L’analisi tattica del match valido per la 14a giornata del campionato di Serie A giocato all’Adriatico e terminato con il risultato di 1-1
PESCARA – Rimpianti per un pareggio che sa di vittoria. É con questo ossimoro che si può riassumere il match del Pescara contro il Cagliari, giocato ieri all’Adriatico e terminato 1-1.
I biancazzurri di Oddo hanno messo in campo cuore, grinta e rabbia ma al contempo hanno messo a nudo alcuni limiti evidenti come la mancanza di equilibrio in difesa e l’incapacità di far male alla difesa avversaria a causa della mancanza di una vera punta che si sappia far valere in area di rigore. Ne viene fuori un pareggio maturato alla fine grazie al guizzo di Caprari, un pareggio che sa di vittoria ma che al contempo pesa perchè il Pescara paga con il gol l’unica sortita offensiva del Cagliari degna di nota ma chi è che segna li? Borriello, una punta.
Oddo, che alla vigilia voleva undici “cani”, si affida al ritorno della difesa a 4 con Gyomber che torna dal primo minuto in campionato. A centrocampo spazio a Verre mentre davanti viene riconfermato Pepe dopo la buona prestazione all’Olimpico. L’inizio è stentato per i biancazzurri, in balia del possesso ospite, ma i primi lampi arrivano sui piedi di Caprari e Pepe ma la palla fischia alla destra di Storari in entrambi i casi.
Il Pescara prova a creare ma i fantasmi diventano reali negli ultimi 20 metri quando la squadra viene travolta da un’incapacità totale per via dell’assenza di un riferimento che sappia dar peso, spazio e profondità alla manovra.
Dall’altra parte al Cagliari non manca ciò e prima del 25′ gli uomini di Rastelli la sbloccano con Borriello che manda al bar Gyomber e trafigge Bizzarri.
L’ennesima scena già vista all’Adriatico cosi come quella che si vede poco dopo quando Di Gennaro, come l’anno passato, si becca il secondo giallo e va sotto la doccia anzitempo.
In undici contro dieci il minimo è pareggiare ed è per questo che Oddo getta nella mischia Pettinari al posto di Memushai (migliore in campo) e Manaj al posto di Verre (peggiore in campo). Il Pescara prova ad alzare il baricentro ma l’imprecisione regna sovrana quando la squadra deve impostare o finalizzare l’azione che, il più delle volte, risulta essere confusionaria. Brugman prova ad abbozzare qualche lancio cercando di guidare la squadra mentre Pepe sforna circa 50 cross che però, per forza di cose, non trovano destinatari.
La squadra capisce che l’unico modo per arrivare al gol è il fraseggio ma al contempo anche i lanci visto l’ingresso di Zuparic nell’insolito ruolo di punta visto che il Cagliari gioca solo a spazzare il pallone più lontano che può. Caprari dilapida il pareggio sparando in bocca a Storari ma, qualche minuto più tardi, trova il guizzo permettendo ai suoi di chiudere sul pari un match dai mille volti e i mille copioni.
Ora c’è l’impegno a Crotone contro una squadra che è in salute: l’imperativo sarà fare risultato e l’augurio è quello che Gennaio arrivi presto per poter puntare al quel centro di gravità permanente, che è l’attaccante, che renda fattibile quella che al momento è un’utopia.