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Pescara, Batti e Ribatti…sulla balneazione

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Foschi e Del Vecchio raccontano le “loro” verità

PESCARA – Sulla vicenda della balneazione a Pescara si è detto e scritto di tutto e il contrario di tutto. Per questo è un pò difficile districarsi in una giungla di verità presumibilmente occultate,di mezze verità accennate, di varietà di opinioni e comportamenti. Per alcuni l’Amministrazione comunale nasconderebbe delle informazioni alla cittadinanza e ne darebbe altre; per il Comune gli allarmismi sono ingiustificati e lanciati ad arte per catturare titoli sui giornali. Certo dopo aver sentito e subito tante bugie dalla classe politica il cittadino dovrebbe essere in grado di riconoscere la verità, in realtà è sempre più arduo fidarsi soprattutto quando di mezzo ne va la salute .

L’ultima disputa in tema di inquinamento delle acque è tra Armando Foschi, membro dell’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ e il vicesindaco Enzo Del Vecchio: il primo parla di una lettera  riservata sul depuratore di Pescara che dimostrerebbe come lo scorso 12 maggio qualcosa nello stesso  non ha funzionato, il secondo replica sulla balneabilità e ironizza su documenti “segreti” prodotti.

Foschi:  “l’Associazione ‘Pescara – Mi piace’ chiede alla Asl di Pescara di individuare un Organismo terzo, anche fuori regione, cui affidare i campionamenti del nostro mare, al fine di dare certezze circa i livelli batterici presenti nelle acque”.

“Nelle ultime ore – ha detto Foschi – assistiamo a una gara disperata del sindaco Alessandrini, e del suo vicesindaco Del Vecchio, che si stanno sperticando le mani per convincere i pescaresi della ottima qualità delle acque del mare, improvvisamente pulite, quasi potabili, come da certificazione dell’Arta, dopo che per un anno i livelli dei colibatteri hanno costantemente fatto registrare livelli record. Ovvio lo scetticismo dei cittadini, scetticismo che è tangibile sui social, dove la notizia rimbalza e in molti stanno gridando al ‘miracolo’, ormai attendiamo solo che il sindaco cammini su quelle acque. Ovvio lo scetticismo della nostra Associazione che sta mantenendo alta l’attenzione su un problema che non riguarda solo 120 balneatori, ma riguarda tutti i cittadini, perché il mare è patrimonio della collettività e tutti hanno il diritto di poterne fruire. A fronte delle certificazioni sanitarie avremmo voluto fidarci, ma poi è arrivata la sorpresa che di nuovo ci ha ripiombati nell’incubo della contaminazione del mare. La sorpresa è rappresentata da una lettera datata 12 maggio 2016, dunque appena 12 giorni fa, firmata dal gruppo che gestisce il depuratore di Pescara, e nella nota, che ha per oggetto ‘Applicazione della procedura d’emergenza per la gestione delle acque di pioggia’; si legge ‘Si comunica con la seguente che, in data 12 maggio 2016, alle ore 11.50, a seguito di valori di portata addotta all’impianto di depurazione di Pescara superiori ai limiti progettuali previsti nell’autorizzazione allo scarico n.534 del 01/03/2013 e causati da sopravvenuti eventi meteorici, si è utilizzato il bypass posto a valle dei pre-trattamenti secondo quanto previsto dall’ILC 33/03 in Vs possesso. Al momento (ore 12.20) la portata rilevata è pari a 4301 mc/h.. In allegato alla lettera c’è il prospetto delle portate trattate dalle ore 9 alle ore 12’. E la lettera è stata inviata via pec, ossia posta certificata, per competenza alla Provincia di Pescara, dottor Colantoni, Settore Tutela dell’ambiente – Servizio Tutela e valorizzazione dell’ambiente; l’Arta, Dipartimento provinciale di Chieti Settore Chimico ambientale, all’attenzione della dottoressa Mancinelli e dell’ingegner Spatola; all’Aca, indirizzata agli ingegneri Livello e Di Giovanni; e, infine, al sindaco di Pescara. Si tratta di una comunicazione inquietante e preoccupante perché nessuno degli Enti e delle Istituzioni in indirizzo ha ritenuto opportuno, al solito, informare la cittadinanza e soprattutto ci lascia con una domanda martellante: cos’è accaduto il 12 maggio 2016 al depuratore di Pescara? Si legge che, in sostanza, a causa della pioggia, nel depuratore di Pescara è arrivata una portata d’acqua superiore alle capacità progettuali dell’impianto e, per questa ragione, è stato attivato il bypass posto a valle del pre-trattamento. A questo punto chiediamo alla società che gestisce l’impianto, ma soprattutto al sindaco Alessandrini, all’Arta, all’Aca e alla Provincia, cosa vuol dire il ricorso al bypass? Significa che nel fiume sono state sversate acque non depurate, ovvero contaminate dai batteri? E per quanto tempo è eventualmente durato questo sversamento? Quanti metri cubi di acqua non depurata sono finiti direttamente nel fiume? E perché nessuna Istituzione interessata ha allertato al popolazione? È possibile che due gocce d’acqua abbiano messo in crisi il nostro depuratore, visto che il 12 maggio scorso non c’è stato di certo un nubifragio?

