Importante riconoscimento su Vanity Fair.it per Fabrizio Camplone da sempre impegnato nella sua personale ricerca nel segno della tradizione abruzzese
PESCARA – Il cognome Camplone da sempre a Pescara è un sinonimo di bontà e grande qualità grazie all’ampia gamma di dolci e prelibatezze artigianali che i copostipiti Giuseppe e Tullio hanno fatto conoscere e gustare ai pescaresi e non solo.La tradizione continua con i rispettivi figli Rinaldo e Fabrizio, ma è quest’ultimo , pluripremiato proprietario del rinomato bar Caprice (piazza Garibaldi, Pescara), che sta riscuotendo grande successo in campo nazionale.“Zafferano, pecorino e spumante” è uno dei suoi nuovi e sorprendenti gelati dell’estate 2012, un tripudio di sapori unici creati grazie alla sua inventiva e genialità. Il nuovo gusto ha particolarmente soddisfatto il palato sopraffino di Davide Oltolini, critico gastronomico esperto di analisi sensoriale, che, intervistato da Vanity Fair.it, ha stilato la classifica delle migliori gelaterie d’Italia, citando anche il bar pescarese.
Si tratta dell’ennesimo attestato di stima per Caprice, segnalato dal critico nella categoria “Dolce e un po’ salato”, accanto a famose gelaterie nazionali, un risultato ottenuto grazie alla qualità degli ingredienti e all’estro di Camplone, membro dell’Accademia dei Pasticceri Italiani. Il bar pasticceria pescarese, da ben 7 anni consecutivi, si colloca ai vertici dell’ospitalità italiana della caffetteria e della pasticceria, ricevendo da Gambero Rosso l’ambito riconoscimento di “Tre chicchi e Tre tazzine”.Da sempre impegnato nella sua personale ricerca nel segno della tradizione abruzzese, Fabrizio Camplone ogni anno crea gelati legati ai gusti e ai colori della sua terra, con l’obiettivo di far riscoprire in maniera originale il bocconotto frentano, la presentosa, la liquirizia di Atri. Questi ed altri ingredienti mescolati con maestria a spezie preziose, ricercate e selezionate, danno vita a stuzzicanti ricette create ad arte nel suo laboratorio artigianale.
Il successo di Caprice è l’ennesima conferma di un cambio sostanziale di tendenza nel settore dei bar e dei ristoranti: in tempo di crisi, si vince solo puntando sulla qualità e valorizzando il territorio.
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