“Era una notte che pioveva”, di Gian Marco Montesano con la collaborazione artistica di Giulia Basel, quest’ultima anche in scena con Umberto Marchesani.
L’appuntamento è per venerdì 3 Marzo 2017,alle ore ore 21.00 e domenica 5 marzo alle ore 17.30 al Florian Espace.
L’Italia e l’Europa in conflitto. Il riaffiorare, dopo cent’anni, di un ricordo lontano ma inquieto. La Prima Guerra Mondiale. Per fare memoria di una umanità spezzata, tragicamente sofferente ma quasi sempre assolutamente dignitosa. Una umanità assunta al maschile e al femminile nel contempo, visione non consueta trattandosi della “narrazione” di storie e fatti di soldati. Due interpreti, l’Alpino e la Crocerossina. Le lettere e i diari. E la luce emersa dall’orrore delle trincee : la scrittura.
Milioni di lettere scritte da chi non sapeva scrivere, soldati d’ogni luogo che, nell’analfabetismo largamente diffuso lungo i 40.500 Km. di trincee scavate, torcendo e inventando grammatiche, mettendo in croce i segni di scrittura trovarono l’unico sollievo al peso tremendo della loro croce fisica.
Donne colte, le Crocerossine, che scrivono diari per ricordare le sofferenze dei più umili tacendo le proprie, e i loro feriti che generano una scrittura come il balbettare del corpo sofferente, solo per “far sapere a casa” che “tutto va bene”.
Donne, uomini e 40 milioni di animali (cavalli, muli, cani e piccioni viaggiatori) morti in battaglia al servizio delle truppe. “Era una notte che pioveva e che tirava un forte vento” dice la canzone degli Alpini e così questo progetto che non pretende di soffiare come vento della Storia ma, semplicemente, ritornare puntuale come vento del ricordo.
“Forse può essere utile a tutti noi italiani, ora che abbiamo sempre meno fiducia in noi stessi e nel nostro futuro, ricordare che un secolo fa l’Italia fu sottoposta alla prima grande prova della sua giovane storia. Poteva essere spazzata via; invece resistette.
Dimostrò di non essere soltanto “un nome geografico”, come credevano gli austriaci, ma una nazione” Aldo Cazzullo (La guerra dei nostri nonni) “Cesura storica o (e?) mattanza di massa; ultima guerra ottocentesca oppure prima contemporanea; oscena fucina di morte o evocatrice di modernità; fine di un Mondo oppure incipit epocale? (…)
Quante parole (sì, è stato anche un conflitto di parole) generate e parlate e scritte intorno al sangue, al rivolgimento degli spazi fisici, alla mutazione degli orizzonti mentali di milioni di uomini e donne? e quante le interpretazioni di una guerra non a caso percepita e detta “Grande” già da chi allora la stava vivendo e ne moriva?” Enzo Fimiani ( Dizionario della Grande Guerra )
Venerdì dopo lo spettacolo, per “Incontri a teatro” seguirà un colloquio con la compagnia a cura di Paolo Verlengia.
Biglietti: intero € 10 ; ridotto € 8 ; professionale € 6 (per gli allievi delle scuole di teatro convenzionate) E’ consigliata la prenotazione.
Info e prenotazioni: FLORIAN METATEATRO Via Valle Roveto 39 – 65124 Pescara tel. 085 4224087 – 085 2406628 – 393/9350933
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