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Pescara, Casa di riposo di via Arapietra: approvata la riqualificazione in Commissione

da Redazione

PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e il Presidente della Commissione Lavori pubblici Armando Foschi hanno reso noto  l’esito  del voto in Commissione relativo alla  delibera  per la riqualificazione della Casa di riposo di via Arapietra. Il documento ieri mattina  ha superato l’esame della Commissione Lavori pubblici, penultimo passaggio prima dell’esame in Consiglio comunale e del bando, che prevede un investimento di 2milioni 864mila 400 euro. Il privato che si aggiudicherà l’intervento effettuerà la progettazione definitiva, esecutiva, eseguirà i lavori e si assumerà la gestione della struttura per trent’anni, struttura che però resterà sempre di proprietà del Comune che stabilirà anche i prezzi e le tariffe d’ingresso degli utenti, riservandosi circa 13 posti ‘sociali’, da assegnare a utenti in condizioni di disagio.

“Innanzitutto – hanno detto il sindaco Albore Mascia e il Presidente Foschi – ricordiamo le principali tappe che di fatto nove anni fa, nel 2004, hanno privato Pescara della sua casa di riposo, con il trasloco inevitabile degli anziani, all’epoca ospitati nell’immobile, in altre strutture limitrofe, come Montesilvano, che però hanno determinato un costo per le casse comunali. La Casa di riposo è composta da tre corpi di fabbrica principali, denominati A, B e C, si sviluppa su tre livelli, con un ampio giardino, e di fatto si trova in una ottima posizione rispetto al territorio, a due passi dal centro cittadino, circondato da attività commerciali, servizi pubblici e abitazioni. Nel 2004 la struttura è stata chiusa dalla precedente amministrazione per iniziare i lavori di ristrutturazione, con un primo frazionamento del cantiere in tre diversi lotti: il primo lotto, cominciato su progetto del 2003, dopo una perizia suppletiva di variante, è stato subito sospeso nell’agosto del 2005 con la messa in mora dell’impresa appaltatrice; nel 2005 è partito il secondo lotto per realizzare l’adeguamento sismico dell’immobile e il rifacimento della copertura del lotto C, il refettorio; infine il terzo lotto, un progetto del 2007, che avrebbe previsto il completamento funzionale, con una perizia di variante, ma anche in questo caso i lavori sono stati definitivamente sospesi nel gennaio 2010 con la risoluzione del contratto di appalto per alcuni vizi e difformità rispetto al progetto di adeguamento sismico depositato al Genio Civile. Il terzo lotto avrebbe determinato una spesa di 700mila euro, ma in realtà ne vennero spesi solo 80mila euro, lasciando in cassa 620mila euro del mutuo contratto, somme ovviamente non spese, non distratte per altre opere, e che di fatto oggi rappresentano il nostro ‘tesoretto’ da cui ripartiremo. Intanto nel 2009 abbiamo effettuato almeno il collaudo delle opere fin lì realizzate, ma è evidente che quel cantiere è rimasto sospeso, avvolto in un limbo proprio a causa del contenzioso che ci ha visto contrapposti alle imprese con una serie di perizie, controperizie, e procedimenti di contestazione. Nel frattempo sono cambiate le normative, divenute molto più rigorose e stringenti nella riqualificazione di tali immobili, sono cambiati anche i costi dei materiali da acquistare, costringendoci a rifare da zero la progettazione, essendo ormai assolutamente inadeguate le carte di nove anni fa e questo inevitabilmente ha determinato una dilatazione dei tempi e anche degli investimenti da attuare.

