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Pescara, Albore Mascia su Piano Regolatore Portuale

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Dopo la Conferenza dei Capigruppo  il  sindaco rende nota  la data della  seduta straordinaria del Consiglio comunale

PESCARA – Il  sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, ufficializzando l’esito del vertice odierno  dei Capigruppo,ha detto che si svolgerà il prossimo 16 maggio la seduta straordinaria del Consiglio comunale di Pescara per la ratifica dell’intesa tra Comune e Direzione Marittima propedeutica all’invio del Piano regolatore portuale all’attenzione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Lo ha deciso questa mattina  la Conferenza dei Capigruppo che, al fine di evitare la strumentalizzazione politica dell’evento, a nove giorni dal ritorno alle urne, ha anche deciso di tenere la seduta a porte chiuse, in modo da concentrare la discussione sull’atto tecnico portato all’approvazione dell’Assise. A questo punto entro la settimana entrante l’atto verrà esaminato e discusso dalle Commissioni Lavori pubblici, presieduta da Armando Foschi, e Grandi Infrastrutture, per i pareri di merito, per poi arrivare in Consiglio per approvare un atto fondamentale per la città, un atto che richiederà senso di responsabilità da parte di tutte le Forze politiche perché sul via libera a quel Piano si gioca il futuro sviluppo del nostro porto canale.
“Purtroppo – ha ricordato il sindaco Albore Mascia – il Porto di Pescara è vittima di un assurdo travaglio che ha impegnato i nostri cinque anni di amministrazione. Inutile ricordare l’intera vicenda del dragaggio del porto, una vicenda nella quale il Comune, e lo dico con dolore, non ha competenza perché il nostro è un porto nazionale e come tale tutte le decisioni sono state assunte da Roma, dal Consiglio Superiore ai Lavori pubblici, decisioni che, tra mille problemi e difficoltà, hanno dilatato in maniera insostenibile i tempi di intervento per la bonifica dei fondali, con disagi enormi per l’intero comparto marittimo, dunque la marineria, il traffico merci, il traffico passeggeri, con mesi vissuti in stand by e con il fiato sospeso, cercando di sostenere, in ogni modo, oltre 300 famiglie che da un giorno all’altro si sono viste costrette a tirare i remi in barca sperando nella sorte. Il Comune è stato, con Regione e Provincia, l’Ente che ha vissuto sulla propria pelle tutta la sofferenza di quei mesi, con i viaggi della rabbia a Roma, dove abbiamo sbattuto i pugni sul tavolo per farci ascoltare. E alla fine ce l’abbiamo fatta, ma con sacrifici enormi pagati dalle Istituzioni locali e dalla città. Ma non è finita, perché tutti abbiamo sempre avuto la piena consapevolezza che certamente il dragaggio estemporaneo o periodico è solo una panacea, ma non la soluzione del male, perché fino a quando sul nostro porto non verranno effettuati interventi strutturali il fenomeno dell’insabbiamento, purtroppo, si ripresenterà e lo abbiamo visto nei giorni scorsi con il ‘caso’ della motocisterna Galatea. E per questo abbiamo continuato a lavorare per cinque anni per portare avanti il Piano Regolatore Portuale, uno strumento che complessivamente prevede interventi per 100milioni di euro di investimenti, ma che ovviamente andrà realizzato per lotti di completamento, aprendo, ogni volta, una fase di ascolto e di confronto con la città e, soprattutto, con quelle categorie produttive che prime di altre verranno direttamente interessate da tali opere, proprio per non ripetere gli errori del passato, quando Pescara si vide calare dall’alto una diga foranea che è sempre stata un corpo estraneo, un’opera senza dubbio nata sull’onda di un’emergenza, ovvero un porto scoperto alle correnti che aveva causato anche la perdita di vite umane, e dunque l’esigenza di trovare un rimedio immediato. Ma, come tutti ben sappiamo, quella diga è poi divenuta essa stessa ‘il’ problema per eccellenza per il nostro scalo marittimo. Ovviamente abbiamo preso in mano il Piano Regolatore Portuale, portando avanti tutte le procedure che facevano capo al Comune, compresa la fase delle osservazioni. Poi, nel gennaio 2013, dunque 15 mesi fa, abbiamo trasmesso le osservazioni pervenute contro il Piano regolatore portuale alla Regione Abruzzo che sostanzialmente era chiamata a emettere il Decreto di Valutazione ambientale strategica, una procedura che fa capo alla struttura tecnica regionale, dunque non alla politica, ma agli uffici tecnici e in tutta onestà, ritenevamo che la vicenda si sarebbe chiusa in pochi mesi. E invece anche in questo caso ci siamo arenati nella sabbia, ovvero lo scorso agosto abbiamo ricevuto una nuova comunicazione con la quale la Regione ci ha chiesto di predisporre una determina di presa d’atto delle controdeduzioni alle osservazioni, richiesta alla quale abbiamo puntualmente ottemperato e da agosto 2013 siamo sempre rimasti in attesa di un cenno dalla stessa Regione, mentre l’assessore D’Intino e il consigliere regionale Sospiri hanno continuato a interpellare ogni giorno quegli uffici chiedendo informazioni sulla firma del Decreto di Vas. Nel frattempo si sono spesi oltre 15milioni di euro per un dragaggio che comunque, come dicevo, non rappresenta una garanzia e soprattutto ha una validità temporanea. Soprattutto in questi mesi abbiamo continuato a sollecitare la rapida conclusione dell’iter ben consapevoli dei tempi sempre più stretti e rigidi perché anche la nostra consiliatura volgeva a termine e il porto di Pescara ha fretta di atti immediati e tempestivi. Abbiamo atteso quella firma per dicembre scorso, poi gennaio, poi ancora fine febbraio. A inizio febbraio, finalmente, il Decreto di Vas è stato firmato consegnando alla città un’altra giornata storica e di fondamentale importanza. Con quella firma, però, non è finita, ma comincia una fase 2 della procedura, ossia ora dovremo sottoscrivere un’intesa Comune e Autorità Marittima, un’intesa che ora dovrà essere ratificata dal Consiglio comunale. Stamane si è svolta la riunione della Conferenza dei Capigruppo per fissare e convocare innanzitutto la riunione congiunta delle Commissioni Grandi Infrastrutture e Lavori pubblici per esprimere il parere sull’intesa”. Presenti all’incontro odierno i consiglieri Armando Foschi, per Fratelli d’Italia, Moreno Di Pietrantonio per il Pd, Augusto Di Luzio per Forza Italia, Fausto Di Nisio indipendente, un rappresentante per i Liberali, Adele Caroli, indipendente, e Amedeo Volpe, per Pescara Futura.

