PESCARA – Ieri mattina la Commissione Cultura presieduta da Augusto Di Luzio ha effettuato un sopralluogo presso la Fonte Borea, riemersa in autunno durante i lavori nella zona a elevato interesse archeologico per la città di Pescara,per verificare gli interventi inadeguati realizzati sulla stessa.Infatti la ditta,impegnata nei lavori di riqualificazione di via Fonte Borea, anziché scavare per verificare la presenza o meno della vasca ai piedi della storica fontana , ha provveduto a sistemare il tappetino di asfalto proprio sino ai suoi piedi , senza tuttavia danneggiarla.L’asfalto dovrà essere rimosso, ma nel frattempo si chiederà anche alla Sovrintendenza di certificare il valore storico del sito archeologico ponendo un vincolo specifico per la tutela e la salvaguardia della fontana riemersa, riportata alla luce dai volontari dell’Archeoclub,facendo delineare il suo perimetro, una Fonte che doveva essere di acqua potabile ed ha chiare tracce dell’epoca romana e poi del 1700-1800.
Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia sull’argomento ha detto:
“Inizialmente mi erano state riportate notizie allarmanti, inerenti, addirittura, la distruzione dei reperti venuti alla luce appena lo scorso ottobre, notizie venute fuori dal sopralluogo della Commissione Cultura. Fortunatamente un’ulteriore e opportuna verifica da parte dei tecnici ci ha permesso di smentire la notizia, e accertare la verità dei fatti. Fonte Borea non è stata distrutta ma è esattamente dove è riemersa, ossia ai piedi di via Fonte Borea. Parliamo di una Fonte, testimoniata tra il 1700 e il 1800, che ha poi dato il nome alla strada stessa, ricordata anche da Giuseppe Quieti che, iniziando i lavori di riqualificazione della strada, ci aveva sollecitato massima attenzione avanzando tale possibilità. Tale ipotesi era stata trasferita alla Sovrintendenza che ha disposto la presenza sul cantiere, durante i lavori di scavo, di un archeologo proprio perché la zona dei lavori è di forte rilevanza archeologica: sappiamo per certo che nell’area ci sono stati insediamenti anche di periodo romano, e in passato, durante lo svolgimento di altre opere, sono stati ritrovati cocci anche di epoca pre-romana, peraltro una zona a pochi passi da Colle del Telegrafo. Iniziati i lavori in via Fonte Borea è subito riemersa l’antica Fonte un autentico gioiello, testimonianza della nostra storia: gli atti ne provano l’esistenza già nel 1700-1800, ma la struttura originaria, e il particolare tipo di malta rintracciata, lasciano presupporre che la Fonte possa essere già di periodo romano. Sappiamo per certo che si trattava di una fonte di acqua potabile, sulla quale c’è già un vincolo archeologico proprio per la zona in cui si trova. Riportata alla luce la parte in superficie della Fonte, dopo un sopralluogo congiunto con la Sovrintendente, abbiamo disposto con l’impresa che si cominciasse a scavare ai piedi della Fonte per rintracciare la vasca che presumibilmente esisteva a un livello inferiore rispetto al piano stradale, probabilmente sepolta da strati di asfalto. Gli scavi, in questo caso, non potevano essere eseguiti con la benna, proprio per timore di danneggiare i reperti, ma dovevano essere proseguiti a mano, ossia con il piccone e gli scalpelli. Nel frattempo abbiamo dato mandato di predisporre con la Sovrintendenza, ‘blindati’ dalla presenza preziosa del consigliere Licio Di Biase, storico oltre che delegato al Recupero e alla Valorizzazione del Patrimonio storico cittadino, la messa in sicurezza del sito, pensando, ad esempio, se fosse necessario chiudere l’eventuale vasca con un vetro carrabile, in modo da garantire comunque la circolazione viaria in assoluta sicurezza, ma comunque permettere alla città di conservare una traccia importante del proprio passato. Eravamo certi che la materia fosse oggetto di attenzione, e invece oggi la Commissione cultura ha consentito di verificare che la Fonte Borea è ovviamente al suo posto, ma l’impresa incaricata dei lavori anziché effettuare lo scavo a mano ha provveduto a sistemare l’asfalto di chiusura del cantiere, arrivando sino ai piedi della fontana, con un leggero rialzo del piano stradale. Ovviamente la constatazione ci ha permesso di smentire il primo allarme, circa una presunta devastazione della fontana con la rimozione degli elementi in mattone: probabilmente i consiglieri non avevano visto sin dall’inizio il reperto riemerso e oggi pensavano che quei mattoni un po’ rotti e sospesi fossero il frutto di un colpo di benna. Invece Fonte Borea è esattamente quella che si vede; è però chiaro che l’opera di ritrovamento va completata, esattamente come preventivato e deciso lo scorso ottobre, quindi chiederò spiegazioni circa il completamento dell’opera, disponendo la rimozione dell’asfalto e la realizzazione dello scavo a mano per il ritrovamento dell’eventuale vasca. Al tempo stesso solleciterò però l’attenzione della Sovrintendenza che dovrà decidere se certificare o meno la rilevanza storica del ritrovamento ponendo uno specifico vincolo istituzionale a tutela del bene, cosa che solo la Sovrintendenza, e non il Comune, può fare”.