La rassegna avrà inizio nel fine settimana. Il programma completo
PESCARA – Riprende a marzo la fortunata rassegna di danza Corpografie che Artisti per il Matta organizza dal 2014 con la direzione artistica di Anouscka Brodacz. Corpografie è anche una Rete per la promozione della danza e delle arti performative, che, partita nel 2014 con tre realtà: Artisti per il Matta/Gruppo Alhena (Pe), Gruppo E-motion (Aq) e Core (rete di residenze di danza del Lazio) conta ora altre realtà come Oplas / Centro Regionale della Danza Umbria, Resextensa delle Puglie, Neo rete di danza della Campania, Atacama Lazio, Fin@Pic della Sicilia.
L’intento di queste organizzazioni è di promuovere i linguaggi contemporanei al fine di creare un rinnovato sistema di fruizione aperta alle collaborazioni e ai diversi linguaggi della scena, favorendo la mobilità delle realtà produttive nazionali, sia giovani che consolidate e dimigliorare le condizioni della creazione contemporanea nel settore della danza e delle arti performative, contribuendo allo sviluppo di un mercato culturale di alta qualità. Il progetto ha il Patrocinio del Comune di Pescara.
“È la ripresa di un progetto fortunato – ha sottolineato la direttrice artistica, Anouscka Brodacz – abbiamo fatto una stagione molto dura fino al 7 dicembre al Matta in collaborazione con il Teatro de L‘Aquila. Questa rete si è allargata in modo importante. Quest’anno partiamo sul nord Italia e sull’estero. È una rete di compagnie di danza, in questo modo facciamo circolare le nostre attività e mettiamo in rete dei coreografi che hanno già delle date per il 2015. Molti giovani che si occupano di danza solitamente vanno all’estero. Come rassegna quest’anno partiamo con due appuntamenti di alto livello con uno dei più grandi studiosi italiani di corpo in scena, Enrico Pitozzi, che ha organizzato un laboratorio tecnico-pratico e che fa delle coreografie in giro per il mondo. Questa cosa è nata da un’invenzione ‘rubata’ ai francesi che sono un po’ più avanti di noi sotto questo punto di vista. Ci sarà una serata con sette coreografi che sono arrivati da noi attraverso scambi culturali tra Cina e Italia. Abbiamo conosciuto questi ragazzi che hanno fatto una tesi interessantissima su una danza cinese che è millenaria, questa danza è stata mescolata con la danza post moderna americana”.
IL PROGRAMMA COMPLETO:
Primo appuntamento del 2015 è il laboratorio “Corpografie: pensare il corpo” a cura dello studioso Enrico Pitozzi, il 14 e 15 marzo presso lo spazio Matta di Pescara (sabato 14 marzo dalle ore 15 alle 20, domenica 15 dalle ore 10 alle 15).
Il seminario ha per oggetto il corpo, l’analisi del movimento e la composizione della presenza scenica. Il seminario intende disegnare un vero e proprio pensiero del corpo così come emerge dalla scena contemporanea, senza tuttavia dimenticare le connessioni che lo inscrivono nel contesto della storia delle teoriche teatrali, della filosofia e delle arti visive. Tale ciclo di lezioni è pensato per integrare, sul piano teorico/pratico, la formazione di giovani professionisti: attori, danzatori, coreografi e performer.
Enrico Pitozzi insegna “Forme della scena multimediale” presso il Darvipem – Dipartimento delle Arti visive, performative e mediali dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna ed “Estetica delle Interfacce” alla Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. È stato visiting professor presso la Faculté des Arts de l’Université du Québec à Montréal, Uqam (Canada) e visiting lecturer presso l’Université Sorbonne Nouvelle – Paris III (Francia) nel programma europeo Teaching Staff Training 2013. Tiene seminari e conferenze presso diverse Istituzioni e Università in Canada, Brasile, Europa. È membro del progetto di ricerca “Performativité et effets de présence” dell’Uqam (Canada); del progetto di ricerca « Poéticas Tecnologicas » de l’Universidade Federal de Bahia (Brasile) oltre che del “MeLa research lab” dello Iuav di Venezia. È vice-caporedattore della rivista di arti performative Art’O , membro della redazione di “Culture Teatrali” e del comitato scientifico delle riviste “Antropologia e Teatro” e delle riviste brasiliane “Moringa” e “Map D2 Journal – Map and Program of Arts in Digital Dance and Performance”. Ha animato il seminario interno alla 37° Biennale del Teatro di Venezia 2005 diretta da Romeo Castellucci. Ha partecipato nel maggio 2013 – in qualità di docente – al progetto Biennale danza College della Biennale di Venezia, Settore Danza, diretto da Virgilio Sieni, con il quale collabora anche per la Biennale Danza 2014.
