PESCARA – Venerdì 5 maggio, alle ore 21.00 al Florian Espace, il Florian Metateatro presenta per Teatro d’Autore e altri linguaggi / La storia si fa teatro la compagnia Frosini-Timpano in “Acqua di Colonia”.
Testo, regia, interpretazione Elvira Frosini e Daniele Timpano consulenza Igiaba Scego voce del bambino Unicef / Sandro Lombardi aiuto regia e drammaturgia FrancescaBlancato scene e costumi Alessandra Muschella e Daniela De Blasio disegno luci Omar Scala progetto grafico Valentina Pastorino
Uno spettacolo di Frosini/Timpano produzione Accademia degliArtefatti, Kataklisma Teatro con il contributo produttivo di Fondazione Luzzati Teatro della Tosse, Romaeuropa Festival, con il sostegno di Armunia si ringrazia il Teatro di Roma – Teatro Nazionale
Noi siamo colonialisti? Lo siamo stati? Che ne sappiamo? E che c’entriamo? E oggi cosa siamo?
Torna dopo lungo tempo a Pescara Daniele Timpano, di cui il pubblico del Florian ha avuto modo di apprezzare la brillante e originale ironia in spettacoli quali “Dux in scatola” e “Ecce Robot”, e torna con Elvira Frosini con la quale ha avviato da qualche stagione un collaudato sodalizio di teatro e di vita.
Il colonialismo italiano. Una storia rimossa e negata, che dura 60 anni, inizia già nell’Ottocento, ma che nell’immaginario comune si riduce ai 5 anni dell’Impero Fascista. Cose sporche sotto il tappetino, tanto erano altri tempi, non eravamo noi, chi se ne importa. È acqua passata, acqua di colonia, cosa c’entra col presente?
Eppure ci è rimasta addosso come carta moschicida, in frasi fatte, luoghi comuni, nel nostro stesso sguardo. Vista dall’Italia, l’Africa è tutta uguale, astratta e misteriosa come la immaginavano nell’Ottocento; Somalia, Libia, Eritrea, Etiopia sono nomi, non paesi reali, e comunque “noi” con “loro” non c’entriamo niente; gli africani stessi sono tutti uguali.
E i profughi, i migranti che oggi ci troviamo intorno, sull’autobus, per strada, anche loro sono astratti, immagini, corpi, identità la cui esistenza è irreale: non riusciamo a giustificarli nel nostro presente. Come un vecchio incubo che ritorna, incomprensibile, che ci piomba addosso come un macigno.
“Dalla confusione iniziale (figlia delle nostre paura odierne e del nostro rimorso per il passato) si passa a un’impalcatura testuale molto più articolata. La chimica tra Frosini e Timpano è perfetta e ancora una volta i due attori e autori riescono a raccontarci un pezzo della storia italiana, facendo letteralmente a pezzi le nostre fragile certezze. “Acqua di Colonia” (un titolo bellissimo, che ci ricorda come quanto hanno fatto i nostri connazionali in Africa ci resterà addosso e sarà difficile da lavare via) è uno spettacolo importante, corposo e pedagogico, senza per questo risultare noioso e saccente. Frosini e Timpano, con i loro lavori che scandagliano la storia e la società italiana (come “Aldo morto” e “Zombitudine”) hanno ribaltato e rinnovato il concetto stesso di teatro civile….” (Diego Curcio, GenovaQuotidiana, novembre 2016).
Dopo lo spettacolo per Incontri a teatro seguirà un colloquio con la compagnia a cura di Paolo Verlengia.
Biglietti: intero € 10 ; ridotto € 8 ; professionale € 6 (per gli allievi delle scuole di teatro convenzionate). É consigliata la prenotazione.