L’Arcivescovo parla di “soffio” e “vento impetuoso”, soltanto apparentemente in contraddizione e invita ad aprire cuore e mente
PESCARA – Nel giorno della Pentecoste, l’Arcivescovo di Pescara, Tommeso Valentinetti, ci parla in un video della Solennità e della parola “soffio”.
“Nel testo evangelico si dice che Gesu soffio sugli Apostoli e disse: Ricevete lo Spirito Santo. – dice Valentinetti- Negli Atti degli Apostoli , narrando la dicesa dello Spirito, si dice che nel Cenacolo si udì un rombo di vento impetuoso. I due elementi sembrano in contraddizione. Da una parte ci descrive lo Spirito come un soffio, dall’altra parte come un soffio di vento impetuoso. É la caratteristica dello Spirito. Lo Spirito é gentile, semplice, discreto, riesce a raggiungere le profondità dell’anima e, per farlo, ha bisogno di tanta delicatezza e sensbilità. Ecco allora che la parola soffio, che forse faceva pensare ad un alitare continuo di Gesù su quella Comunità nascente, che riusciva a roaccogliere nell’intimità più profondo cio che veniva donato dopo la Resurrezione
“Dall’altra parte la potenza che si manifesta come vento impetuoso: -prosegue l’Arcivescovo- Dio, quando vuole, si manifesta con potenza. Quante volte abbiamo sperimentato questa potenza nella vita, sconvolegeno i piani degli uomini e imponendo quelli di Dio? E quante volte questa potenza si é manifestatato nella storia della Chiesa? Apriamo il cuore perché il soffio sia ancoa presente nel nostro corpo e nella nostra anima. Apriamo la mente cosicché quando il soffio arriverà nella nostra vita saremo pronti ad accoglierlo”.