Ricordata la tragedia delle Foibe con una funzione religiosa e la deposizione delle corone nella piazza Martiri Giuliano-Dalmati
PESCARA – Il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia ieri mattina ha preso parte alla cerimonia di commemorazione del Giorno del Ricordo, slittata dalla tradizionale data del 10 febbraio a causa dell’emergenza neve. Presenti , tra gli altri i rappresentanti di tutte le Forze dell’Ordine, gli assessori Nicola Ricotta e Marcello Antonelli, il vicecapogruppo del Pdl Armando Foschi, il consigliere comunale Vincenzo D’Incecco, l’assessore provinciale Fabrizio Rapposelli e alcune classi dell’Istituto ‘Marconi’. Il sindaco ha detto che le Foibe sono state una tragedia che ha sconvolto il popolo italiano e che per troppi anni è stata colpevolmente ignorata, lasciata nel silenzio, sino a quando i nostri esuli hanno iniziato a raccontare, a rivivere, a ripercorrere un capitolo drammatico della nostra storia. Una tragedia che Pescara ha voluto commemorare in modo solenne con una funzione religiosa e la deposizione delle corone nella piazza Martiri Giuliano-Dalmati che nel 2001 l’amministrazione comunale del sindaco Pace ha realizzato presso la rotonda del Rampigna. E’ nostro preciso dovere onorare la memoria dei nostri fratelli vittime delle Foibe e raccontare ai più giovani una delle pagine più tragiche della nostra storia.
Alle 10.30 è iniziata la funzione religiosa presso la chiesa dello Spirito Santo, officiata dal vicario generale Padre Giuseppe Comerlati. Ad aprire la cerimonia è stato Mario Diracca, Presidente dell’Associazione esuli Venezia Giulia-Dalmazia, il quale ha ricordato il
terrore vissuto nei giorni delle Foibe, le difficoltà che gli istriani e i dalmati hanno dovuto affrontare una volta esiliati in Italia, difficoltà pure fronteggiate con la felicità comunque di essere in patria. Ma ricordo soprattutto le persecuzioni, i massacri, le angherie: essere italiani significava essere ‘fascisti’ e soggetti da eliminare fisicamente, a partire dai rappresentanti dello Stato, ossia Carabinieri e Guardia di Finanza, Polizia e Vigili urbani, sacerdoti, giudici e chiunque avesse prestato servizio all’Italia. E poi l’esilio di 350mila persone sradicate dalla propria terra e ignorate per sessant’anni da una politica vile. Ai ragazzi dico ‘siate fieri di essere italiani’, amate la patria e soprattutto siate orgogliosi di quanti si sono immolati per la libertà.
Subito dopo la funzione religiosa, accompagnata dal Coro Polifonico della Polizia municipale, si è snodato il corteo verso il Cippo sistemato in piazza Martiri Giuliano-Dalmati, presso la rotonda del Rampigna, dove, dopo la benedizione e la lettura della Preghiera dell’Esule, sono state deposte due corone d’alloro ai piedi del Cippo.
Ha ricordato il sindaco:
Pescara è forse stata tra le prime città italiane, già negli anni ’90, a commemorare in modo adeguato il dramma delle Foibe , con la partecipazione della comunità di esuli che vive nel capoluogo adriatico, tanto da dedicare a quegli italiani una piazza della città. Poi, dal 2004, con l’istituzione del Giorno del Ricordo, la presenza dei cittadini è divenuta sempre più numerosa, con il forte coinvolgimento anche delle scuole e degli studenti che hanno fame di conoscenza, che vogliono apprendere i dettagli di una vicenda che fa purtroppo parte della storia d’Italia e che pure spesso non riescono a rintracciare neanche nei propri manuali. E’ un dovere per le Istituzioni ricordare le vittime di tutte le follie e i genocidi che hanno sconvolto l’umanità, come la Shoah o le Foibe, attribuendo a ciascuno di tali eventi eguale dignità perché gli italiani che sono stati vittime di quelle tragedie non hanno colore politico, ma sono solo donne, uomini, che hanno subito una barbarie.