Ma è evidente che tale circostanza non doveva e non ci ha fermati, perché riteniamo indispensabile restituire alla città la sua casa di riposo per utenti autosufficienti, ossia cittadini che, dopo una vita di lavoro, si ritrovano a vivere soli, per la morte di un compagno, o semplicemente perché non si sono sposati, e, sopraggiunta l’età, pur essendo in grado di provvedere alle proprie necessità con la propria pensione, comunque non se la sentono più di continuare a vivere soli, e devono avere l’opportunità di scegliere una diversa sistemazione in cui trascorrere dignitosamente i propri anni. O spesso possono anche essere due coniugi che, per scelta o necessità, non vogliono gravare su altri congiunti e vedono in una Casa di riposo, in cui poter condividere i propri spazi con altri coetanei, una ottima soluzione. Per tale ragione nel gennaio 2013 abbiamo costituito un gruppo di lavoro, coordinato dagli assessori ai Lavori pubblici Isabella Del Trecco e alle Politiche sociali Guido Cerolini, con il Responsabile unico del procedimento Angelo Giuliante, coadiuvato dal dirigente Amedeo D’Aurelio, e dalla Responsabile di Servizio del settore Politiche sociali, Rosa Toritto, e abbiamo fatto ripartire l’intera procedura, affidandoci a due consulenti al Rup, gli ingegneri Stefano Cristini e Carlo Barrilari, per la redazione del nuovo progetto, con i nuovi costi inevitabilmente saliti. Siamo partiti – ha proseguito il sindaco Albore Mascia e il Presidente Foschi – individuando le funzioni che la Casa di riposo dovrà garantire, ossia il servizio alberghiero-ospitalità residenziale; la ristorazione diretta; lavanderia-stireria; l’assistenza diretta alla persona nelle attività di vita quotidiana; la predisposizione dell’eventuale accompagnamento degli ospiti all’esterno della struttura; il primo soccorso generico-infermieristico; l’attività di animazione, oltre che ai servizi di giardinaggio e la manutenzione dell’immobile. Inoltre andremo a garantire alcuni servizi aggiuntivi di tipo assistenziale, anche di rilievo socio-sanitario, come la fornitura dei pasti in camera tipo ‘day-residency’ o servizi specialistici di natura accessoria, come fisioterapia, logopedia, psicologia, assistenza sociale e riabilitazione. Ovviamente nel progetto abbiamo ridistribuito e riorganizzato tutti gli spazi interni, in stretta osservanza alle nuove normative, specie sull’abbattimento delle barriere architettoniche. Abbiamo eliminato tutte le camere da letto triple e i servizi igienici in comune; abbiamo progettato servizi igienici in modo da consentire l’ingresso e la rotazione delle carrozzine e abbiamo aumentato il numero dei posti letto, passati dai 51 esistenti nel 2004 sino a 65 unità, dunque 14 posti letto in più. E veniamo alla nuova distribuzione degli spazi: Nel piano seminterrato abbiamo concentrato tutti i locali tecnici, dunque gruppo elettrogeno, centrale termica, locale pompe e serbatoi, autoclave e deposito; nel piano rialzato, il corpo A attualmente è occupato da un centro diurno per anziani, centro che verrà spostato in una nuova sistemazione all’interno del quartiere, e quegli spazi andranno a ospitare quattro nuove camere doppie comprese tra 18 e 27 metri quadrati con bagno interno, incrementando dunque la capacità ricettiva della struttura, prevedendo anche la realizzazione di una rampa per l’abbattimento delle barriere architettoniche; nei corpi B e C abbiamo previsto dei mini-appartamenti di cui abbiamo riprogettato e adeguato alle normative i bagni, e, in più abbiamo ripensato due stanze, una singola e una doppia, con bagno interno. Inoltre abbiamo recuperato un ulteriore spazio che destineremo a locale polivalente, dunque sala intrattenimento, spazio teatrale, o palestra, con accanto il refettorio, l’infermeria, e, in un corpo annesso adiacente, realizzeremo la cappella, la cucina, la dispensa e la lavanderia; al primo piano nel corpo A avremo quattro camere da letto doppie, tra i 16 e i 22 metri quadrati, e una singola di 12 metri quadrati. Nei corpi B e C avremo camere doppie e mini-appartamenti, quindi uffici, la stireria, e una stanza per un operatore notturno; infine al secondo piano, nel corpo C, abbiamo completamente riprogettato le camere prevedendo 5 camere doppie e una camera singola, tutte con bagno interno, e realizzando un secondo locale polivalente. Quindi riepilogando avremo 23 posti letto al piano rialzato, 31 posti letto al primo piano, 11 posti letto al secondo piano. E ovviamente tutti i livelli saranno raggiungibili tramite ascensore. Ma non basta perché ovviamente il progetto ha imposto il rifacimento non solo delle opere edili, ma di tutti gli impianti idrici, elettrici, sanitari, riscaldamento e ventilazione, prevedendo, ad esempio, la videosorveglianza e impianto d’allarme, tv satellitare e telefoni in tutte le stanze e anche un sistema di connessione wi-fi con relativo cablaggio.

