L’attualità e l’unicità di una sorta di performance pittorica praticata all’interno di una tenda, coordinata dall’artista Anna Seccia con l’apporto critico di Antonio Gasbarrini, ha consentito nel giro di una quindicina di giorni, la creazione in progress delle due inusuali opere dipinte mentre erano ancora in corso scosse sismiche anche di notevole intensità.
L‘avvicinarsi del terzo anniversario del luttuoso evento (6 aprile 2009) che ha colpito in modo particolare la città capoluogo ed i suoi 70.000- 100.000 abitanti, oltre agli altri Comuni abruzzesi del cosiddetto cratere, insieme agli irrisolti problemi di una ricostruzione non solo urbanistica dell’intera città che tarda a venire, rendono ancora più attuale lo spirito che ha animato “AquilAbruzzo TendAtelier”.
A renderne conto, possono essere queste telegrafiche citazioni tratte dalla bandella del volume aperte con la testimonianza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:
“Nel momento della tragedia attorno a L’Aquila colpita dal sisma, abbiamo visto impegnati la popolazione, i cittadini con il concorso di altre città in uno sforzo straordinario per la sopravvivenza e il rilancio. Sappiamo che le questioni di prospettiva sono complesse, ma deve essere chiaro che per noi L’Aquila vale quanto la più grande delle città storiche del nostro paese”, A seguire, le ragioni emotive, ma non solo, che avevano indotto l’artista Anna Seccia a farsi promotrice dell’inusuale iniziativa culturale: “Colpita dalle immagini del sisma trasmesse in tv e pensando ai miei amici artisti aquilani, ai loro studi distrutti con tutte le opere, si è creato in me il bisogno di dare un senso nuovo a questa dolorosa vicenda, ovvero un nuovo ruolo dell’arte per la fattiva catalizzazione di speranze e idee”. Nel tratteggiare la singolarità della tela GlobalAquilart 332 dipinta dagli sfollati della tendopoli sotto la guida di Anna Seccia, il critico Antonio Gasbarrini rileva infine: “In effetti, la sorprendente freschezza inventiva di questa tela dipinta quasi alla Pollock, distesa com’era per terra, spesso bagnata dalle infiltrazioni delle piogge torrenziali di quel periodo e smossa più di una volta dalle scosse sismiche in atto, fa pensare più alla gioiosa combinazione cromatica di un arcobaleno che alla grigiastra polvere sprigionata alle 3.32 dalle rovine”.
Con il punto interrogativo apposto al titolo del volume Una storia senza fine? i due curatori hanno voluto richiamare l’attenzione del lettore sulle tante, inaspettate difficoltà incontrate soprattutto a livello istituzionale per lo scarso, a volte inesistente apporto di sostegno all’iniziativa, se non di malcelato boicottaggio. Il “lieto fine” della storia, potrebbe individuarsi nella destinazione museale delle due maxi tele, viva e vitale testimonianza creativa d’una eccezionale esperienza esistenziale ed estetica degli artisti abruzzesi, dei terremotati aquilani e di tutti coloro che sono stati coinvolti in questa avvincente “avventura”.
Hanno garantito la loro presenza: il Sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia, il Presidente del Consiglio Regionale Nazario Pagano, il Presidente della Fondazione Pescarabruzzo Nicola Mattoscio, il Sovrintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo Lucia Arbace, l’Assessore alla Cultura della Regione Abruzzo Luigi De Fanis e l’Assessore alla Cultura del comune dell’Aquila Stefania Pezzopane.
Conduce gli interventi Filippo Catania di Abruzzoquotidiano.
Gli artisti abruzzesi artefici della maxi tela Soqquadri – L’Aquila ferita:
Sandro Arduini, Domenico Colantoni, Mario Costantini, Giancarlo Costanzo, Giuliano Cotellessa, Silvestro Cutuli, Fabio Di Lizio, Bruno Di Pietro, Stefano Ianni, Marino Melarangelo, Sandro Melarangelo, Gabi Minedi, Albano Paolinelli, Augusto Pelliccione, Massimina Pesce, Anna Seccia, Antonio Spinogatti, Carlo Volpicella
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