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Pescara, approvata la delibera su Schede del Patrimonio Storico e architettonico

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Sono finalizzate a tutelare da eventuali interventi di abbattimento edifici e strutture che rappresentano la memoria della storia di Pescara

PESCARA – Il  Consiglio comunale di Pescara  ha approvato ieri la delibera del Patrimonio storico e architettonico della città, uno studio racchiuso in tre voluminosi faldoni, elaborati con la collaborazione del professor Claudio Varagnoli e l’architetto Stefano Cecamore, della Facoltà di Architettura dell’Università ‘D’Annunzio’, la Sovrintendente Patrizia Tomassetti, e gli architetti Barbara Ferri e Cinzia Di Brino, incaricate dal Comune, oltre al consigliere comunale e storico Licio Di Biase.L’assessore alla Gestione del Territorio Marcello Antonelli ha detto che d’ora in poi saranno tutelati da eventuali interventi di abbattimento, con la disponibilità delle relative schede,edifici e strutture che sono la traccia e la memoria della storia di Pescara. Sono oltre un centinaio gli edifici sino a oggi non coperti da alcuna tutela, specie nella zona dei Colli, e che invece d’ora in avanti saranno attenzionati dalla struttura tecnica, mentre altri sono divenuti automaticamente ‘interesse dello Stato’. E tra quegli edifici compare il complesso del Teatro D’Annunzio, Stele compresa, il Villino Cipollone, sulla riviera sud, accanto allo stabilimento balneare Le Paillotte, o anche il Circolo Canottieri e Villa Maria Teresa, la prima a essere costruita in via Primo Vere, senza dimenticare interi borghi, come quello sorto tutt’attorno alla chiesa della Madonna dei Sette Dolori.
“Il lavoro elaborato è immane ed è avvenuto a titolo praticamente gratuito per l’amministrazione – ha detto l’assessore Antonelli -, ma soprattutto rappresenta una pietra miliare perché ha dotato l’Ente Comune della schedatura sistematica dell’intero Patrimonio storico e architettonico della città, vent’anni dopo quello redatto nel 1993 dallo studio Bartolini-Salimbeni, un documento che quindi evidentemente andava aggiornato, così come quello odierno che andrà revisionato con cadenza periodica. Ma soprattutto è emersa in modo lampante la necessità di disporre di tale strumento dopo il ‘caso’ dell’abbattimento della Centrale del Latte. Ricordiamo il clamore di quella vicenda, quando la Sovrintendenza stessa applicò gli strumenti che il legislatore gli aveva messo a disposizione, ma in quel caso è stato evidente come le attività vadano pianificate, non si può intervenire con le ruspe già in movimento. Occorre pianificare o si fanno danni al tessuto edilizio e imprenditoriale e noi oggi stiamo intervenendo per salvaguardare il nostro stesso patrimonio. La schedatura o censimento precedente di Bartolini-Salimbeni – ha ricordato l’assessore Antonelli – aveva un gap, ossia non era esteso a tutto il territorio comunale, ma si limitava al quadrante centrale e alla riviera, lasciando fuori, ad esempio, le zone interne, come quella della Centrale del Latte. Il nostro lavoro è dunque partito dall’esame e dalla revisione di quanto già fatto per procedere con un aggiornamento e quindi ampliamento dell’analisi all’intera città. Siamo partiti dalla Pescara storica della Fortezza Borbonica sino alla Ricostruzione di Piccinato per schedare il patrimonio e porre l’accento sui contesti, sugli ambiti urbani che danno valore ai singoli edifici, e l’analisi ha fatto emergere una città che ha una sua storia. In particolare nel censimento abbiamo individuato alcuni ambiti come ‘nuclei fondatori’ della città stessa identificando quelle strutture che hanno un’identità architettonica. Ma sia chiaro che il controllo della qualità architettonica non deve condurre solo a un atteggiamento vincolistico, ma piuttosto dobbiamo considerare la città consolidata come portatrice di qualità di una città futura. Gli ambiti storici individuati sono la ‘Fortezza di Pescara’ non limitata all’attuale centro storico, ma che piuttosto – ha proseguito l’assessore Antonelli – vorremmo ampliare includendo gli isolati posti tra viale D’Annunzio e il tracciato ferroviario, quindi la Cattedrale di San Cetteo, via Conte di Ruvo, via Orazio e l’area del Rampigna; poi Porta Nuova, con viale D’Annunzio dove, con la realizzazione della stazione ferroviaria nel 1883, si sono attestati alcuni dei più importanti edifici privati e la zona racchiude il tessuto urbano consolidato tra viale Gabriele D’Annunzio e via Marconi, comprendendo edifici di rilievo come il Grand Hotel e il Teatro Michetti. Poi il Borgo del Santuario della Madonna dei Sette Dolori, caratterizzato dalle case a due piani, a schiera; e ancora il Rione Pineta, tra la riviera, piazza Alcyone e via Scarfoglio, Aurum compreso; il Quadrilatero centrale, compreso tra la linea della ferrovia, il lungofiume Paolucci, viale della Riviera nord e via De Amicis ; infine ancora Borgo della Marina nord; San Silvestro; Fontanelle, sviluppata attorno a Villa Henrici; le Ville Storiche di Castellamare; il quartiere della Cooperativa dei Ferrovieri, situato in via Sabucchi, dinanzi alla Chiesa di Sant’Antonio; e poi il quartiere di edilizia popolare prospiciente l’ex Cofa; il quartiere popolare di Largo Baiocchi-piazza dei Grue, compreso tra via D’Avalos, via Vespucci, via Croce e via Spaventa; e infine Villaggio Alcyone. Grazie al censimento operato – ha concluso l’assessore Antonelli – sono più di un centinaio i nuovi edifici considerati oggi ‘patrimonio storico-architettonico’ della città da porre sotto tutela, anche se non tutti sono diventati automaticamente ‘interesse dello Stato’. In altre parole, la tutela non va considerata come la ‘museizzazione’ della città, ma piuttosto come la necessità di porre una maggiore attenzione nella conservazione e ristrutturazione di quegli edifici, un elemento da cui partire per una nuova progettazione conservando gli aspetti più identitari. Durante il censimento abbiamo scoperto, specie nel rione dei Colli, edifici del ‘600-‘700 che erano prima ignorati, come il Castelletto Giammaria, in via Monte Bolza, ovvero l’ex Filanda, nei pressi dell’ospedale. Approvata la delibera ora penseremo a una Commissione edilizia che d’ora in avanti dovrà lavorare avvalendosi di tale strumento, promuovendo incontri ad hoc anche con gli Ordini professionali per chiedere loro una consapevolezza diversa del territorio”.

 

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