E – ha aggiunto Foschi – se durante l’estate dovesse piovere, cosa accadrà a Pescara? Francamente la totale assenza di trasparenza da parte degli Organi istituzionali della città, a partire dal sindaco di Pescara Alessandrini, non ci sorprende più, ma ci spaventa, e soprattutto rende urgente una nostra richiesta: chiediamo alla Asl di Pescara di attivare, anch’essa, un bypass istituzionale, individuando un Organismo sanitario terzo, extraregionale, cui affidare i campionamenti del nostro mare nel periodo estivo, incaricandolo anche della comunicazione-informazione rivolta al territorio, restituendo serenità e trasparenza a un settore tanto delicato. Nel frattempo invieremo tutta la documentazione in nostro possesso, con i nostri quesiti, agli Organi giudiziari preposti, per consentire una verifica di quanto accaduto e i necessari approfondimenti”.

Del Vecchio a Foschi: “Nessuno sversamento, ma la comunicazione di una procedura che scatta per evitarli. L’Amministrazione agisce e lui lancia allarmi per catturare titoli sui giornali

Al posto di essere sollevato del fatto che i valori delle acque marine della sua città stanno migliorando grazie agli interventi efficaci e tangibili, messi in campo dall’Amministrazione Alessandrini e da tutti gli enti di competenza sul fiume e sul mare, puntuale come un orologio svizzero arriva l’allarme dell’ex consigliere Armando Foschi, oggi provetto Sherlock Holmes.

Non pago di aver abbandonato la gestione del mare e del fiume negli anni in cui ha avuto responsabilità di governo di questa città e poteva fare qualcosa, quando le cose vanno meglio tenta la carta delle fobie e paure per catturare un titolo sui media locali. Oggi ha tirato fuori dal cilindro nientepopodimenoche la “lettera segreta”, che a giudicare dal numero dei destinatari pubblici è difficile considerare tale, anche a chi non è avvezzo ai noir e che, invece, guardando ai contenuti altro non rileva che una procedura che non ha nulla di apocalittico, anzi. Succede che il soggetto gestore del depuratore comunica a più soggetti che in occasione di portate superiori rispetto a quelle previste dall’autorizzazione del depuratore e in ossequio a un protocollo specifico codificato come ILC33.03, le eccedenze sono state pretrattate attraverso un sistema di bypass prima di essere reimmesse nel fiume. Una procedura che, specie in occasione delle prime piogge, consente di trattarle in maniera diversa da quella a raggi ultravioletti a cui vengono sottoposte con il passaggio nel depuratore e prima di continuare il loro corso.

Se ci fossero stati gli sversamenti di reflui non trattati che paventa Foschi, diversa sarebbe stata la comunicazione da parte dell’ente gestore e dell’ente affidatario, comunicazione che mai ci è pervenuta, e il Comune non solo avrebbe dovuto renderlo noto alla città, ma anche attivare i soggetti competenti per i provvedimenti aggiuntivi sulla balneazione perché già in vigore i divieti, nonché richiedere all’Arta di sospendere eventuali attività di campionamento in quel periodo, in quanto le analisi sarebbero state alterate.

Non ci resta che invitare Foschi a controllare la sua tendenza all’allarmismo, che oltre a fomentare paure e diffidenza ingiustificate, potrebbe produrre ben altre responsabilità. Quando ha bisogno di capire, si informi correttamente sui contenuti dei cosiddetti documenti segreti, per comprendere la portata degli stessi e non correre il rischio di elevare a scenari da spionaggio, segreti che non sono nemmeno paragonabili a quelli di Pulcinella. Ci sono altri modi per catturare visibilità: noi rispetto all’inerzia che ci ha preceduto, abbiamo preferito l’azione per cambiare in meglio le sorti del fiume e del nostro mare. Nessuno lo aveva fatto prima.

Gli allarmi, a meno che non siano fondati, nuociono a tutti e chiediamo agli organi di stampa di verificarli alla fonte prima di farsene portatori”.

Pubblicato da
Donatella Di Biase

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