“I ragazzi hanno fatto quello che dovevano fare e lo hanno fatto bene in fase di non possesso – ha commentato il trainer biancazzurro – era tutto quello che avevamo preparato. La mia paura era esattamente quella: che ad un certo punto, con una squadra giovane, con la mente rischi di perdere entusiasmo, rischi di non essere più capace di fare le cose che fino a quando sei spensierato riesci a fare. Questo è il rischio più grande ed oggi abbiamo la dimostrazione lampante, abbiamo provato anche a fare la partita più sporca e l’abbiamo persa senza aver giocato e creato.
Noi abbiamo un’unica via che ci consente di giocare le nostre carte che è la nostra filosofia con il nostro gioco perché non siamo una squadra come l’Atalanta e come altre squadre capaci di contenere e di portare a casa la partita perché non abbiamo quelle caratteristiche. Abbiamo preso gol con una palla inattiva dopo diversi calci d’angolo, ci eravamo comportato benissimo ed in quel momento purtroppo è calata la concentrazione e quando cala la concentrazione in serie A ti fanno gol. Purtroppo questa è la sana verità, dobbiamo assolutamente fare un salto di qualità da questo punto di vista. Non dobbiamo pensare che ci mette sempre una pezza il compagno, su questo dobbiamo migliorare, questo è un aspetto difficile, poco allenabile, lo si migliora con l’esperienza, con le batoste che prendiamo.
Oggi non siamo riusciti ad essere incisivi sottoporta, nelle altre partite lo abbiamo sempre fatto, poi abbiamo sbagliato, in tante partite ci sono mancati Memushaj e Bahebeck che hanno dimostrato che giocano meglio nel loro ruolo rispetto a Caprari che si deve adattare. Il problema è che si dà per scontato che le scelte che abbiamo fatto siano state mirate. Sono state scelte fatte concordemente, ma abbiamo fatto del nostro meglio sul mercato, per quello che poteva fare la società, per le nostre caratteristiche e per quello di cui avevamo bisogno. È stato un mercato molto difficile sia in ambito economico che sotto altri aspetti ed abbiamo reperito il meglio che c’è. Per la squadra non sono tranquillo perché quando non si ottengono i risultati non si può esserlo.
Oggi non ho chiesto ai ragazzi di fare una partita sporca e di non giocare, purtroppo oggi ai ragazzi è subentrata un po’ di paura. Per quanto riguarda la mia posizione è normale che un allenatore si sente sempre in discussione, anche quando si vince, queste sono cose che fanno parte del calcio, non mi preoccupo di questo, queste sono cose che riguardano la società. Fino a quando sarò qui darò tutto per questi ragazzi e per questa società. Quando si esce tra i fischi dispiace sempre, questa forse è stata l’unica volta in cui non siamo riusciti a giocare, quindi i fischi sono legittimi: i fischi ce li prendiamo così come ci siamo presi gli applausi l’anno scorso. Il nostro compito è quello di lavorare per prendere gli applausi. I fischi sono legittimi ma un po’ più di sensibilità da parte del pubblico sarebbe opportuna, nel senso che mi sento di affermare che i ragazzi, anche in una partita come quella di oggi, danno tutto, escono sempre dal campo con la maglia sudata. Dall’altra parte capisco i fischi perché i tifosi vorrebbero sempre il bene della squadra. Il terremoto? Inizialmente non avevamo capito, poi lo abbiamo sentito immediatamente, la partita si è fermata per qualche minuto, anche se ero talmente concentrato che ci ho pensato poco”.
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