PESCARA – “Evidentemente il consigliere Pettinari dimentica che l’attuale legge sui criteri di assegnazione delle case popolari, che lui stesso probabilmente ha firmato, datata 2018 quando la Giunta regionale era ben altra, prevede il principio per cui non si possa togliere la casa fino a condanna definitiva. Non si comprende perché oggi, invece, critichi la nuova legge Marsilio- Liris, sostenendo che ai condannati in primo grado venga concesso di restare a vivere nell’appartamento”.
Così, il capogruppo in Consiglio regionale di Fratelli d’Italia , Guerino Testa, risponde alle accuse del consigliere Domenico Pettinari che definisce la nuova legge debole e non adeguata a fronteggiare il problema delle delinquenza.
“L’art.27 della Costituzione – continua Testa – sancisce il principio della presunzione d’innocenza, per cui l’imputato non è considerato colpevole fino alla condanna definitiva. Va da se, molto semplicemente, che mandar via di casa un condannato in primo grado non è possibile. Diverso è il caso in cui una persona venga colta in flagranza di reato. Ma la nuova legge, che ho già avuto modo di definire come una svolta epocale, agisce in modo incisivo prima durante e dopo l’eventuale condanna definitiva. Prima, attraverso il restringimento dei criteri di assegnazione; durante, predisponendo la perentorietà dei controlli; e dopo facendo decadere il beneficio di residenza. Anche sulle attività di controllo è necessario ricordare al collega Pettinari, che ha chiaramente vuoti di memoria, che l’attuale legge (sempre quella che forse lui stesso ha firmato ), prevede che i Comuni possano effettuare dei controlli, dunque una mera facoltà, a fronte della perentorietà introdotta dalla legge Marislio-Liris.
Non stiamo parlando di accesso alle cariche pubbliche – commenta il Consigliere – bensì di una fondamentale prestazione sociale, quella dell’ottenimento di una casa di cui tutti hanno diritto, fatte salve specifiche condizioni su cui la nuova legge prevede esigenti valutazioni ed attività di vigilanza. E’ davvero incomprensibile, come Pd e M5S, tutti favorevoli nel riformare nel 2018 la legge sulla materia (L.96 del 1996), ora definiscano inutile la nuova misura. Respingiamo con forza e con i fatti – conclude Testa – questi attacchi che suonano come pura propaganda o manovra politica”.