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Pescara, aree di risulta e parcheggi: una riqualificazione che fa discutere

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Il consigliere di Forza Italia Antonelli boccia su tutta la linea la proposta dell’amministrazione Alessandrini e annuncia assemblee popolari  su tale progetto

PESCARA – Il Capogruppo di Forza Italia al Comune di Pescara Marcello Antonelli commenta e boccia  le ultime novità riguardanti il progetto di riqualificazione delle aree di risulta per i seguenti motivi:

riduce il numero dei parcheggi

priva il Comune dell’incasso di almeno 1 milione 700 mila euro l’anno

rende vana la costruzione  del Ponte Flaiano.

Antonelli critica  anche  la decisione, presa  nelle ‘segrete stanze’ ,di privatizzare tutti i parcheggi a pagamento con la svendita ai privati, per vent’anni, della gestione dei posti auto e l’adozione di tariffe, 9 euro al giorno con pagamento anche della sosta notturna.

“Fiumi d’inchiostro spesi dal sindaco Alessandrini per un progetto in cui non ne ha azzeccata una, ma ha sbagliato ogni singola proposta avanzata – ha affermato il Capogruppo Antonelli -. Dalla progettazione del parco in poi, è sbagliata l’impostazione complessiva stessa dell’iniziativa: innanzitutto, come abbiamo sempre detto, non c’è una scelta coerente con la realizzazione del Ponte Flaiano costato milioni di euro e costruito non come semplice attraversamento del fiume, ma come asse strategico per il collegamento diretto dell’asse attrezzato con le aree di risulta, ossia con il centro della città evitando il congestionamento delle vie interne.

Tale funzione scompare a fronte di un progetto che taglia il numero dei parcheggi sulle stesse aree di risulta, appena 2mila quelli previsti. Un progetto che crea il buio nelle casse del Comune che non introiteranno più un milione 700mila euro l’anno che oggi gli derivano dalla gestione dei parcheggi a pagamento di tutto il quadrilatero centrale, e questo per i prossimi venti anni, somme che nessuno spiega come si intendono recuperare posto che siamo in una città in cui già oggi si pagano le aliquote comunali fiscali al massimo, aliquote che quindi, fortunatamente, non possono essere aumentate ulteriormente, né si avranno trasferimenti dallo Stato.

È allora facilmente prevedibile che, a fronte di un incasso inferiore di 1milione 700mila euro l’anno, si determinerà l’esigenza di tagliare i servizi, dagli asili nido alle scuole a tutte le forme di assistenza sociale, come il Pis, e questa eventualità è semplicemente delittuosa, criminale in una città che piuttosto ha bisogno di incrementare tali servizi. Alla fine resta poi la questione di fondo e di sostanza ossia – ha aggiunto il Capogruppo Antonelli – il sindaco Alessandrini sta riproducendo lo stesso progetto del 2006-2007 portato vanamente avanti dall’ex sindaco D’Alfonso con il gruppo Toto e che è stato fermato dalla protesta popolare prima e dal Tar poi.

L’unica differenza è che oggi su quello stesso progetto il sindaco Alessandrini intende riversarci anche un maxi-investimento pubblico di 12milioni di euro, fondi Masterplan, per poi cedere comunque per vent’anni il centro cittadino ai privati. Tutto questo è impensabile: evidentemente questa però non è una battaglia che può ridursi a un dibattito in Consiglio comunale, ma è invece una battaglia che deve vedere il coinvolgimento di tutta la città, a partire dagli stakeholder, come gli imprenditori commerciali, i primi diretti interessati ai quali si pone un duplice problema: quello finanziario, inerente i costi dell’iniziativa progettuale, ma anche quello concreto, professionale, perché è fin troppo chiaro che applicare tariffe della sosta di 9 euro al giorno significherà svuotare, desertificare Pescara, tutte le famiglie preferiranno naturalmente i centri commerciali della cinta urbana.

Oggi prendiamo atto che l’amministrazione comunale, che pure aveva iniziato un percorso di partecipazione collegiale promuovendo incontri-confronti sul progetto al Museo Colonna, sospendendo quegli incontri ha di fatto cancellato ogni possibilità di coinvolgimento del territorio, che invece andava sentito in via preliminare, e non solo per presentare un ‘pacco’ confezionato, perché non è pensabile che il destino della parte urbanisticamente più strategica di Pescara per i prossimi vent’anni venga decisa da qualche assessore e da una sparuta pattuglia di consiglieri di maggioranza che, dopo il voto del 4 marzo scorso, non rappresentano più del 20 per cento dell’elettorato pescarese. A questo punto sarà il centrodestra a promuovere quella partecipazione, predisponendo, già dopo Pasqua, un fitto programma di assemblee itineranti al fine di informare la popolazione e predisporre insieme un piano per fermare l’iniziativa prim’ancora che si apra il dibattito in Consiglio comunale”

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