E in parte stiamo anche pensando di ricorrere all’utilizzo di forme alternative di energia. per la realizzazione delle opere abbiamo deciso di far ricorso all’appalto in concessione, ovvero noi metteremo in gara il progetto preliminare, già pronto e realizzato, e l’impresa, la società, che si aggiudicherà l’appalto dovrà assumersi l’onere della progettazione esecutiva e definitiva, l’esecuzione dei lavori e la gestione pluriennale, circa 30 anni, della struttura stessa. Il Comune parteciperà mettendo a disposizione il bene, ossia la struttura, e la spesa dei 620mila euro non versati con il terzo lotto dei lavori, e rimasti cassa. E abbiamo scelto tale formula innanzitutto perché, in un momento in cui le risorse pubbliche diventano sempre più esigue, dobbiamo cercare la partnership con i privati, puntando, in questo caso specifico, a coloro che sono esperti nella gestione futura di una casa di riposo che, anch’essa avrà dei costi. E sappiamo che sul mercato c’è un interesse concreto a partecipare a tale iniziativa, che però non si tradurrà nella ‘privatizzazione’ della casa di riposo: innanzitutto nella pubblicazione dell’appalto in concessione sarà il Comune a stabilire le tariffe per i futuri ospiti che entreranno nella struttura, in modo da calmierare il mercato e nell’individuazione delle tariffe, procedura che i nostri uffici già stanno realizzando, terremo conto anche dei prezzi applicati in strutture simili; poi il Comune resterà sempre proprietario della struttura e partner nella gestione; infine il Comune stesso si riserverà circa 12-13 posti letto ‘sociali’, ossia camere che assegneremo personalmente a utenti, ad esempio, in condizioni di disagio socio-economico, le cui spese saranno coperte dal Comune, lasciando il resto all’iniziativa del privato. Quindi non ci sarà alcuna privatizzazione, ma piuttosto un’esternalizzazione nella ristrutturazione e nella gestione, per 30 anni, della struttura, il che si tradurrà anche in una certezza realizzativa perché il privato avrà tutti gli interessi a completare rapidamente le opere per partire con la gestione. I costi per la riqualificazione della struttura sono lievitati dal 2004 a oggi proprio per le modifiche normative intervenute negli ultimi nove anni, e ora determineranno un investimento pari a 2milioni 864mila 400 euro tra cui 1milione 105mila 800 euro di opere edili, che prevedono ogni tipo di intervento, dunque dalle murature, tramezzature, pavimenti, intonaci, infissi, le porte, i vetri; 106mila 700 euro per le infrastrutture; 174mila 600 euro per arredi e attrezzature di camere, uffici, lavanderia, cucina e parti comuni; 640mila 200 euro per le opere impiantistiche meccaniche; 281mila 300 euro per le opere impiantistiche elettriche; 71mila 400 euro per costi della sicurezza. Stamane la delibera, con la variazione di bilancio e dei costi, ha superato l’esame della Commissione Lavori pubblici e venerdì, 10 gennaio, approderà all’esame del Consiglio comunale, ultimo atto amministrativo propedeutico e indispensabile per la pubblicazione dell’appalto in concessione”.

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