Nel week end successivo, 21 e 22 marzo, sempre al Matta, grande iniziativa dedicata alla Cina, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Danza e con il Gruppo E-motion.
Sabato 21 marzo alle ore 21 La Cina al Matta. Grande serata dedicata alla Cina contemporanea con le coreografie di alcuni danzatori e coreografi provenienti da varie regioni della Cina, venuti a Roma con un progetto internazionale presso l’Accademia Nazionale di Danza. Verranno rappresentate alcune creazioni dei coreografi Jiang Chu Rui, Song Naj Long, Han Han e Zheng Lu. Il fulcro della serata è costituito dalla danza “Yangee”, tipica danza tradizionale cinese, riproposta da Zheng Lu con una sperimentazione sulla casualità tipica della post-modern dance americana.
La danza verrà interpretata da 5 danzatori: Jiang Chu Rui, Song Naj Long, Han Han, Xie Jing, Yu Haoping. E verranno elaborate 8 forme tipiche dello Yangee, diverse a seconda del sesso del danzatore: Riso, Farina, Agnello, Esercito, Terra, Raccolto, Fiume e Strada.
Cos’è lo Yangge? É una danza dell’etnia Song che deriva dal lavoro agricolo dei contadini cinesi ed ha una storia millenaria. É una forma artistica complessa che integra il canto, la danza e l’opera lirica; è il patrimonio culturale più importante e prezioso della Cina.
Per spiegare meglio lo Yangge occorre andare indietro nella storia e spiegare come questa danza popolare è diventata il cuore della folk dance cinese. Da quando il Partito Comunista Cinese (Pcc) è salito al potere ha sempre affermato che le arti performative come la danza sono necessarie per educare le masse. Lo Yangge era uno strumento della cultura popolare usato dal Partito Comunista per coinvolgere e far accettare la sua politica dagli operai, dai contadini e dai soldati, così come dichiarato da Ma Zedong nel suo “Yan’an Talks” nel 1942. Il leader del partito comunista cinese Ma Zedong tenne nel maggio del 1942 tre seminari artistici a Yan’an, durante i quali fece un discorso importante che sarà conosciuto come il Discorso del Seminario Artistico a Yan’an. Nei seminari artistici, Ma Zedong ha indicato chiaramente i problemi teorici e pratici incontrati per lo sviluppo artistico della classe proletaria cinese.
Dopo i seminari, si è concluso che “L’arte deve essere al sevizio dei soldati, dei contadini e dei lavoratori”. Il partito comunista cinese, organizzo già dal 1949 la prima squadra militare della danza Yangge. Lo Yangge moderno (modificato dal Partito Comunista Cinese) può essere presentato non soltanto nelle piazze dei villaggi, ma anche in teatri.
Seguiranno, nel corso della serata, altre coreografie contemporanee: “Episodio” di Song Nailong (vincitore Premio Roma 2014, 2° posto); “Dance of DeShou palace” di Jiang Chu Rui; “Basso forte piano alto”creazione collettiva con la direzione di Enrica Palmieri. Musica dal vivo a cura di Marco Ariana; “Uomo di Etnico Han”di Zheng Lu; “Addio amore” danza tradizionale; “Un raggio di speranza” di HanHan. Chiuderà la serata una danza tradizionale dell’antica Cina “Stagione di raccolto” (la danza dei ventagli)a cura di Zheng Lu.
Domenica 22 marzo alle ore 11 Laboratorio di Danze tradizionali dell’antica Cina a cura di Zheng Lu.
“Dopo aver concentrato il suo interesse al sud – ha detto l’assessore alla Cultura del Comune di Pescara, Giovanni Di Iacovo – ora Anouscka si è concentrata sull’estremo oriente. Quando si parla di Cina lo si fa per i diritti sociali o per la grandezza economica con cui il mondo ha a che fare. La danza credo che sia uno dei più grandi aspetti della cultura. Ci sono dei linguaggi che puntano sulla tradizione e dei linguaggi molto moderni. Penso che per Pescara sia un’occasione enorme anche perché avremo il grande piacere di avere l’ambasciatore cinese in Italia. Dobbiamo imparare a guardare gli altri Paesi per possibili scenari futuri. Il tutto si svolgerà in uno spazio a cui sono molto legato che è il Matta e mi auguro che ci sia una grande partecipazione”.