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Pescara, balneazione:”Se il sindaco continuerà a tacere valuteremo le eventuali strade da intraprendere “

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Lo ha detto Fiorilli  di  Pescara – Mi piace intervenendo ancora su rottura condotta via Raiale e analisi Arta

PESCARA – Sulla salute dei cittadini non si dovrebbe scherzare e invece ci sembra che questa estate a Pescara lo si stia facendo visto il  giallo inerente la balneabilità del mare dopo l’ennesima rottura della condotta di via Raiale.La voce che continua a farsi sentire  su tale tema è quella dell’avvocato Berardino Fiorilli, promotore dell’Associazione ‘Pescara – Mi Piace’.Ripetutamente ha chiesto spiegazioni ,chiarezza ad Arta e Comune  ed ha invitato il sindaco Alessandrini, primo garante della salute pubblica,a dire la verità ai cittadini, rendendo pubblici i dati inerenti la balneazione e facendo installare i cartelli obbligatori per impedire i bagni nei punti inquinati.Dopo la rottura della condotta di via Raiale, il 27 luglio scorso, l’Arta ha effettuato analisi suppletive per verificare gli effetti dell’incidente sulla qualità del mare, i risultati sono stati drammaticamente negativi, ma si sarebbe deciso di non divulgare quei valori, di non dirlo alla cittadinanza che, per tre giorni e oltre, ha continuato a fare il bagno nell’ acqua sporca e inquinata dai liquami.
“Siamo allibiti da quanto sta accadendo, con un gioco a rimpiattino inaccettabile per chi, come me, ha avuto per anni responsabilità di governo della città – ha ribadito Fiorilli -. Si rompe una condotta fognaria lunedì 27 luglio, i liquami sversano in mare per tre giorni senza che la città sospetti nulla, salvo per quel colore scuro del mare, solo il giovedì 30 luglio il Comune ufficializza la notizia, ma per dire che mercoledì notte aveva sistemato il problema. Ma nel frattempo per tre giorni centinaia di bagnanti si sono fatti il bagno in quel mare in cui si stavano riversando migliaia di metri cubi di liquami, e, strana coincidenza, nell’ultima settimana si sono moltiplicate le segnalazioni di bambini affetti da gastroenterite dopo una giornata al mare. Ma per il sindaco Alessandrini va tutto bene: giovedì scorso il vicesindaco in persona ha divulgato un comunicato ufficiale, pubblicato anche sul sito istituzionale del Comune, per dire che andava tutto bene, che la rottura era stata riparata e che il mare era comunque pulito, nonostante quei liquami sversati. E quando la nostra stessa Associazione ha chiesto all’Arta di effettuare delle verifiche, l’Agenzia ha replicato che le analisi si possono fare solo sulla base del calendario fissato dalla Regione Abruzzo, quindi non è possibile intervenire in maniera straordinaria solo perché c’è stato uno sversamento di liquami. Una replica che abbiamo giudicato assurda. Ma c’è di peggio, perché in realtà l’Arta, smentendo il proprio comunicato ufficiale, le analisi suppletive di verifica le ha fatte mercoledì 29 luglio, e i risultati sono stati drammatici, registrando addirittura livelli di colifecali pari a 2mila microgrammi per ogni metro cubo d’acqua, ovvero quattro volte superiori ai limiti di legge. Ma, nonostante questo esito spaventoso, qualcuno, sicuramente un soggetto giuridicamente autorevole per assumere una tale decisione, ha disposto che quei dati non andavano divulgati, a differenza di quanto prevede la legge che impone di informare tempestivamente i cittadini. Qualcuno ha scelto di tenere segreti quei valori spaventosi, permettendo che la gente si facesse il bagno nei liquami. E quel qualcuno ha scelto anche di non far apporre i cartelli di divieto di balneazione nei punti critici, cartelli che invece dovevano essere installati subito. E in tutto questo non una parola dal sindaco, completamente assente, come se il governo della città non lo riguardasse, forse inconsapevole che è lui l’Autorità deputata a tutelare i cittadini e che lui risponde dinanzi alla legge di tali problematiche. L’Associazione ‘Pescara – Mi Piace’ – ha detto Fiorilli – aveva visto giusto, abbiamo capito subito che quel rimpiattino tra Comune e Arta stava nascondendo imbarazzi, anche se mai avremmo potuto immaginare una situazione di tale gravità. A questo punto pretendiamo chiarezza: quali sono i punti del nostro litorale in cui la balneazione è evidentemente compromessa? Perché non ci sono i cartelli di divieto di balneazione? Perché l’Arta ha negato nei giorni scorsi quelle analisi? E cos’hanno intenzione di fare, a questo punto, le Autorità deputate, ossia il Comune, l’Arta e anche la Capitaneria di porto? Se il sindaco continuerà a tacere, valuteremo con la cittadinanza le eventuali strade da intraprendere a tutela della popolazione”.

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