Dopo aver ottenuto 4 punti nelle ultime due gare, grazie al “fattore F”, il Pescara è chiamato ad un test probante contro una squadra che riporta alla mente di Zeman la più grossa disfatta della sua carriera
Quattro punti in due partite, due gol fatti e uno subìto. A leggere così le ultime due partite si direbbe che il Pescara abbia fatto un salto di qualità a livello difensivo e di cinismo. Se si analizzano invece lo sviluppo delle due partite, si nota invece come, invece del fattore “Z” di Zeman abbia trionfato il fattore “F” di Fortuna.
Se con il Sassuolo, gli abruzzesi avevano giocato per i primi 24 minuti di gioco (e cioè dal 2′ al 26′ del secondo tempo) contro il Cittadella è stato un monologo dei veneti e solo uno strepitoso Anania ha evitato una goleada agli uomini di Zeman. La classica legge del calcio “gol mangiato, gol subito” ha fatto sì che, con l’unico tiro in porta di tutta la partita, i biancazzurri portassero a casa tre punti.
La classifica degli abruzzesi in questo momento è paradossale se ci si pensa bene. Zeman, l’allenatore che preferisce fare gioco che portare a casa il risultato, sta ottenendo i risultati, senza mostrare il gioco propositivo di avvio stagione.
TUFFO NEL PASSATO – Nel posticipo di questa sera, il tecnico boemo affronterà la pagina più nera del suo passato da allenatore. Il Brescia infatti, non è stata solo l’unica squadra del Nord allenata dal Boemo in Italia, ma anche la pagina più nera della carriera del boemo nel Paese dello stivale. Nel marzo 2006, infatti, con una mossa a sorpresa, Corioni esonerò Maran, con il Brescia quinto in classifica in serie B, e appena uscito vittorioso per 3-0 proprio contro il Pescara.
Il boemo, rivoltò il Brescia come un calzino, impostando la squadra, passando dal 3-5-2 al suo integralissimo 4-3-3 e dichiarando di voler vincere le restanti 11 partite. Risultato: 8 punti su 33 e la squadra che da quinta scivolò fino al decimo posto. Un capolavoro al contrario, insomma. Ora, Zeman, mai rimpianto in Lombardia, è atteso ad una prova importante contro un Brescia, che, partito senza i favori del pronostico, sta facendo un ottimo campionato, con una squadra piena di giovani.
LE STELLE DEL BRESCIA – Tra i ragazzi messisi fin qui in mostra nella squadra di Scienza, il più interessante è certamente, l’argentino Juan Antonio. Il primo è arrivato nell’estate dello scorso anno, ma, chiuso da Diamanti e Konè, è andato in prestito a gennaio all’Ascoli, insieme a Feczesin, per poi tornare da protagonista, con il compagno di squadra, a Brescia. Promessa del River Plate, dove però, a causa del pessimo momento in cui vivevano gli argentini, e di qualche infortunio ha avuto poco spazio, nonostante l’altezza (1.86 cm), è dotato di una velocità e di un cambio di passo impressionanti. La sua mobilità gli permette di piantare in asso gli avversari o saltarli come birilli. Accanto a lui si muovono giocatori di spessore come Jonathas, Salamon e El Kaddouri.
Anche Jonathas è arrivato lo scorso anno, a gennaio, dall’Az Alkmaar per la precisione, ma anche lui era chiuso dato che in avanti giocavano Caracciolo ed Eder. Ceduti i due, il brasiliano ha trovato una maglia da titolare, dimostrando tutto il suo valore e segnato fin qui 4 gol. Il polacco Salamon e il belga El Kaddouri sono altri due giocatori da tenere d’occhio. Sono a Brescia da più tempo dei due compagni sopra citati, essendo arrivati in Italia giovanissimi, e dopo aver fatto la gavetta, sono arrivati in pianta stabile in prima squadra. Salamon, tra l’altro, conosce benissimo Zeman e il suo gioco, avendo giocato proprio l’anno scorso a Foggia, con il boemo, e con gli altri attuali biancazzurri, Romagnoli, Konè e Insigne. Il Brescia è una squadra che gioca un calcio, veloce e aggressivo, ma non scriteriato (7 gol incassati fin qui) che ben si sposa con le caratteristiche di spregiudicatezza del Pescara.
INSIGNE ARMA IN PIÙ – Gli abruzzesi dal canto loro, potranno contare sul ritorno di Insigne, giocatore in grado di assicurare con le sue accellerazioni, il cambio di passo alla manovra biancazzurra. Zeman potrebbe riproporre Verratti in cabina di regia, al posto di Togni, fin qui sempre deludente. Il numero 10 abruzzese dovrebbe comporre il centrocampo con Cascione e Konè, mentre in attacco, sarà di scena il tridente più affidabile, Insigne-Immobile-Sansovini. Proprio su questi tre si fondano le speranze di successo dei biancazzurri, in considerazione anche del fatto che le “rondinelle” potranno contare per questa gara, su un solo centrale di ruolo, De Maio. Dal canto suo, il Pescara, dovrebbe ritrovare Romagnoli al centro della difesa.
Sarà certamente una partita spettacolare, dove la differenza la faranno i singoli. Il Pescara visto nelle ultime partite, parte sicuramente battuto e con un passivo pesante, ma ogni gara ha uno sviluppo a sé. I biancazzurri fin qui hanno fallito tutti i test probanti per dimostrare di poter competere a grandi livelli. Ora la voglia di rivalsa di Zeman, e la volontà dei giocatori di riproporre il gioco spettacolare del loro allenatore, potrebbero essere due armi in più in questa sfida che, dirà molto sulle ambizioni di entrambe le compagini e anche sul reale potenziale delle stelline in campo al “Rigamonti”.