma. Arcaicità e contemporaneità” inaugurata lo scorso luglio a Penne all’interno dell’ottava edizione di “Jazz and Wine”. In occasione del finissage, che si svolgerà alle 17,00 all’interno del museo archeologico Leopardi, il sindaco di Penne Rocco D’Alfonso, il presidente della Fondazione Musap Fernando Di Fabrizio e i curatori della mostra Antonio Zimarino e Laura Cutilli presenteranno il catalogo “Il sapere della forma” alla presenza dei sedici scultori che hanno partecipato a questo progetto.

La mostra è stata realizzata dalla Fondazione Penne Musei e Archivi in collaborazione con il Comune di Penne, grazie al contributo della Fondazione Pescarabruzzo. Hanno partecipato gli artisti Marco Appicciafuoco, Fausto Cheng, Angelo Colangelo, Mario Costantini, Luigi Di Fabrizio, Francesco D’Incecco, Salvatore Fornarola, Licia Galizia, Duccio Gammelli, Antonio Giancaterino, Pasquale Martini, Sergio Nannicola, Antonio Quaranta, Gino Sabatini Odoardi, Giancarlo Sciannella e Franco Summa.

«In questa rassegna ospitata negli ambienti del Museo Archeologico abbiamo ipotizzato un percorso inverso rispetto alla suggestiva e attualissima immaterialità propria della video arte – spiegano Antonio Zimarino e Laura Cutilli, curatori della mostra – Abbiamo infatti pensato di focalizzare l’attenzione sulla “materialità” della forma scultorea, mettendo visivamente in relazione le opere di alcuni significativi artisti italiani dell’area centro-adriatica con le forme e i reperti/modelli arcaici presenti nelle sale del Museo, che documentano le antichissime culture presenti proprio nel Centro Italia e nell’area Vestina. L’idea è stata quella di stimolare un dialogo tra le forme arcaiche e quelle della contemporaneità, per scoprire un sapere comune, ancora oggi presente nonostante le mutate condizioni tecnologiche e sociologiche, laddove ‘il sapere’ sta per quell’insieme di conoscenze che si sono acquisite con lo studio o che si possiedono attraverso l’esperienza. Le opere di scultori che appartengono a generazioni e linguaggi diversi esprimono infatti la forza di un legame millenario, mai estinto con la forma che si è esibita nel quotidiano, nel mistico e nel monumentale».

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