“La Conferenza dei Capigruppo – ha ripreso il sindaco Albore Mascia – ha fissato per il 16 maggio la seduta straordinaria del Consiglio comunale chiamato a ratificare l’intesa che il Comune dovrà poi firmare con la Direzione Marittima. Per evitare strumentalizzazioni della materia, la Conferenza dei Capigruppo ha chiesto di tenere la seduta a porte chiuse, a nove giorni dal voto, richiesta che poi vedremo se verrà confermata. Intanto la prossima settimana si terranno le sedute delle Commissioni Lavori Pubblici e Grandi Infrastrutture per i pareri di merito. Ovviamente mi auguro che su quella delibera si trovi subito l’accordo di tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, perché il Piano regolatore portuale è un atto della città e per la città tutta e non può conoscere contrapposizione politica. Consideriamo che dopo la ratifica in Consiglio comunale il Piano andrà trasmesso al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici per i pareri di competenza da esprimere entro 45 giorni, poi lo strumento dovrà di nuovo essere approvato dalla Regione Abruzzo, dunque comunque, nella migliore delle ipotesi, saranno necessari ancora 5 o 6 mesi per passare alla fase operativa. E qui si aprirà un altro fronte, quello del confronto con la città, con il territorio. Sappiamo che non tutte le forze produttive amano il Piano così com’è stato concepito: qualcuno ha espresso mal di pancia per la previsione della nuova darsena pescherecci, che sarebbe spostata più a nord rispetto al porto canale, qualcuno ha espresso perplessità sugli spazi destinati al traffico merci, bene noi siamo pronti oggi e subito dopo la fase elettorale a sederci al tavolino con tutte le forze produttive del territorio e ad aprire la fase di confronto, ma ora l’importante è partire con il primo stralcio, ossia la deviazione e il prolungamento del fiume oltre la diga foranea, opera del costo di 15milioni di euro già disponibili nell’accordo Stato-Regione del 2009. Un’opera che diventerebbe risolutiva rispetto agli attuali problemi, rispetto al dragaggio, mettendo la città al riparo dall’attuale rischio di esondazione del fiume. Ed è un’opera che assume un carattere di assoluta urgenza ancor più dopo l’allarme lanciato lo scorso dicembre dal Commissario per il fiume Adriano Goio secondo il quale basterebbero tre giorni di pioggia consecutiva e intensa per mettere in crisi la città. Senza dimenticare che la realizzazione del prolungamento del fiume oltre la diga foranea garantirebbe l’attracco a Pescara delle grandi navi da crociera nel medio Adriatico, un’occasione di marketing turistico importante in un momento in cui Venezia sta divenendo méta vietata, oltre che scalo delle navi merci, rimettendo in piedi un’economia che oggi rischia di scomparire”.

 

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